È solo amore

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E' mattina, la luce entra nella camera, dalla strada si sente il rombo delle macchine che vengono messe in moto, mi muovo lentamente per non svegliare Eric, sembra un bambino, è accovacciato tenendomi stretta a lui come se stesse stringendo un peluche mentre il suo respiro regolare mi accarezza i capelli, in casa stanno ancora dormendo tutti non si sente volare una mosca finchè non squilla il mio cellulare, mi fiondo verso il comodino su cui è poggiato, è mio padre, rispondo..

-Sophie!Ho letto il giornale! State bene?- Mi domanda allarmato,

-si papà, stai tranquillo, non si è fatto male nessuno, stiamo tutti benone- lo rassicuro,

-oh grazie al cielo! Appena ho letto dell'arresto di Leon mi sono sentito svenire pensando che vi fosse successo qualcosa- fa un sospiro di solievo,

-papà ora vado a fare colazione ci sentiamo in giornata, salutami la mamma-

-va bene, ora divertiti e salutami tutti-

-ok, ciao papà-.

Attaccando il telefono sento alle mie spalle un lamento, mi volto e noto Eric che con gli occhi socchiusi cerca di proteggersi con la mano dalla luce emanata dalla finestra,

-mmm, che ore sono?- mi domanda richiudendo gli occhi,

-sono le 10, vado a fare colazione che io e le ragazze abbiamo deciso di passare la giornata insieme girando per New York-,

-solo voi ragazze? E se qualche americano decidesse di provarci con voi?-,

-Eric, non cominciare- gli rispondo, si lascia andare ad uno sbuffo e si rigira nel letto dandomi le spalle,

-sei proprio un bambino!- Dico ironicamente avvicinandomi a lui bacinadolo sulla guancia, noto un sorriso sul suo volto prima di scendere dal letto e andare a mangiare qualcosa.

-Buongiorno Sophie!- Esclama Clarissa,

-buongiorno, Diana dorme ancora?-,

-si, non l'ho ancora vista, tra poco la svegliamo perchè oggi è giornata tra donne!- Ride entusiasta,

-ok, allora mangio, mi faccio una doccia e sono pronta- dico mentre prendo i cereali.

Finalmente siamo fuori, dopo aver sentito le lamentele dei ragazzi, abbiamo deciso di andare nell'Upper East Side, il quartiere ricco di Manhattan.

Sembra di essere su un altro pianeta, amo Parigi ma New York è speciale, appena arrivate giriamo su noi stesse con il naso all'insù ammirando la grandiosità del posto, siamo elettrizzate, così decidiamo di non perdere tempo e visitare ogni minimo angolo del luogo.

Dopo tre ore decidiamo di andare a pranzare in un ristorante veramente carino, appena ci accomodiamo cominciamo a consultare il menù,

-sapete ragazze sono felice di passare del tempo insieme, è passato troppo tempo dall'ultima volta che lo abbiamo fatto- dice Clarissa scrutando ancora l'elenco dei primi piatti,

-si , è vero - conferma Diana,

-la prossima volta dobbiamo fare un viaggio solo donne- sorrido entusiasta.

Finalmente decidiamo i nostri piatti e mentre attendiamo che arrivino, Clarissa comincia ad incupirsi guardando il cellulare,

-Clarissa, cosa succede?- chiedo,

-ragazze in realtà dovrei dirvi una cosa, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo-

-Clarissa ci stiamo preoccupando, parla!- Esclama Diana,

-vedete in realtà sono fidanzata, da circa sei mesi ormai-,

-Clarissa ma è stupendo, perché non ce l'hai mai detto?- Chiede Diana,

-come si chiama?- domanda,

-si, ecco...vedete si chiama Sarah-

-Sarah?- Ripetiamo in coro io e Diana,

-si, ho una relazione con una ragazza, sono innamorata e non l'ho mai detto perché si sa, queste cose nel nostro ambiente non sono accettate e se lo venissero a sapere i miei genitori sarebbe finita-,

-Clarissa, noi siamo tue amiche e per ogni persona sentirsi amato è una delle cose più belle della vita, quindi non importa se ami un uomo o una donna, perché si sa all'amor non si comanda ma soprattutto ognuno è libero di amare la persona che vuole al suo fianco, perciò non avere paura, ma ama e basta, ama più che puoi!- Dico,

-confermo tutto quello che ha detto Sophie!- Afferma entusiasta Diana,

-Grazie ragazze, sapete per me è una cosa nuova, non sapevo e non so come comportarmi con gli altri, ma ora che ho voi due al mio fianco è tutto più semplice- sorride Clarissa stringendoci le mani.

Veniamo interrotte dal cameriere che ci porta le nostre ordinazioni, cominciamo a mangiare quando..

-la voglio conoscere- dice Diana,

-si, anche io!- Confermo,

-in realtà lei è proprio di qui, la madre americana e il padre è francese, sono divorziati, quindi vive a New York con la mamma, io l'ho conosciuta questa estate quando è venuta a trovare il padre a Parigi per le vacanze, ho capito subito appena l'ho vista che era la persona giusta per me, abbiamo cominciato ad uscire prima come amiche, poi quando mi sono convinta che mi ero innamorata per la prima volta di una donna, abbiamo deciso di metterci insieme, il problema però è che lei crede che io non ci tenga, proprio perchè non voglio dichiarare la mia omosessualità-,

-Clarissa è normale per te è una cosa nuova, dicendolo a noi hai fatto un grande passo, parlale, spiegale come ti senti e dille quanto tieni a lei- dice Diana,

-avete ragione ragazze, grazie!- ci dice con un grande sorriso.

Finito il pranzo decidiamo di andare a conoscere Sarah, abita nel quartiere di Bensonhurst, sicuramente sarà contenta di conoscere le amiche della sua ragazza, appena entriamo in taxi, ricevo la chiamata di Eric,

-Eric?-

-Sophie, capisco che è da tanto che non esci insieme alle tue amiche e che oggi è assolutamente giornata tra donne, ma ti sei dimenticata che hai un ragazzo? E' tutto il giorno che non ti sento e mi manchi-,

-scusami davvero, ma non ho avuto un attimo di tempo e ti giuro che mi manchi tanto anche tu, è quasi una sofferenza starti distante- sorrido,

-mmm va bene, allora ti perdono e sbrigati a tornare a casa-,

-ok, a fra poco- dico attaccando il telefono,

-non riesce proprio a stare senza di te nemmeno per qualche ora e a quanto vedo nemmeno tu- ironizza Diana,

-è diventato essenziale- ammetto imbarazzata,

-Ah, l'amour l'amour!- sospira Clarissa.

Finalmente arriviamo e aprendo la porta Sarah si fionda su Clarissa dandole un dolce bacio,

-mi sei mancata!- Ride Clarissa,

-anche tu- risponde Sarah tenendola stretta a se,

-loro sono le mie amiche di cui ti parlavo-,

-sono veramente contenta di avervi qui, anche se Clarissa mi parla così tanto di voi che mi sembra di conoscervi da una vita- dice Sarah stringendoci le mani,

-entrate prego- ci dice facendoci accomodare, ha una bella casa, luminosa ed accogliente.

Ci fa sedere sul divano in salotto e ci porta alcuni dolcetti che ha preparato,

-mmm, sono davvero buoni Sarah!- Esclamo entusiasta,

-grazie, ogni tanto mi piace dilettarmi in cucina, comunque voglio dirvi quanto

sono contenta che siate qui ora, perchè so quanto siate importanti nella vita di Clarissa ed è per questo che chiedo davanti a voi...-,

-cosa?- domando curiosa,

dopo qualche secondo di silenzio, Sarah prende le mani di Clarissa e guardandola negli occhi...

-mi vuoi sposare?-.

La ragazza della Tour EiffelWhere stories live. Discover now