Buon Natale!

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Sono passati diversi giorni dal rapimento, ed Eric proprio come aveva promesso è scomparso dalla mia vita.

Mio padre ha minacciato di dire tutto alla polizia e di uscire dal giro, così hanno deciso di mollare la presa su di me e lasciare perdere per un po' di tempo anche Eric, si era alzato un polverone che rischiava di mandarli tutti dentro.

Sono sveglia fin dalle prime luci dell'alba e penso e ripenso alle sua parole al dolore che provava nel dirle, ai suoi splendidi occhi che mi dicevano quanto mi amava. E' la vigilia di Natale ed io non ho nessuna intenzione di mettermi a tavola e festeggiare con parenti e amici.

Controvoglia scendo dal letto appena i miei genitori insieme a Christien entrano nella mia camera,

-Buona vigilia Sophie!- Urlano in coro, mia madre nasconde qualcosa dietro la schiena,

-chiudi gli occhi Sophie- escalma mia madre elettrizzata,

-mamma! Non ho più 2 anni- rido, ma faccio come mi chiede,

-ok, ora puoi riaprirli - dice Christien.

Trovo davanti a me un pacco quadrato rosso, ma la cosa strana è che sembra avere un'anima, si muove e trema, sembra anche fare degli strani versi, così mi fiondo per aprirlo e una volta scartato trovo un musetto nero con dei grossi occhi che mi guardano e una codina che non smette di scodinzolare, nemmeno il tempo di realizzare che il cucciolo di labrador mi si butta fra le braccia facendomi traboccare il cuore di gioia,

-ti piace? Abbiamo pensato che lui sia l'unico a poterti lenire le sofferenze del cuore- dice un po' commosso mio padre,

-si papà! E' bellissimo- urlo dalla gioia,

-come lo chiami? Io avevo pensato a un nome possente, tipo Hulk- afferma convinto Christien,

-ma cosa dici? Ha il musetto dolce, quindi lo chiamerò Arturo, si direi che è il suo nome!- Esclamo elettrizzata,

-benvenuto in famiglia Arturo- dice mia madre con una voce stridula avvicinandosi a quella palla di pelo.

Con Arturo la giornata passa veloce e per stare dietro ai suoi primi disastri non mi sono resa conto che è quasi ora di cena e gli ospiti staranno per arrivare, quindi in fretta e furia mi faccio una doccia e metto un tubino nero con una bella collana che circonda il mio collo, faccio qualche boccolo ai capelli e sono pronta, Arturo mi guarda curioso, annusando ogni oggetto.

Siamo a tavola e la serata passa in allegria, sono riuscita a deviare qualsiasi discorso che potesse inciampare sull'argomento amore, vorrei evitare di dire la mia recente disavventura.

Arturo ha messo allegria e stranamente mio padre è quello che lo coccola di più, a fine serata ormai pieni delle mille cose servite durante la cena, decidono tutti di tornare ognuno alla propria casa per rivedersi la mattina seguente a casa dei nonni in campagna.

Mentre aiuto mia madre a sistemare, stranamente comincia la classica conversazione mamma/figlia.

-Sophie, non abbiamo mai avuto un rapporto come tra due amiche, cosa di cui mi prendo le colpe, ho fatto molti errori con te e mi dispiace tanto, ma so cosa stai passando e voglio esserti vicina voglio sentire i tuoi sfoghi, i tuoi pensieri e non voglio più essere assente nella tua vita-,

sono commossa e la stringo forte a me, lei si lascia andare, il mio viso va a finire tra i suoi capelli, quanto amo il suo profumo, mi ricorda quando ero bambina e la guardavo incantata mentre si preparava e spruzzava il suo profumo così dolce che riempiva la stanza.

La mattina seguente vengo svegliata da Arturo che saltando sul letto comincia a leccarmi la faccia, velocemente vado al bagno, mi preparo e decido di indossare dei pantaloni marroni attillati a vita alta con una camicia bianca, metto un cappellino e una giacca ed entro in macchina di Christien, cercando di tenere buono Arturo sulle mie gambe. I miei genitori invece vanno nell'altra macchina, dovendo passare a prendere anche gli zii.

Mentre attraversiamo le strade di Parigi, Christien è scuro in volto,

-Chri, tutto bene?-,

-Si, scusami ero sovrappensiero-,

-a che pensavi? O meglio a chi?-,

-Lo sai, è la stessa persona a cui pensi tu ogni giorno-,

-Christien, l'hai sentito?-,

-Si!-,

-Come sta? Cosa ti ha detto?-,

-Sta bene e non abbiamo parlato molto, si trova da amici che si stanno prendendo cura di lui quindi stai tranquilla-,

-ti ha detto qualcosa di me?-,

-Sophie, cambiamo argomento-,

-Christien non potrai deviare sempre il discorso-,

-ma ora lo faccio- risponde con un occhiolino.

Finalmente arrivati a destinazione, lascio scendere Arturo correre liberamente, andiamo a salutare i nonni.

Erano anni che non andavo in quella casa, è stupenda proprio come la ricordavo, rustica e moderna allo stesso tempo, hanno gusto e devo ammettere che è una caratteristica comune nella mia famiglia.

Durante il pranzo noto quanto i nonni siano amorevoli con Christien, nonostante la sua clamorosa entrata in famiglia, lo viziano quasi più di me ma ne sono contenta, se lo merita.

Come tutti gli anni dopo pranzo, gli uomini si riuniscono per una partita a poker per rilassarsi tra sigari e risate, noi donne invece ci riuniamo in salotto per aiutare la nonna che come tutti gli anni prepara la buchè de noel, è l'unica che riesce a rendere quel dolce unico.

Passano le ore e Arturo, ormai distrutto, dorme sdraiato vicino al caminetto.

Durante la cena, vedo Christien alzarsi e rispondere al telefono, esce in giardino e dalla finestra noto che gesticola animatamente, è arrabbiato.

Appena ritorna, gli lancio uno sguardo indagatore, cerca di sfuggirmi, così mi avvicino e..

-chi era?-,

-Diana-,

-sicuro?-,

-mmm, Arturo ti cerca!- Risponde alzandosi per andare ad aiutare la nonna per le portate.

Finalmente la cena è finita e torniamo a casa, Arturo non voleva andarsene stava così bene.

Appena arrivati, Christien nero in volto si chiude in camera senza nemmeno salutare, io invece me la prendo comoda e dopo una chiacchiera con i miei prendo Arturo e lo porto a dormire in stanza con me.

Appena apro la porta noto su letto, nel buio della stanza, una scatolina nera con dei nastrini luminosi, curiosa mi avvicino e vedo un biglietto posizionato vicino, comincia il batticuore e fremo nell'aprirlo.

"Lo so, ho promesso di sparire dalla tua vita, ma da egoista ho pensato che dovessi donarti qualcosa che ti facesse pensare a me, è da stupidi lo so perchè in questo modo non ti aiuto a dimenticarmi ma non voglio che tu lo faccia, come io non dimenticherò mai te.

Buon Natale principessa.

Eric."

Subito le lacrime mi rigano il viso e un sorriso misto a tristezza si fa spazio, velocemente apro la scatoletta e trovo dentro la sua collana, quella con la sua croce celtica che porta sempre, non aspetto nemmeno un secondo e la metto subito al collo, mi infilo sotto le coperte con il sorriso sulle labbra stringendo la sua collana tra le mie mani.

La ragazza della Tour EiffelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora