Il doppio dell'amore

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Dopo otto ore di volo finalmente mettiamo piede a New York, è veramente bella.

Siamo in taxi e come una bambina sgrano gli occhi guardando attraverso il finestrino gli immensi grattacieli che circondano ogni strada, siamo immersi nel traffico, meglio, così potrò vedere ogni minimo particolare di questa città così fantastica, ma ad interrompere i mie pensieri..

-Sophie, siamo arrivati , mettiti il giacchetto- dice Eric, riportandomi alla realtà,

-si, fortuna che mi sono portata cose molto pesanti, fa veramente freddo qui-, esclamo mentre esco dalla vettura,

-ecco, qui c'è l'appartamento che io e Christien abbiamo affittato per tutti noi- ,

-woooow, questo è l'edificio del nostro appartemento?- chiede Diana sbattendo gli occhi,

- si e ora saliamo- dice Christien prendendo le valigie.

Il nostro appartamento si trova al quindicesimo piano di un imponente edificio che si trova in un angolo soleggiato del Northeasthern, appena aperta la porta rimaniamo impalati per circa 50 secondi, è grandissimo e moderno, proprio in perfetto stile americano.

-Va bene ragazzi, cominciamo sistemare le valigie nelle camere- dice Christien,

-si, ma Clarissa non può dormire da sola, quindi facciamo che noi ragazze dormiamo insieme in una camera e voi in un'altra- dico,

-fermi, fermi ragazzi! Io starò benissimo, vi siete forse scordati che non amo queste cose stile camposcuola?, Quindi voi due starete in camera con i vostro ragazzi- afferma sicura Clarissa,

-è vero, avevamo scordato il tuo "amore" per queste cose- ride Diana.

Così mi dirigo verso la stanza scelta da me ed Eric ,cominciamo a disfare le valigie e a sistemare i vestiti nell'armadio.

-Ahh, finalmente abbiamo finito!- Sospira Eric mentre si butta sfinito sul letto,

-dai Eric alzati, voglio andare a visitare la città!- Gli dico posizionando le mani sui fianchi in piedi di fronte a lui che è ancora steso,

-io invece avrei in mente qualcos'altro- mi dice con fare malizioso e con un abile gesto mi butta sul letto con lui, cominciandomi a baciare,

-Eric, dai!- Rido mentre cerco di scostarlo,

niente non ha nessuna intezione di fermarsi, la sua bocca dalle mie labbra si sposta sul mio collo, io comincio a cedere e proprio nel momento in cui mi stavo lasciando andare...

"Toc Toc" , si sente bussare alla porta della nostra camera, come un gatto mi alzo e mi sistemo in un attimo, il viso di Eric diventa scocciato mentre continua a rimanere sdraiato sul letto,

-si?- chiedo imbarazzata,

-Sophie, noi ci mettiamo un po' a riposare- mi dice Diana facendo capolino dalla mia porta,

-va bene, noi andiamo a farci un giro per la città- rispondo.

Dopo aver speso ben dieci minuti della mia vita per convincere Eric ad uscire, decido di preparami e visitare New York anche a costo di farlo da sola, ma proprio mentre faccio per prendere la borsa..

-ma dove vai sola?!? Vengo anche io con te- mi dice Eric prendendo la giacca.

Finalmente siamo fuori e decidiamo di dirigerci verso il quartiere di Brooklyn, famoso per i teatri e i centri culturali, woooooow, vorrei vivere qui!.

Decidiamo di fermarci a prendere qualcosa da mangiare, siamo affamati abbiamo spizzicato qualcosa in aereo ma non abbiamo fatto ancora un pasto decente. A quest'ora a Parigi sono le quattro di pomeriggio, ma qui sono solo le dieci di mattina, quindi decidiamo di andare a fare una ricca colazione.

-sai, stavo pensando che sei proprio una fifona- dice Eric mentre mangia una grande ciambella ricoperta di non so cosa,

-ti riferisci all'aereo vero?-

-si! Mi stavi stritolando la mano durante il volo, fortuna che ti sei addormentata così ho potuto farle riprendere la circolazione- dice mentre mima il gesto,

-sei sempre il solito esagerato, ti ho semplicemente fatto sentire il mio amore attraverso una stretta di mano un po' più vigorosa- alle mie parole scoppia a ridere sputando il caffè che stava bevendo sulla mia faccia,

-Eric!-,

-scusami Sophie, ma non ce l'ho fatta- continua a ridere,

-vado al bagno a pulirmi!-.

Sono riuscita a togliere ogni macchia di caffè dal mio viso, così torno al tavolo e lo trovo a parlare e ridere con due americane, con passo svelto li raggiungo e le due vedendomi arrivare come una furia decidono di andarsene.

-Non posso lasciarti un minuto solo!-,

-Sophie, non essere gelosa, mi stavano solo dando qualche dritta sulla città, sono state molto gentili-,

-attento Eric o ti faccio sentire cosa si prova se divento l'esatto opposto di gentile!- Lo minaccio,

-va bene va bene, ma ora decidiamo cosa andare a vedere- dice mentre continua a ridere,

-mmm stavo pensando di andare a vedere il "One world trade center", è ancora in fase di costruzione , ma dicono che diventerà il grattacielo più alto di tutta la città, dai andiamo!-

-va bene, dove si trova?-,

-lo stanno costruendo al posto delle Torri geme..- mi rendo conto dell'errore, maledizione Sophie, quanto sei stupida!.

-Scusami Eric, quando parlo non rifletto-,

-tranquilla Sophie, ci ho già pensato appena ho messo piede a New York, voglio andare, in un certo senso così potrò sentire i miei genitori un po' più vicini- mi dice rassicurandomi,

-sicuro?-

-si, davvero- mi risponde baciandomi.

Anche se non potrò mai far niente per alleviare il dolore che ha provato e che continua a provare , voglio stargli vicina , lo voglio coccolare, sostenere e soprattutto lo voglio amare con tutta me stessa . È proprio vero che l'apparenza inganna, dietro a una dura corazza si cela quasi sempre un cuore tenero .. e se è giusto che " un cuore che ha sofferto ha bisogno del doppio dell'amore che ha perso " io sono disposta a donargliene anche di più.

Arrivati l'umore di Eric cambia radicalmente e non riesco a biasimarlo , non posso neanche immaginare quello che sta provando , sono sempre stata fortunata e non me ne sono mai resa conto .

-Ti amo Eric - gli dico dolcemente e avvolgo le miei braccia intorno ai suoi fianchi tirandolo verso di me e abbracciandolo con tutta la forza che ho .

-Sophie , grazie! Sei davvero unica - mi sorride e poi continua...

-Ti amo!-

Rimaniamo abbracciati per dieci minuti buoni , il filo che ci lega oramai si fa sempre più resistente e non saprei più immaginare la mia vita lontana da lui . Avrei potuto dirgli tante cose ma sarebbero state tutte troppo banali o troppo superficiali . Se io sono unica per lui , lui lo è per me , è diventato la persona più importante in così poco tempo senza nemmeno che me ne accorgessi .

A rompere il nostro abbraccio il suono del suo cellulare ..

Risponde e dopo qualche secondo di silenzio. .

-ok , torniamo subito- dice agitato e riattacca il telefono,

-cosa è successo?-Domando curiosa e spaventata,

-Era Christien, mi ha detto che l'hanno trovato! Hanno trovato Leon!-.

La ragazza della Tour EiffelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora