QUANDO IN GIOCO C'è AMICIZIA E SACRIFICIO

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QUANDO IN GIOCO C'è AMICIZIA E SACRIFICIO


Sakura cavalcava per le vie di Konoah.

Non faceva altro che pensare e ripensare alle parole del principe ereditario Itachi. Mano a mano che si avvicinava al palazzo reale, la paura, i dubbi, e le incertezze le attanagliavano la bocca dello stomaco.

In sella al suo fedele destriero arabo, Byron, Sakura si stava scervellando per trovare un modo per non mostrare alla famiglia reale, e soprattutto a Sasuke il suo stato di perenne agitazione.

Si osservò attorno notando gli sguardi dolci e caldi degli abitanti di Konoah.  Sembrava quasi che fossero lieti di averla lì al villaggio. Infatti spesso capitava che la signora Komura, la donna che aveva il panificio del villaggio le regalava i suoi prodotti da forno: pane, biscotti, farinacei senza che lei avesse chiesto nulla. Non che la cosa le dispiacesse, ma non sapeva se tale gentilezza era  a buon rendere oppure che la signora Komura l'avesse presa a simpatia. Notò poco più avanti un gruppo di bambini che giocava a copiare le gesta in guerra di Naruto e Sasuke.  La rosa ridacchiò sommessa nel notare che uno dei due bambini aveva messo il broncio tipico di Naruto. Forse imitare le gesta di due eroi del calibro del cugino e del principe spronavano quei bambini a impegnarsi e dare il meglio di sè nelle loro vite.

Quel pensiero l'allarmò. Era meglio non abbassare la guardia perché chissà dove, disperso per il mondo c'era ancora Kabuto che meditava vendetta. Lei odiava dal profondo quel viscido serpente, perché fino a quando si trattava di sabotare lei e il suo lavoro, cosa che spesso aveva fatto Kabuto e lei aveva perso il conto di quante volte l'ex medico aveva cercato di metterle i bastoni tra le ruote e  aveva dovuto in un modo o nel altro riparare i danni che Kabuto le aveva causato, ma quel viscido essere aveva osato attentare alla vita del principe Sasuke attaccando direttamente gli occhi e il cuore dell' Uchiha e questo lei non poteva perdonarglielo.

Le parole di Itachi le tornarono alla mente come una mazzata. Doveva togliersi dalla testa la malsana idea che il principe Sasuke si potesse innamorare di lei e anche se ciò, per miracolo divino fosse successo, le leggi reali non avrebbero mai permesso la loro unione. La sola cosa che le restava da fare per non vivere una vita in solitudine, era sposare Sai. Certo, c'era Naruto, ma Sakura aveva notato come il cugino guardasse lady Hinata e come lady Hinata arrossisse ogni qual volta il biondo le rivolgeva uno sguardo o addirittura di come sveniva quando le rivolgeva la parola. Aveva capito che lady Hinata era innamorata di Naruto e per un attimo Sakura provò un moto di gelosia, ma poi comprese, prima o poi il cugino si sarebbe sposato ed era meglio che lo faceva con una donna del calibro di Hinata.

Bella, contessa, ricca, benestante, dolce, saggia, di buona famiglia e molto altro, Naruto non poteva chiedere di meglio. Solo che l'idea di perdere l'Uzumaki la rattristava parecchio.

"Sakura!" urlò una donna da capelli biondi che si stava sbracciando per attirare la sua attenzione.

Ino Yamanaka era la sua migliore amica dai tempi dell'infanzia. Sin da piccola era stata l'unica ad accettarla per quella che era e non aveva fatto alcuna protesta sul perché lei indossasse sempre e comunque quel foulard nero che le copriva i capelli.  Certo le dispiaceva non rivelare il colore dei suoi capelli a Ino, ma da quando Sasuke da piccola le aveva detto di andare fiera dei suoi capelli, lei aveva cominciato a curarli, pettinarli, sistemarli, arrivando ad avere capelli rosa lunghissimi che le arrivano al sedere, ma che copriva e legava rigorosamente ogni giorno. Nella sua testa lei stava preservando la sua persona e i suoi capelli per la persona che l'avrebbe amata e apprezzata incondizionatamente e lei purtroppo sapeva bene chi volesse che fosse quella persona e il fatto che tale desiderio fosse irrealizzabile la spingevano a non mostrare ad anima viva i suoi capelli, vergognandosene e sentendosi a disagio e di conseguenza coprendoli meglio.

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