Scoperte

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SCOPERTE


Sakura galoppava in groppa a Byron da più di due ore ed era esausta. Non credeva ancora  di essere riuscita a lasciare Konoha senza essere vista nè dalle guardie del palazzo né dalle guardie a confine del regno.

Sakura sospirò afflitta.

Lentamente frenò Byron facendo andare il cavallo al passo, poi con un singhiozzo poggiò il petto al collo dell'animale e nascose il viso nella sua criniera piangendo a dirotto.

Pianse tutto il dolore, o almeno in parte, che la separazione da Sasuke le era costata.

Da quando aveva lasciato il palazzo, e il letto in cui aveva passato la notte stretta a Sasuke, sentiva come un vuoto nel cuore e  un pesante peso le comprimeva i polmoni rendendole difficile persino respirare.

Le mancava, le mancava Sasuke infinitamente e non erano passate nemmeno tre ore dalla loro separazione. Inoltre le mancava anche il cugino Naruto, la sua allegria, la sua spensieratezza. Naruto aveva per lei sempre una parola di conforto e in quel momento lei desiderava ardentemente essere confortata da suo amato cugino.

Aveva commesso un errore.

Si era sbagliata di grosso.

Aveva creduto che solo un bacio dato da Sasuke e di sua spontanea volontà le sarebbe bastato, ma così non era.  Lei lo desiderava disperatamente nella sua vita. Voleva stargli vicino. Vedere ogni sfumatura del suo viso.

Voleva vederlo in vesti reali, da principe, in vesti da guerriero, in vesti da ragazzo normale, in pigiama, rilassato, in " desabilie", divertito, concentrato.

Voleva vederlo allegro, arrabbiato, freddo, caldo, dolce, gentile, spietato, giocoso, serio.  Voleva vederlo scherzare, prenderla in giro, consolarla, proteggerla, proprio come facevano da piccoli nei loro rari incontri.

Voleva i suoi baci, le sue carezze, le sue coccole.

Sakura voleva tutto quello che era Sasuke Uchiha e infine voleva capire se il suo sangue realmente gli aveva guarito gli occhi, ma non poteva tornare a Konoha, non poteva tornare da lui.

Lei non era una principessa.

Lei non era che una semplice suddita, una popolana e come le aveva ricordato Itachi e la legge citava

_ Una popolana non può sposare un reale__

Non poteva tornare a Konoha almeno fino a quando non avesse scoperto chi era lei in realtà, da dove le venivano quei poteri, perché erano stati donati proprio a lei? A cosa doveva usarli? Perché si sentiva inadeguata a tutto.

Lei sapeva che le scoperte fatte da Orochimaru avevano un fondo di verità.

Lei stessa spesso non si era sentita a suo agio. Sentiva dentro di sé una strana forza, una strana energia. Sentiva che dentro di lei c'era qualcosa di diverso e spesso ne aveva la conferma quando parlava con Naruto e lui le diceva le varie sensazioni provate ad avere dentro di se un demone del calibro del suo Kurama.

Sakura si strinse a Byron lasciando andare le redini e singhiozzò disperatamente.

Byron nitrì e fu come se il cavallo percepisse lo stato d'animo della sua padrona e virò a destra portando Sakura su per una ripida collina e in seguito in una piccola grotta riparata.

Sakura sollevò il viso arrossato dal collo del cavallo e si guardò intorno con fare curioso poi scese e carezzò dolcemente il muso di Byron.

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