Capitolo 6

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Arrivo a scuola in anticipo e rallento il passo per osservarmi intorno. Alla ricerca di non so nemmeno io cosa di preciso. Ma poi lo vedo nell'angolo opposto del parcheggio c'è Jude, li fermo statuario che mi osserva e l'istinto mi guida da lui, mi muovo rapida nella sua direzione come se non ne potessi farne a meno.

<< Ciao, che ci fai qui? Mio padre ti ha detto di stare lontano da me! Perché mia madre non vede il colore dei tuoi occhi?>> sono un fiume in piena, dico tutto d'un fiato.

Ho bisogno di risposte.

<< Ciao! Dovevo vederti, dovevo sapere come stavi dopo il primo sintomo che hai avuto ieri. Devi essere veramente più forte di me, ti sei ripresa molto meglio di quanto feci io. Tua madre non lo può vedere come non lo vedono i miei e neanche Daisy, semplicemente perché sono diversi da noi, mentre tu e tuo padre sì, perché siamo uguali. E tuo padre può dirmi quello che vuole... io gli ubbidirò, ma se mi chiede di starti lontano ammutino anche contro il mio corpo!>> dice deciso.

Nonostante sia rimasta sorpresa dalle sue parole, sul mio volto compare un sorriso << Quel sintomo l'ho superato solo grazie a te, che eri li con me e mi hai aiutata. Sia tu che mio padre stamattina parlate di sintomi, ma sintomo di cosa? >> suona la campanella che annuncia che devo andare, ma non voglio << Mio padre ha detto che dopo le lezioni devo tornare di corsa a casa, ma voglia di andare a lezione non ne ho, in questo momento ho la testa da tutt'altra parte, che ne dici se stiamo assieme fino alla loro fine?>>

<<No, tu a lezione ci devi andare!>> il suo tono acido mi stupisce, vedo che ha il corpo teso dal nervosismo.

Sorpresa e infastidita gli rispondo << Ma che ti prende? Dici che vuoi stare con me, che devo conoscerti e via dicendo, che siamo uguali, che non mi abbandoni e poi alla prima occasione mi mandi via?>>

Jude capendo di aver sbagliato, sospirando cerca di ritornare calmo, ma dal tono che usa si vede che è teso e parecchio stizzito << Scusami. Sto solo cercando di non farti fare errori. Capisco che non stai passando un bel momento, ci sono passato anche io, ma devi affrontare la tua vita così come viene. Ari ti prego di non mettere in dubbio le mie parole nei tuoi confronti, sono le cose più vere che ho detto da quando sono nato!>>

Ormai confusa e al colmo della frustrazione non mi controllo più, sento le lacrime affiorarmi agli occhi, ma non voglio piangere davanti a lui, non voglio farmi vedere debole e vulnerabile.           << Pensavo che almeno tu mi capissi e invece mi sbagliavo!>> la mia voce è dura e ferma, tradisce un odio nei suoi confronti che non provo assolutamente e che non ho mai provato in tutta la mia vita. Quando lo guardo e vedo la sua espressione, mi sento un mostro, lo sto facendo soffrire, ma non ho la forza per dirgli altro.
Scappo, inizio a correre verso l'uscita della città, voglio andarmene da lì il più velocemente possibile e così accelero, non mi rendo nemmeno conto della velocità che raggiungo.

Arrivo al laghetto che avevo visto ieri pomeriggio, mi fermo sulle sue sponde e finalmente do libero sfogo alle mie lacrime, quando d'un tratto sento due forti braccia stringermi. Spaventata grido, ma mi calmo immediatamente al suono della calda voce di Jude << Sfogati! Usami pure, non mi interessa, mi puoi usare per sfogare tutto, anche l'odio!>>

<< Non ti odio e non volevo farti soffrire, è che non ci capisco più nulla, non sono più me stessa, dentro di me sorgono emozioni fortissime, che non so da dove nascano, sono fuori il mio controllo!>>

Jude mi stringe ancora più forte a lui << È normale, tutto questo è a causa del fatto che stai cambiando >>

Mi stringo ulteriormente a lui, sentire il contatto dei nostri corpi mi fa sentire meglio, come che il suo abbraccio riuscisse a non farmi andare in mille pezzi, più connessa con la realtà; a un tratto il suo cellulare inizia a suonare << Merda è tuo padre! Ora che vuole? No, non mi interessa non gli rispondo, tu sei più importante!>> mi guarda e sul suo viso vedo indecisione e preoccupazione, non vuole staccarsi da me, ma non sa se è una cosa giusta non rispondere al telefono.

Vanargandr's War: My SecretWhere stories live. Discover now