Capitolo 11

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La sera in cui ho preso coscienza che il lupo che c'è in me non solo potrebbe costarmi l'umanità, ma trasformarmi in un mostro, per me è stata l'ora ics. Il punto di rottura tra la me ragazzina spensierata e l'adulto con un mondo sulle spalle. Una sera che ha distrutto il mio mondo e che promette la distruzione di tutto il mondo. 

Un solo momento di debolezza da parte mia può comportare un caro prezzo : la vita di chi mi sta vicino.

Ho trascorso il resto di gennaio e febbraio ad allenarmi, cercando di non pensare più a quello che è successo e che poteva accadere quella sera, ho preso molto seriamente i miei allenamenti, in cui sto cercando di spingermi sempre più oltre i miei limiti, in una continua sfida con il mio lupo, nel tentativo sia di farlo uscire sia nel reprimerlo e averne un controllo assoluto. Pretendo sempre più da me, non è ammesso alcun errore, aumento sempre più gli standard che devo raggiungere.

Sto correndo nel bosco cercando di scovare e percepire qualsiasi movimento di qualche animale - anche quello più impercettibile - nel minor tempo possibile. Sento tutti i muscoli tesi e indolenziti, gli occhi mi bruciano per la costante attenzione e le orecchie fischiano a causa dello sforzo. Ho già smesso da tempo di preoccuparmi della mia respirazione.

Jude mi compare improvvisamente davanti obbligandomi a bloccarmi immediatamente per non finirgli addosso. Mi basta sollevare appena i miei occhi sui suoi per capire che è arrabbiato. << Basta! Fermati! Stai esagerando! >>

<< No, non è vero. Mi sto allenando perché sono ancora troppo lenta nell'individuare i punti deboli dei miei nemici >> ribatto convinta.

<< Cosa ti può cambiare impiegarci trenta secondi o quindici a individuarli? L'aumento della resistenza serve a darti il tempo >>

Infastidita dal suo atteggiamento inizio a gridargli contro anch'io << Mi cambia molto! È sempre tempo in meno di lotta >>

Jude punta i suoi bellissimi occhi grigi nei miei inchiodandomi sul posto, mi afferra delicatamente le spalle con le sue forti mani che infondono in me un po' di calore e mi sembra di sentire il ghiaccio dentro me iniziare a sciogliersi.

Inizio ad avere paura.

Quel ghiaccio mi ha permesso di tirare avanti senza sprofondare da quella maledetta sera. Jude, incurante di ciò, continua a parlare con un tono determinato << Questi allenamenti servono a potenziare te e ad avvantaggiarti contro il tuo avversario, non per rendere la lotta breve per il bene del tuo avversario >>

<< Cosa stai insinuando? >> ribatto furiosa.

Jude mi lascia andare, ma non distoglie un solo secondo lo sguardo dal mio << Il tuo allenamento, dopo l'ultimo sintomo, è stato intensificato a parer mio anche troppo; ma tu lo hai reso quasi insostenibile. Continui a prefissarti obbiettivi assurdi e quando li raggiungi non sei comunque contenta, continuando a ridurli. Questo non è un allenamento, questa è autodistruzione. Quand'è che ti fermerai?  Lo so perché lo fai, per impedirti di pensare a ciò che è accaduto, tu ti senti in colpa per una cosa che non è dipesa da te. Tu ti alleni non per te, ma per ridurre al minimo i danni del tuo avversario. Ciò porterà solo a un massacro, il tuo >>

Ormai è inutile cercare di negare, ma la mia risposta suona comunque stizzita << E cosa c'è di male se preferisco una lotta veloce, che metta subito in chiaro che sono la più forte e che non arrechi troppi danni al mio avversario? Mi fermerò solo quando non riuscirò più a migliorarmi! E non tirare più fuori quella storia! >>

Si avvicina a me, ma con un balzo ristabilisco le distanze, lo so che lui mi vuole abbracciare per consolarmi, ma ciò sarebbe la mia fine, darebbe il via al mio crollo emotivo e ho paura che una volta sprofondata in quel baratro non sarei più in grado di risalirne. Ho paura. Paura di perdermi tra le sue tenebre. Temo più le fauci di ciò che celo a me stessa tra i miei sentimenti che di quelle di un lupo.

Vanargandr's War: My SecretWhere stories live. Discover now