1.4

6.1K 381 92
                                    



La notte è un manto scuro che ricopre le case e le strade. Addormenta, rischiara le idee confuse, apre le porte per delle sensazioni nuove. Ma la notte è amica del pensiero, porta con sé le ragioni di un sentimento. La notte, a volte, aiuta a capire i limiti del proprio essere, accompagna nella strada verso la verità.

La notte si è più liberi. Senza inibizioni, senza la gabbia nella quale di giorno, in mezzo alle persone, ci si rifugia.

Anche quella notte albergava nell'aria la sensazione che potesse succedere qualsiasi cosa. Anche quella notte avrebbe potuto lasciare a casa le inibizioni del giorno. Quella era una notte strana. Mario lo avvertiva nell'aria, anche se non riusciva ancora a spiegarsene la ragione.

"Ragazzi allora? Che si fa?", chiese Paolo impaziente mentre si posizionava alla guida dell'automobile "Si è deciso per Milano?"

"Beh, direi di sì", annuì Gianluca, complice della sua idea.

Mario era seduto dietro, con le gambe allungate sotto il sedile del passeggero. Lo aveva aggredito un'apatia simile ad una giornata di pioggia. Si era rinchiuso in un lassismo che non avrebbe mai potuto collocare, di cui non si era domandato neppure la motivazione.

Era diventato bravo ad evitare pensieri particolarmente impegnativi alla propria coscienza. Era ben consapevole che sarebbe potuto cadere in una trappola da cui non sarebbe più uscito.

Pensare a qualcosa che lo faceva stare male non avrebbe avuto senso, perché la soluzione a quel dolore non dipendeva da lui, dalle sue azioni. Non avrebbe potuto fare nulla per evitarlo, e non avrebbe mai potuto neppure in un futuro.

Claudio sedeva accanto a lui. Quella sera sembrava spento, allo stesso modo di Mario. Aleggiava un'aria strana, come se entrambi avessero qualcosa da dire ma nessuno dei due volesse fare il primo passo.

Mario aveva imparato a convivere con un amore tanto totalizzante quanto impossibile. Aveva imparato ad inventare scuse con se stesso e con gli altri per non riuscire a intrattenere alcun rapporto duraturo. Era riuscito a crearsi una dimensione nel dolore. Sapeva che non lo avrebbe mai superato. Sapeva che avrebbe sempre vissuto con una grande voragine al centro del petto, ma sperava che in qualche modo sarebbe sopravvissuto. Eppure nell'ultimo periodo gli sembrava di essere via via inglobato in quella voragine, che si stava ingigantendo all'interno del suo corpo, contaminando tutti gli organi, corrodendolo da dentro. Come se un tumore lo stesse uccidendo con una lentezza estenuante, ma con atroce costanza. E il processo gli sembrava, per la prima volta in tutta la sua esistenza, definitivamente irreversibile.

"Beh, sì, andiamo a Milano", disse con aria afflitta. L'ultimo dei suoi pensieri era quello di scegliere la meta per la serata.

"Mario, se me lo dici con tutto questo entusiasmo non potrei mai dirti di no!", ironizzò Paolo ridendo. "Pensavo di andare al Plastic."

"Al Plastic?", intervenne prontamente Claudio. "Ma no, ragazzi. Al Plastic no!"

Paolo e Gianluca risero alla supplica di Claudio che avevano abbondantemente previsto. "Claudio, siamo tre gay contro un etero", lo ammonì Gianluca "se non volevi frequentare locali gay ti sceglievi un altro cerchio di amicizie."

"Ma no, figuriamoci... è solo che... ma davvero volete andare lì?"

"Sì, Claudio, vogliamo andare lì", continuò Paolo. "È meglio che tu te ne faccia una ragione."

Claudio sospirò. "Sta minoranza mi si sta rivoltando decisamente contro. Mario, tu ci vuoi andare?"

Mario aveva ascoltato vagamente i loro discorsi. Non credeva che lo avrebbero interpellato. Paolo e Gianluca sembravano sicuri della scelta presa, e lui era convinto che, in qualche modo, sarebbe andata proprio come avevano preventivato.
"Beh, sì", disse alla fine, pur non avendo alcuna voglia di macinare tutti quei chilometri in piena notte. Si era costretto ad uscire solo per far contenti gli amici, perché sapeva che tenevano a vedersi tutti insieme, dopo tanto tempo. Non erano più riusciti a ritagliarsi degli spazi per loro, a causa degli impegni che li avevano sopraffatti nell'ultimo periodo. Eppure Mario non si sentiva presente a se stesso.

L'altra parte di meWhere stories live. Discover now