5.2

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"Sei innamorato di Claudio?"

Per un momento parve tutto fermo. L'aria, il mondo, il suo battito cardiaco. Lì, fuori dalla finestra di casa, in quel luogo familiare eppure così estraneo, avrebbe potuto avere tutto, e invece era ancora sopraffatto dalla paura.

E per quanto avesse provato a dire ciò che sentiva, non gli era mai sembrato il momento adatto. Non c'era mai abbastanza tempo, mai l'atmosfera giusta, mai il giusto grado di rilassatezza, mai la giusta gravità.

Ma non esiste il momento giusto per rivelare a tua sorella che ami il suo ex fidanzato. Non esiste il momento per dirle che lui è tutta la tua vita, che senza di lui pensi di poter morire.

Non è mai il momento giusto per rivelarle di averle preferito un uomo. Il suo uomo. L'amore della sua vita.

Non esiste il momento giusto. Esiste il momento esatto, ed era quello il momento esatto. Quindi rispose senza più esitare, con un coraggio che neanche sapeva di avere. Senza chiedere perché glielo chiedesse, senza tentennare.

"Sì."

Sentiva un fischio nelle orecchie. La sensazione di mancamento, come se da un momento all'altro dovesse svenire.

Ma l'espressione di Alessia rimase ferma, come se non fosse accaduto nulla. Come se non le avesse appena rivelato il segreto più grande che si era portato dietro.

"Sono contenta di sentirtelo dire. Forse non me lo avresti mai detto se non te l'avessi chiesto. Ma non pensi che io meriti di sapere la verità?"

Certo che meritava la verità. Alessia meritava tutto quello che lui non era stato in grado di trasmetterle: sicurezza, fiducia, rispetto.

"Bo, io... non... non riuscivo a dirtelo. Non sai quante volte ci ho provato." La voce gli tremava, e Mario sentiva di non essere nel proprio corpo. Era come se una forza esterna si fosse impossessata della sua carcassa, come se qualcosa dentro si muovesse. Qualcosa che non era lui stesso a controllare. Sentiva muoversi come un burattino, come se qualcuno muovesse i fili della sua esistenza non dandogli la possibilità di decidere come agire. Era accaduto lo stesso con Claudio.

Alessia scosse la testa e rientrò nella cucina. Mario la seguì senza la forza di dire altro.

"E quando pensavi di dirmelo, Mario?", chiese lei alzando la voce. "Non... non ci posso credere che tu mi abbia tenuto nascosta una cosa del genere. Com'è possibile che amavamo lo stesso uomo per anni e io non mi sono mai accorta di niente?"

Cominciò a ridere in maniera folle ed isterica, come se non fosse in sé. Mario ebbe paura, per qualche istante. Paura di vederla impazzire, paura di sentirla urlare, paura che si accasciasse a terra perdendo i sensi. Ma dopo qualche secondo Alessia si calmò.

"Io credo che dovresti darmi una spiegazione..."

Mario deglutì cercando le parole da dirle. Come lo aveva capito? Com'era stato possibile che improvvisamente avesse aperto gli occhi? Probabilmente, però, era stato meglio. Non sapeva se avrebbe mai trovato il coraggio di rivelarglielo senza essere sollecitato.

"Ale io non... non volevo che soffrissi. Non voglio che soffri."

"Non è nascondendomi le cose che mi preservi.", disse sicura. Aveva il volto duro, un'espressione addolorata ma decisa.

"Non volevo nasconderti nulla. Ho provato a fuggire da tutto. Volevo chiudere i ponti con la mia vecchia vita. Pensavo che così facendo avrei evitato che soffriste. Io non voglio fare male né a te né a lui."

Alessia riprese a ridere istericamente. "Questa è bella, Mario. Devo dire che hai trovato esattamente il modo per far male ad entrambi!"

Mario era confuso. Non riusciva a capire cosa Alessia sapesse esattamente. Non comprendeva fino in fondo le sue parole.

L'altra parte di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora