Incubi e sogni

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I fili di luce color canarino entrano dalla finestra, facendomi rigirare più volte nel letto.
Quanto da noia! È domenica...
Mi arrendo. Mi struscio gli occhi e resto a guardare il soffitto.
Devo dire che è molto interessante...
Il soffitto qui da mio padre, nella mia camera è celeste con delle nuvole. Mi piace restare a guardarlo.
Allungo la mano per prendere il telefono.
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Guardo qualche foto dei miei amici di Firenze e poi mi alzo dal letto,mi guardo allo specchio....*sospiro*Un disastro con questi capelli! Non ho voglia di sistemarmi. Vado in cucina e trovo mio padre seduto sul divano con un giornale in mano.
《Buongiorno》 dico sorridendogli
《Buongiorno》 ricambia lui.
Prendo una tazza e mi preparo il tè.
《Allora come va?》gli chiedo
《Bene, bene》mi risponde con tono dolce
《C'è qualche notizia nuova? Interessante magari?》gli chiedo mettendo lo zucchero dentro la tazza.
《Si e no, per la tua età niente di interessante.》
《Okay》
Stiamo in silenzio, lui si impegna a leggere le notizie ed io mi impegno a mangiare i biscotti.
《A scuola come va ?》
《Tutto bene, sono arrivati due nuovi ragazzi in due settimane di differenza》
《Due ragazzi? Arcipicchia! Come mai?》
《Non lo so...non gliel'ho mai chiesto.》
《Ah》
《Daddy ti va bene se vado un po' fuori a fare una corsetta? 》
Si a volte mio padre lo chiamo "Daddy"
《Certo tesoro. Occhio alle macchine 》
《Tranquillo》 gli rispondo lavando la tazza e rimettendola a posto.

Adoro le scarpe da tennis, sono comodissime.
Appena messo la testa fuori, il sole mi da fastidio, facendomi chiudere gli occhi per qualche momento.
Una volta averli riaperti inizio a correre.
È più bello questo posto quando c'è la luce che lo illumina, e per luce intendo quella vera cioè, quella del sole.
Svolto a sinistra. Continuando a mantenere lo stesso ritmo faccio alcuni giri intorno a casa.
La maglietta mi rimane appiccicata al mio petto e delle gocce di sudore scendono velocemente come se sciassero sul mio viso ed andassero in impicchiata.
Il mio respiro è veloce ed il mio cuore anch'esso pompa più velocemente il sangue.
La strada è affollata di macchine che suppongo  vadano a fare un giro.
Ogni tanto passano alcuni gruppetti di ragazzi, adolescenti che ridono a crepapelle.
Finalmente è tutto normale.
Non ho paura di Carl, non l'ho neanche visto e se lo dovessi vedere non credo che avrei la stessa reazione di ieri sera, non ho visto Luis, non ho visto Gaia e ho già inventato una grandiosa scusa per giustificarmi dei pianti di ieri sera...dirò che ero molto stanca e che non stavo tanto bene.
Rientro in casa.
《Papà sono tornata》urlo,chiudendo la porta di casa.
Nessuna risposta.
《Papà?》alzò un sopracciglio e inizio a guardarmi intorno.
《Papà》lo richiamo più convinta.
Il mio cuore inizia a battere forte e stavolta sono sicura che non è per lo sforzo.
Vado a vedere in cucina e per sicurezza prendo una mazza che teneva dentro un vaso.
《C'è qualcuno?》chiedo tenendo pronta la mazza.
Nessuna risposta.
Ma perché non posso avere un giorno perfetto?
Il telefono di casa inizia a squillare. Faccio un salto dallo spavento.
《 Non ho visto cassette quindi Samara non può essere...》mi metto a ridere per la cavolata che ho appena detto. Facevo per sdrammatizzare la situazione.
Prendo il telefono è dico con voce ben chiara《Pronto?》
《Abbiamo preso tuo padre.》
《Cosa?》
《Si esatto. Abbiamo preso tuo padre》 ripete la voce robusta.
Rimango in silenzio in cerca di qualche spiegazione.
《Ahaha Katrine, sto scherzando》
《Luis?》spalanco gli occhi 《Ma sei scemo?!》
《Ahaha, dai Katrine era uno scherzo》
《Uno scherzo brutto. Mio padre non c'è in casa.》
Un attimo di silenzio
《Magari è a lavoro》
《Può darsi ma è domenica e poi mi avrebbe mandato un messaggio...》
《Stai calma, hai guardato sul frigo?》
《No,perché?》
《Di solito le persone lasciano messaggi attaccati al frigo》
《Giusto. Vado a vedere, resta in linea》
Non facciamoci prendere dal panico. Vado in cucina  con la speranza di trovarci un biglietto.
Chiudo gli occhi e respiro 《Ti prego, ti prego...》
Oddio menomale. Attaccato al frigo vedo un biglietto, mi sembrava quasi di aver trattenuto il fiato in tutto quel tempo.
Ritorno a respirare.
Sul biglietto c'è scritto :

"Principessa, sono andato a fare la spesa perché mancava l'acqua. Torno subito 10-15 minuti"

Mi piombo al telefono
《Luis ci sei?》
《Si, allora dov'è?》
《È andato a fare la spesa》 dico ridendo
《Lo vedi devi stare tranquilla》
《M-ma tu come fai ad avere il mio numero?》
《Ehm...l'ho trovato》
《Stalker》 gli dico ridendo,lui fa altrettanto.
《Ti devo lasciare. Bye》continuo ridendo
《Va bene...va bene 》risponde sarcasticamente.
Butto giù il telefono e vado a farmi una doccia.
Allungo una mano per sentire la temperatura dell'acqua
《Fredda》 sbuffo
Intanto che aspetto l'acqua calda prendo il mio accappatoio e lo appoggio sul pacchetto.
Appena finito torno alla doccia e finalmente acqua calda!
Entro in doccia e l'acqua  scende dai miei lunghi capelli portando un brivido, scontrandosi con la mia pelle fredda.
Le gocce di acqua cadono dalle mie ciglia.
Tengo gli occhi chiusi e libero la mente, finché non resto a pensare a Carl al suo viso, alla prima volta che l'ho visto, che ci siamo conosciuti.
Finalmente è una giornata normale. Non faccio in tempo a finire quella frase che... Riapro gli occhi e di colpo spengo l'acqua,il mio cuore si agita, h-ho visto qualcuno, era proprio davanti a me! Sono sicura di aver visto una forma. Certe volte capita di confondersi con un paio di vestiti ma sono sicurissima che non mi sono confusa, non l'ho immaginato...anche se, pensandoci bene...stavo pensando a Carl, potrei aver avuto ancora un po' in mente la sua immagine...sarebbe l'unica spiegazione.
-Crack-
Qualcosa si è rotto.
Apro la porta della doccia e mi guardo in torno. Allungo la mano tremante per prendere l'asciugamano e me lo indosso. Con i piedi bagnati esco dal bagno.
Cammino lentamente e penso a cose belle.
《Papà sei te?》
Chiaramente nessuna risposta.
Scendo le scale lentamente tenendo gli occhi fissi ovunque, quasi non sbatto le ciglia.
Vorrei pensare a qualcosa di bello ma nella mia mente vedo soltanto mostri. Un mostro sopratutto che mi perseguita da quando sono piccola.
Ha la testa come un'ape un po' più grande, il corpo robusto, la coda simile a quella di uno scorpione, delle lunghe zampe pelose e poi i suoi occhi, ha una pupilla veramente sottile inondata  da bianco.
Arrivata alla fine delle scale guardo in cucina.
《Magari ho soltanto immaginato tutto》mi dico rassicurandomi.
Accendo la tv, per farmi compagnia.
Torno nel bagno e noto qualcosa di veramente assurdo: l'acqua è accesa.

SONO PIÙ FORTE IO (IN PAUSA MA A BREVE NUOVI AGGIORNAMENTI ) Where stories live. Discover now