14. Verso il Wall Sina

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T/N's pov
Mi sveglio di soprassalto, svegliata da un rumore improvviso. Un rombo di tuono, immagino. Guardo fuori dalla finestra e vedo che sta piovendo a dirotto, mentre i lampi attraversano il cielo colorandolo di un tetro colore giallo ocra.
Mi strofino gli occhi e controllo che ore sono: 8:54.
Pigramente mi alzo dal letto, consapevole che se anche ci avessi provato con quel temporale non avrei mai preso sonno.

Un altro tuono e un altro lampo attraversa il cielo. Mi ricordo di quando ero piccola, mi svegliavo durante la notte impaurita dai rumori del temporale e chiamavo mia madre. Lei , assonnata, sorpassava la porta della mia cameretta, sorridendomi e mugugnando silenziosamente. È una donna forte lei, la donna più forte del mondo, come tutte le mamme del resto. Si infilava insieme a me nel mio piccolo lettino. Stavamo stettine, ma lei riusciva comunque a cingere le mie spalle con un suo braccio, per poi sussurrarmi dolcemente di dormire.
Io le dicevo che avevo paura e lei mi rassicurava dicendo che era solamente la natura che borbotta perché le nuvole non lasciano spazio alla luna. Io ridevo e, abbracciata a lei, mi addormentavo.

Ovviamente, crescendo, ho capito che in realtà i temporali sono un fenomeno atmosferico normalissimo e per niente preoccupare, da allora non mi fa più paura. Ma lo svegliarsi durante la notte a causa di un rombo di tuono è rimasto.

Sorrido al pensiero di me abbracciata a mia madre, al ricordo di quelle innumerevoli notti passate così.
Non vedo l'ora di riabbracciarla.

Mi faccio una doccia veloce e mi infilo una maglietta a maniche lunghe non troppo aderente e un jeans blu neanche troppo lungo. Mi pettino un po' i capelli e esco dalla stanza per dirigermi in mensa a fare colazione.

Mi aspettavo la mensa vuota, ma come al mio solito, la mia fortuna è limitata.
Entro e vedo Petra che stava armeggiando qualcosa sul tavolo, probabilmente nel prepararsi un toast.
Ancora non si è accorta di me.
Faccio ancora in tempo a girare i tacchi ed andarmene prima che mi veda
Ma troppo tardi, Petra per un attimo si gira e, vedendomi sull'uscio della mensa a fissarla, si irrigidisce di colpo, alzando il capo e sbuffando,per poi uscire.

Era l'ultima persona che volevo incontrare oggi. Forse si è comportata in questo modo per ciò che ha detto a Levi, e di conseguenza per come può avergli risposto lui. Qualsiasi cosa fosse stata, sono quasi sicura che centrasse, in qualche modo, con me.

Alzo gli occhi al cielo e mi preparo un tè, per poi sedermi ad un tavolo a gambe incrociate e berlo lentamente, evitando di provocarmi un ustione di secondo grado sulle labbra.
Il te riscalda un po' questa fredda e tempestosa prima giornata di vacanze natalizie.
Cominciamo bene... oggi devo anche partire...
Sospiro per poi soffiare sul te, in un inutile tentativo di raffreddarlo, e continuare a berlo.

Finito il te, mi dirigo in palestra. Non so perché, ma è l'unico luogo che ancora non ho visto del quartier generale. Dall'esterno sembra molto grande, ma sicuramente il 70% dello spazio sarà occupato da attrezzi per fare ginnastica e cose così.

Entro, aprendo la porta a due ante cigolando. Mi affaccio con la testa per vedere l'interno.
C'era un gigantesco quadro svedese (non ricordo se si chiami così però vabbè) appeso al muro, delle travi e anche delle parallele per ginnastica artistica. Poi un materasso verde per fare la lotta corpo a corpo, un sacco appeso al muro da prendere a pugni.
Parlando proprio di questo sacco da box, c'era proprio Levi che lo stava colpendo ripetutamente, alternando il braccio destro a quello sinistro.

Con disinvoltura entro nella palestra e spengo la luce, per poi riaccenderla, in modo da far notare a Levi la mia presenza. Alla mia vista sorride e mi fa cenno di entrare.
"Non riesci a stare lontano da me eh?"
Si😍
"No, in realtà è stato un caso trovarti qui. Ero uscita per vedere la palestra e ti ho trovato qua"
"Non c'è bisogno di mentire, ma non preoccuparti mocciosa, passeremo un'altra settimana insieme...e da soli se lo desideri"
Accentua l'ultima frase con un sorrisetto maligno che ricambio, per poi tirargli uno schiaffo leggero in viso.
"Pervertito"
"Tch"
Detta questa 'parola', ricomincia di nuovo a dare pugni al sacco.
"Ha visto come sono forte donzella?"
"Eccome..."
Dico alzando gli occhi al cielo, anche se era doveroso ammettere che picchiava, picchiava forte.

• My Demons • Levi x readerWhere stories live. Discover now