38. Processo

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T/N's pov

"T/N? Va tutto bene?" Chiede mia madre sedendosi dolcemente accanto a me e mettendomi una mano sulla spalla destra. Gli occhi stanchi che tanto assomigliano ai miei e il sorriso di chi ne ha passate tante.
Gli abbozzo un piccolo sorriso, socchiudendo un po' gli occhi e lasciando la testa scivolare all'indietro.
"Sto bene, sono solo un po' nervosa."
"Non devi esserlo, hai fatto di tutto per tuo padre e sono sicura che andrà tutto bene. Poi abbiamo un testimone"

"Lo so benissimo, mamma. Ma se avesse ambiato idea e non venisse più a testimoniare? Che cosa dovrei fare se accadesse una cosa del genere? Dovrei farmi incarcerare al posto suo..." abbasso lo sguardo, per poi sentire sfiorare la mia guancia da una mano candida di mia madre, calda.

È una sensazione davvero bellissima.

"Sono sicura che verrà, è un uomo di parola. Cerchiamo di essere positivi, okay?" Mi sorride e io gli rimando un caldo sorriso prendendogli delicatamente la mano.

Dopo un po', ci incamminammo insieme verso il tribunale dove si sarebbe tenuto il processo, morivo dalla voglia di abbracciare mio padre. Mia madre, all'incirca alta come me, si era stretta a me intrecciando un suo braccio con il mio.
"Non lo vedo, mamma" dico preoccupata scrutando l'orizzonte. C'era parecchia gente, occasioni del genere richiamano l'attenzione di molte persone, non credete anche voi?

Al nostro cammino non posso fare a meno di sentire commenti negativi su mio padre. Solo una persona su dieci (almeno credo) ha parlato bene di mio padre, mormorando parole come 'gli credo, è una bravissima persona' o forse è stata solo la mia immaginazione. Non lo so. Le persone parlavano con voce talmente bassa, quasi come a tenere di essere sentite e giudicate male.

Ovviamente i commenti negativi venivano quasi urlati al nostro passaggio, per schernirci.
E che dire, sono abbastanza delusa. Me lo aspetto, ma sono delusa comunque.

"Hei!" Sentiamo urlare dietro di noi e ci giriamo entrambe: un uomo correva verso di noi con una notevole quantità di fogli ingialliti in mano.
È il nostro testimone, il fornitore di papà.

Sorrido alla sua vista e piano piano viene verso di noi attaccando e ansimando tra una parola e l'altra.
"Scusate il ritardo, stavo cercando gli ultimi fogli. È tutto pronto" ci sorride e questa cosa mi rassicura molto. Credo abbia rassicurato anche la mamma.

Il processo è stato come tutti lungo e lento. Molto lento. Il giudice, un uomo sulla sessantina e di bassa statura, parlava scandendo ogni singola parola e accanto a lui un ragazzo prendeva nota di ogni cosa accadesse all'interno della sala.
Mio padre era accanto al giudice, seduto e con dietro due guardie della prigione.

Era stanco, ma non aveva perso il sorriso, che ci rivolse non appena ci vide entrare. È così primo di speranza, spero davvero possa andare tutto per il meglio.

Anche Den ci aveva raggiunto, nel frattempo. Col suo sorriso mezzo compiaciuto e da strafottente si era seduto accanto a me e mia madre. Continuava a parlarmi, era insopportabile.

"Per favore Den, puoi stare zitto due minuti?" Gli sussurro dopo un po'.
Lui annuisce e si zittisce, continuando a guardare il processo. Non potevo cacciarlo a pedate, o a male parole, così ho dovuto subirlo per tutto il processo.
Almeno non dovrò sopportarlo per il resto della mia vita...

"Per questo, vostro onore, l'imputato è innocente e non ha commesso reati" conclude l'uomo dopo aver terminato di esporre le sue prove a favore di mio padre, che lo guardava con occhi pieni di gratitudine.
L'uomo gli sorrideva qualche volta di rimando.

• My Demons • Levi x readerWhere stories live. Discover now