20. Quartier generale

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T/N's pov
Oggi è il 27 dicembre. Un giorno più freddo dei precedenti. Non vorrei muovermi dall'albergo, fa talmente tanto freddo, nevica da ore ormai.
È mattina ma il cielo è talmente coperto di nuvole che il sole non si vede affatto, tranne qualche spiraglio di tanto in tanto.

Tremo di freddo, nella mia coperta di lana arancione dell'ennesimo albergo che ha deciso di ospitarci.
Quanto vorrei una cioccolata calda per riscaldarmi un po'.

Mi copro completamente fino alla testa, tremando ancora di freddo.
Sono sempre stata freddolosa, fin da bambina.

Rimarrò qui dentro a vita, punto. Non esco da qui.
Sbuffo tra le coperte, mentre fuori inizia anche a grandinare, il rumore del ghiaccio sulle finestra sale e scende a intervalli regolari e non dà tregua alle mie orecchie.
Quasi quasi vado a svegliare il nano.

Parto con questa idea, scoprendomi per poggiare i piedi a terra e cominciare a camminare ma cambio immediatamente idea allo sfioro del mio piede col pavimento gelido della camera da letto.
Mi rinfilo sotto le coperte e guardo la neve e la grandine colpire la finestra.

"Mocciosa? Sei sveglia?"
Mi scopro lentamente dal mio nascondiglio caldo, per poi voltarmi verso la porta, coi capelli arruffati.
"Si sono sveglia"
Dico cercando in qualche vano modo di rendere i miei capelli 'più presentabili'.

"È inutile, non ci riuscirai"
"Lo so... tu non hai fame?"
"Eccome, scendiamo a mangiare?"
Poggio i piedi caldi sul pavimento freddo, ho un sussulto ma poi, con GRANDE forza di volontà mi alzo dal letto.

Scendiamo insieme le scale, andiamo al bar dell'albergo e facciamo colazione. Io ordino una cioccolata calda con un po' di panna sopra, adoro la panna, e Levi invece del tè con dei biscotti al cioccolato.

Finita la colazione ci vestiamo di tutto punto, pesanti il più possibile. Cerchiamo due maglie col cappuccio, visto che fuori grandinava.
"Certo sarebbe meglio un ombrello, se lo avessimo" dico a Levi che annuisce in risposta.

L'aria tira forte e la grandine picchia sulla nostra teste. La neve scende a fiocchi e quasi non si vede nulla dalla folta foschia creata.
A fatica ci dirigiamo dai cavalli, gli diamo da mangiare e li accarezziamo un po', cercando di trovare in loro un po' di calore che potesse sostituire quello delle coperte.

"Che ne dici di partite dopo che la tempesta si sia calmata?"
Tenta di dire Levi, urlando un po' per farsi sentire a causa del forte lamento del vento.
"Okay"
Torniamo nell'albergo e saliamo nelle nostre camere.

Mi butto sul letto a pancia in su.
"Che comodo il letto, meglio qui che fuori"
"Tch"
Mi siedo e lui si siede accanto a me.
"Sai una cosa da fare per passare il tempo?"
"No"
Mi risponde freddo Levi
"Io ho un idea"
Mi chino verso il comodino accanto al mio letto, dove avevo trovato, probabilmente lasciato dagli inquilini prima di me, un quadernino bianco, con sopra poggiata una matita colorata di rosa.

"Giocheremo a disegnare, il disegno che viene meglio vince. Così per passare il tempo"
"E chi vince cosa avrà in cambio?"
Dice con fare pervertito mentre un ghigno comprare sul suo volto, fa terribilmente paura da quanto è carino.

"È solo per passare il tempo, non riesci a fare altro senza scommettere?" Commento ridendo, mentre apro il quaderno e ne stacco due figli.
"Questo e tuo. Allora cominciamo disegnando qualcosa di semplice, che ne dici di un albero?"
"Tch"
"Intorno devi farci il paesaggio, decidi tu come"

*1 ora dopo*

"Finito!" Dico alzando il mio disegno in aria, con fare orgoglioso.
"Anche io" dice Levi, mostrandomi il suo disegno.

• My Demons • Levi x readerWhere stories live. Discover now