35. Il passato a volte ritorna

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T/N's pov
Nevica.
Il freddo corrode la mia pelle, spellandola e rendendola insensibile, qualche volta.
Sono stata una stupita ingenua a pensare di potermi coprire dal tempo gelido di novembre solo con una stupida giacchetta.

Spero di non ammalarmi.
Ormai sono vicino casa, le mura del Wall Sina si estendono imponenti davanti a me e a N/c, che gioisce nel capire che il suo lungo viaggio ormai è giunto al termine, dopo quattro giornate infernali, tra pioggia e neve.

Entro, tremante, all'interno della cinta di mura, stringendomi nelle spalle tentando il più possibile di tenermi al caldo, almeno fino a che non sarei stata tra le mura di casa.

Sono le 10 del mattino e, da come ricordo, questo è l'orario di punta qui, nella mia cittadina, per andare a fare compere al mercato. Di solito, sopratutto nel periodo primaverile, non ti conveniva uscire di casa per quanta gente c'era in strada.

Ora, essendo inverno, la ressa primaverile non può essere neanche lontanamente paragonata a quella di adesso.
Nonostante faccia freddo comunque le donne si aggirano per le bancarelle di frutta di stagione, con un cesto di vimini nella mano destra e la mano del proprio figlio o la propria figlia nell'altra.

Scendo da cavallo e mi dirigo verso le stalle, li nei paraggi.
Passando tra tutta quella gente alle bancarelle,scorgo sguardi indiscreti e disgustati su di me, sguardi sfuggivi che riesco appena a percepire che l'osservatore distoglie lo sguardo, forse imbarazzato, forse impaurito...

Tra la folla, in subbuglio per accaparrarsi per prima il pezzo di pane più fresco, riesco a riconoscere la signora Kate, il signor Mike, il piccolo Mattia e suo zio, Zack.

Infreddolita, passo in mezzo a loro, aspettandomi un qualunque segno di affetto da parte loro: un saluto, un sorriso, magari anche un abbraccio e un 'bentornata'.

Le mie speranze volano via davanti ai miei occhi, quando incontro quello della signora Kate, che si irrigidisce e ritorna con lo sguardo a guardare avanti, sorpassandomi senza neanche degnarmi di un saluto.
La sua espressione...non riesco a capire cosa ha provato quella donna al contatto delle mie iridi c/o.

Forse timore, paura, disprezzo... queste sono le sensazioni che mi sono arrivate dal sul sguardo.
Abbasso lo sguardo, capendo ormai che T/N T/C, non è più ben voluta in questa modesta cittadina.

Deglutisco quel boccone amaro, che ora lotta nel mio stomaco insieme a tutti gli altri miei pensieri.
Quando mi sento tirare i pantaloni.

Abbasso il mio sguardo per poter vedere bene chi cerca di attirare la mia attenzione. Il mio cuore si intenerisce al vedere un sincero e allegro sorriso del piccolo Mattia. Rivolto a me.

Gli sorrido, fermo N/c e mi chino verso di lui.
"T/N! Sei tornata!" Mi dice sorridendo e abbracciandomi.
Intenerita da quel suo semplice gesto, che mi rallegra l'animo, lo stringo delicatamente a me, per non fargli male.

"Mattia, che stai facendo?"
Alzo gli occhi verso la voce maschile che ha parlato. Suo zio, Zack.
"Sto abbracciando T/N!" Dice lui staccandosi da me, ma tenendo comunque una sua candida e delicata mano sulla mia spalla. Mentre parla, posso notare la finestrella che ha in bocca, creata dalla mancanza di su per giù due dentini.

"Vieni via, veloce!" Dice Zack, allontanandosi ma tenendo d'occhio il nipote con la coda dell'occhio.
L'unica cosa che mi viene in mente e di domandarmi perché, perché credessero che la mia famiglia d'un tratto sia diventata una mietitrice di guai e sventure.

"Ciao T/N" Dice Mattia allontanandosi da me, sorridendomi dolcemente mentre corre verso lo zio, che lo prende per mano e comincia a fargli una bella lavata di capo.

• My Demons • Levi x readerWhere stories live. Discover now