Il bambino venuto dall'Italia

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REVISIONATO IL 05/12/2020

Titolo: The Lady of the Ring
Capitolo: 01. Il bambino venuto dall'Italia
Fandom: Katekyo Hitman Reborn, Miraculous
Numero Parole: 4.741
 

Gli Anelli Vongola, gli Anelli Mare e i Ciucciotti degli Arcobaleno.
Insieme formano il Trinisette: tre gruppi di sette pietre ciascuno che, si dice, abbiano creato il mondo.
Ognuna di queste pietre possiede un attributo, ovvero le componenti base delle Fiamme dell'Ultimo Desiderio che scorrono in ogni individuo: Nebbia, Nuvola, Pioggia, Tempesta, Sole, Fulmine e Cielo.
Il Trinisette, da sempre oggetto di guerre per l'immenso potere che esso possiede, è stato affidato a due delle principali Famiglie Mafiose del mondo perché li custodissero passandoselo di generazione in generazione: la Famiglia Vongola che custodisce gli Anelli Vongola, e la Famiglia Giglionero che custodisce gli Anelli Mare.
I Ciucciotti degli Arcobaleno, indipendentemente, sono stati affidati a sette persone scelte tra i migliori che, trasformati in bambini, dovranno custodirli per l'eternità.
Eppure, all'insaputa di tutti, un ottavo Anello Vongola venne forgiato dal Capostipite della Famiglia, un Anello che ha una discendenza incerta ma ben precisa...

 

La stanza era immersa nella quasi totale oscurità. Pacchetti di patatine vuoti, incarti di biscotti e alcune lattine di bibite erano sparse quà e là in perfetto disordine.
L'unica fonte di luce era il piccolo computer poggiato sul parquet al quale lavorava incessantemente la figura di un ragazzo poco più che ventenne, infilato in un pigiama leggero e cadente che gli concedeva un'aria vissuta ma sorprendentemente sexy.
C'era un silenzio innaturale intorno a lui, rotto solo dal ticchettio incessante dei tasti e i suoni occasionali dello schermo, mentre frugava in un pacchetto di patatine al formaggio e ne portava due alla bocca, masticando lentamente; accanto a lui, che ronfava pigramente, vi era una semplice tartaruga di terra rannicchiata nel proprio guscio, in attesa che il padrone finisse quel lunghissimo ma importante lavoro che portava avanti da oramai tre giorni.
Sullo schermo apparvero molte pagine piene di scritte che andavano discorrendo velocemente ma di cui, gli occhi allenati dell'uomo, riuscivano a distinguere ogni singola frase. Premette un tasto e davanti a lui apparve un lungo ed intricato albero genealogico con parecchi rami che convergevano in ogni direzione, rendendolo quasi incomprensibile, ma lui individuò quasi subito il nome che gli serviva e seguì quel contorto intreccio di arbusti fino ad arrivare alla base: molti nomi si susseguivano, uno di fianco all'altro, ma a lui ne serviva solo uno.
Fece scorrere la freccetta su una casella al margine destro e vi cliccò sopra.
Digitò diversi codici, password e molte combinazioni degne del più esperto degli hacker per poter attingere a quelle informazioni di norma inaccessibili: quando, finalmente, gli apparve dinnanzi il profilo completo del suo obbiettivo con tanto di fotografia il ragazzo si aprì in un sorriso sodisfatto mormorando, in perfetto accento italiano, una singola parola che rispecchiava esattamente la situazione: - Tombola! -
 

Le lezioni erano cominciate da un pezzo e Marinette questo lo sapeva benissimo, tuttavia non poteva permettersi di perdere un'intera giornata di scuola per due ore di ritardo. Salì le scale e si precipitò in aula, spalancando la porta e quasi inciampando sulla soglia mentre i suoi compagni di classe si voltavano verso di lei, attirati dalla sua entrata in scena per nulla silenziosa.
- Marinette! - la riprese l'insegnante, esasperata, voltandosi di scatto verso di lei - Qual è la scusa questa volta? - domandò, scettica, incrociando le braccia sotto il seno già sapendo che la diretta interessata avrebbe farfugliato qualche motivazione poco credibile per giustificare il suo ritardo.
La ragazza se ne stava ancora sulla porta, cercando di riprendere fiato per la corsa appena fatta, mentre il motivo del suo ritardo si faceva nitido nella sua mente. Alzò lo sguardo verso l'insegnante, indecisa se dirle oppure no che aveva appena salvato Parigi dalla distruzione. Infine optò per il no e si raddrizzò.
- Sappiamo entrambe che sarebbe una scusa quindi che senso ha dirglielo? - sbottò, infastidita dal ridacchiare dei suoi "amici" in sottofondo, per poi tapparsi la bocca con le mani ad occhi sgranati capendo la sciocchezza che aveva appena fatto.
Madame Bustier sbarrò gli occhi e l'intera classe scoppiò a ridere davanti a tanta sfacciataggine, mentre Marinette desiderava solo sotterarsi per la vergogna: non aveva mai risposto ad un insegnante in quel modo, come le era saltato in mente? Frustrata o no doveva darsi un contegno.
La donna strinse le labbra, rendendole un filo sottile di carne: - Bene - disse con calma - Vedremo se il direttore sarà dello stesso avviso: in presidenza. Adesso! - ordinò. Marinette sospirò e uscì di nuovo dalla classe chiudendosi la porta alle spalle, per poi avviarsi nel corridoio.
La sua borsetta si aprì con uno scatto e la testolina rossa del suo Kwami fece la propria apparizione guardandola con i grandi occhi blu sgranati di meraviglia: - Marinette, che ti è preso? - domandò, stupita.
- Non lo so, Tikki - ammise lei, sconfortata - Forse sono solo stanca: non è facile far combaciare gli impegni scolastici con quelli di Ladybug - sospirò.
Da quando aveva ricevuto quei poteri non era più riuscita a trovare un equilibrio nella propria vita: oramai era più Ladybug che Marinette e la cosa era diventata soffocante. Si chiedeva spesso se anche Chat Noir avesse quei problemi ma non si era mai azzardata a chiederglielo.
- Fortuna che sono solo questi due - disse - Pensa se le identità segrete erano tre - esclamò, alzando gli occhi al cielo.
- Tipo studentessa ed eroina di giorno e cantante pop di notte? - domandò Tikki, ridacchiando. Anche Marinette rise.
- Non mi vedo nei panni di Hannah Montana - disse - A parte che sono stonata come una campana, ma la parrucca bionda non mi donerebbe mai - commentò voltando l'angolo del corridoio per raggiungere la Presidenza, ignara della figura che la osservava nascosta nell'ombra.

The Lady of the RingWhere stories live. Discover now