Attentato! - Un nemico invisibile

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REVISIONATO IL 25/03/2022

Titolo: The Lady of the Ring
Capitolo: 09. Attentato! - Un nemico invisibile
Fandom: Katekyo Hitman Reborn - Miraculous
Numero Parole: 3.864



Marinette non era abituata ad avere ospiti in giro per casa. O, se li aveva, erano tipi mattinieri che si alzavano sempre prima di lei.
Ciò che non sapeva, però, era che Dino non fosse solo un imbranato cronico ma anche uno a cui piaceva dormire. E questo non giocava esattamente a suo favore, specie se il bagno era uno solo.
Bussò per la ventesima volta alla porta, sperando che il ragazzo non si stesse affogando nella sua doccia (cosa di cui, era certa, sarebbe stato capace).
- Dino! Sbrigati o farò tardi a scuola! - esclamò. Sentì trafficare dietro la porta, poi un rumore sinistro ed infine un corpo che si abbatteva sulle mattonelle azzurre senza pietà.
Dei borbottii indistinti le giunsero alle orecchie poi la chiave girò nella toppa e il ragazzo spalancò l'uscio. Marinette aveva già quattordici anni suonati, era vero, ed aveva già visto parecchi modelli posare in costume da bagno sulle varie riviste di moda... ma non poté proprio fare a meno di arrossire violentemente quando Dino apparve solo con un asciugamano in vita, completamente bagnato e con i capelli che gocciolavano acqua sul viso. Il tatuaggio a forma di fiamma che aveva sulla mano si estendeva per tutto il braccio in simboli intricati e molto artistici, arrivando ad occupare la spalla, l'intero fianco e parte del ventre.
Radi aveva ragione, un pensiero sconcio se l'era fatto... anche se stava cercando in tutti i modi di cancellarlo dal piano immaginario dell'esistenza.
Non si poteva dire lo stesso del ragazzo che sembrava completamente a proprio agio.
- Hai ragione, scusa. Ti do un passaggio io! - rispose lui, dispiaciuto, mentre la superava in fretta e furia per salire in camera a vestirsi, cadendo sull'ultimo gradino ed arrivando in camera rotolando. E lei rimase lì, come un'emerita cretina, a fissare il vuoto con l'immagine oltremodo sexy del ragazzo ancora davanti ai propri occhi.
- Riprenditi, Marinette - le riscosse Lal, appena apparsa nel corridoio - Hai il tempo solo per la doccia - aggiunse, superandola per scendere in cucina.
Quando la ragazza capì cosa intendesse la bambina con quelle parole desiderò ardentemente chiudersi in bagno per non uscirne mai più.

No, Marinette non poteva proprio continuare così. Andava oltre la sua umana sopportazione. E, lo aveva capito da tanto, oramai, che da un po' di tempo a quella parte era più depressa del solito.
Come in quel momento che, rannicchiata in un angolo della porche rossa fiammante di Dino, sentiva il morale sotto i piedi. E non riusciva ad alzare gli occhi ed incontrare quelli del ragazzo, non ce la faceva assolutamente!
Lal le batteva pacche incoraggianti (ed abbastanza indifferenti) sulle ginocchia, mentre era impegnata a discutere col diretto interessato di qualcosa di cui, però, Marinette non capiva un accidente dato che parlavano in italiano.
Bel modo di confortarla, lasciandola lì nel suo bozzolo di disperazione.
- Marinette, siamo arrivati - informò infine la bambina. La ragazza alzò lo sguardo, constatando di essere effettivamente davanti la sua scuola... poi incrociò gli occhi di Dino e il pensiero sconcio tornò a farsi strada prepotentemente dentro di lei, facendola demoralizzare di nuovo.
- Oggi non ci sarò - informò Lal attirando la sua attenzione - Ho delle cose da fare quindi vedi di non cacciarti in nessun guaio - tagliò corto, prima di gettarla fuori dalla macchina con poca grazia.
- Ehi! - si lamentò lei, evitando per un soffio di finire col sedere per terra.
- Ci vediamo più tardi, Marinette! - salutò Dino, sorridendo a mo' di scusa da dietro il finestrino aperto. Poi la macchina partì sgommando, lasciandola e fissarla sparire tra la polvere.
Sospirò.
"Niente pensieri strani, Marinette. Niente pensieri strani."
Si autoimpose, prima di voltarsi e salire i gradini dell'istituto.

Le piccole dita battevano incessantemente sui tasti del computer mentre diverse scritte si riflettevano nelle lenti sottili degli occhiali. Il laboratorio era piccolo e ingombro di grandi macchinari, tutti dalla dubbia utilità e provenienza.
Un coccodrillo di un verde sgargiante se ne stava rannicchiato alla base di una sedia girevole, intento a sonnecchiare tranquillamente nel silenzio della stanza.
- Mh. Prototipi Uno e Due in esecuzione. Prototipi Tre e Quattro in posizione. Nessuna anomalia al momento, tutto come calcolato. Diamo il via all'operazione - ordinò, inviando il comando premendo un semplice tasto. Si appoggiò allo schienale della sedia, osservando soddisfatto il proprio operato, facendo scivolare le mani nelle tasche del camice bianco: non restava che attendere pazientemente l'esito. Sorrise, già pregustando il momento - Il Boss e il suo Braccio Sinistro... vediamo chi morirà per primo. -

The Lady of the RingWhere stories live. Discover now