Addestramento - Lezione di Responsabilità

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REVISIONATO IL 01/01/2021


Titolo: The Lady of the Ring
Capitolo: 05. Addestramento - Lezione di Responsabilità
Fandom: Katekyo Hitman Reborn - Miraculous
Numero Parole: 6.979



Marinette buttò giù un lungo sorso d'acqua, prima di sospirare e sedersi sulle scale del Trocadera: aveva una bella vista della città semidormiente, con l'alba che sbucava all'orizzonte diradando la nebbia mattutina.
Lal era seduta accanto a lei, intenta a leggere un libro in quello che sembrava tedesco: non aveva mai dubitato che lei conoscesse diverse lingue e si chiese come potesse una bambina così piccola sapere tante cose. Aveva rimuginato molto sulle poche informazioni che Lal le aveva fornito: esisteva un Arcobaleno per ogni attributo e questo risultava anche logico. Lei era un Militare prima di divenirlo, quindi prima era una persona normale? Aveva anche detto che qualcun altro aveva inconscientemente preso il suo posto all'ultimo secondo... ma allora perché anche lei era una bambina?
Si schiarì la gola, riarsa dal vento, e chiuse la bottiglietta: - Lal - cominciò.
- Sí? -
- Tu... insomma, com'eri prima di diventare un Arcobaleno? - azzardò. La bambina ci mise un po' a rispondere.
- Come qualunque altra persona, credo - rispose, pacata - Ma non chiedermi quanti anni ho, perché non ti risponderò - tagliò corto. Marinette restò in silenzio per un po'.
- Immagino non sia stato facile - mormorò. Lal sbatté le palpebre, fissando un punto sulla pagina senza vederlo.
- No - ammise - Ma ci sono abituata. Dopotutto, sono passati più di vent'anni6 - informò. Marinette sussultò: vent'anni. Lal era una bambina da più di vent'anni!
Restarono in silenzio per qualche altro minuto, godendosi il sole che sorgeva rischiarando i pensieri di entrambe. Infine, Lal chiuse il libro, riponendolo sotto il mantello.
- Torniamo indietro, farai tardi a scuola - decretò. Marinette annuì e, dopo aver messo la bottiglia d'acqua nelle ampie tasche della felpa, si alzò prendendo Lal in braccio; la bambina si arrampicò sulla sua spalla e fecero il percorso inverso fino a casa.
Se doveva dirla tutta, Marinette non aveva nessuna voglia di andarci; erano passati meno di tre giorni da quando Lal le aveva sparato e Chloé non si faceva vedere da allora. Sabrina si rifiutava di dire dove fosse o cosa avesse e Marinette si stava rodendo dai sensi di colpa, per quanto tutti continuassero a ripeterle che aveva fatto la cosa giusta a spiattellarle in faccia il suo comportamento meschino.
Si fece la doccia e si vestì, stando poco attenta a quello che indossava tanto che Lal dovette impedirle di infilarsi il jeans al posto della felpa. Dopo aver recuperato tutte le sue cose scese a far colazione e uscì di casa ma non badò minimamente a dove andava: Alya dovette prenderla di peso per impedirle di superare la scuola e dirigersi chissà dove.
- Sul serio, Marinette, te la stai prendendo più del dovuto - la rimproverò. La ragazza sospirò.
- È più forte di me, Alya... le ho detto un sacco di cose orrende! -
- E vere - aggiunse la ragazza.
- Le ho sbattuto in faccia che è colpa sua se i nostri compagni vengono akumizzati! - esclamò, disperata.
- Perché è così! - rispose la ragazza - Vorresti dire che non è vero che Kim, Nathanael, Rose, Sabrina, Alix, Juleka, io... siamo stati tutti akumizzati per colpa sua? - domandò retorica al suo sguardo indeciso, incrociando le braccia.
- Una volta è stata akumizzata anche lei - ricordò Marinette.
- Sempre per colpa sua - puntualizzò Alya. Marinette fece una smorfia di disappunto, poiché sapeva che la colpa non era assoluramente di Chloé, e la ragazza sospirò prima di irrigidirsi guardando un punto sulla strada. - Guarda chi è tornata - disse, a mezza voce. Marinette si voltò e vide Chloé scendere dalla costossissima macchina di suo padre. Non aveva il solito sguardo altezzoso e canzonatorio che la contraddistingueva: era seria, forse anvhe troppo. Sabrina le veniva dietro ma aveva uno sguardo preoccupato.
La ragazza si fermò un secondo davanti le scale, incrociò lo sguardo di Marinette, e se ne andò senza dire una parola. La corvina, dal canto suo, si torceva le dita.
- Forse dovrei chiederle scusa - disse, mordendosi il labbro inferiore.
- Assolutamente no! - entrambe le ragazze sobbalzarono a quell'esclamazione, detta con fin troppa enfasi dal ragazzo dietro di loro. Nino la osservava ad occhi sgranati con Adrien accanto che lo fissava sorpreso. - Se lo farai crederà di essere nel giusto e tornerà quella di prima! Deve capire di aver sbagliato! - disse, scandalizzato.
Alya alzò un sopracciglio - Come fai a sapere che non è ancora quella di prima? - domandò.
- Oh, andiamo, se non si è data una calmata dopo tutto quello che le ha detto Marinette non vedo come altro potrebbe farlo - rispose lui, ricevendo una gomitata ammonitoria dall'amico: Marinette aveva emesso un basso gemito di sconforto e si era coperta il viso con le mani.
- Sono una brutta persona - esclamò, abbandonando la fronte sulla spalla di Alya che le batté qualche colpo di conforto sulla schiena.
- Andiamo, Marinette, non puoi incolparti per tutto: devi capire che... - cominciò ma la ragazza la interruppe.
- ...non posso aiutarli tutti - finì, anticipandola - Lo so, Lal me lo ripete in continuazione - sospirò raddrizzandosi. Alya aggrottò le sopracciglia.
- Chi è Lal? - chiese. Marinette si bloccò per un istante, maledicendosi poco delicatamente in italiano (parlando con Dino aveva imparato più imprecazioni nella sua lingua madre che informazioni sulla Famiglia), prima di fissarli tutti e tre incerta.
- Lal... non era quella tizia che il tuo amico dall'Italia aveva detto sarebbe arrivata quí a Parigi, in quel messaggio? - chiese Nino. Marinette desiderò con tutto il cuore stenderlo con un pugno: perché Nino ricordava sempre ciò che non doveva ricordare?
- Ehm... - iniziò. In quell'istante, quasi per miracolo, suonò la campanella. - Oh, la campanella! Sarà meglio sbrigarsi o faremo tardi! - esclamò, prima di correre dentro sotto lo sguardo sorpreso e sconcertato dei compagni.
Non si poteva più andare avanti in quel modo.

The Lady of the RingWhere stories live. Discover now