Visita scolastica - Lal... Insegnante Privata?

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REVISIONATO IL 25/03/2022


Titolo: The Lady of the Ring
Capitolo: 08. Visita scolastica - Lal... Insegnante Privata?
Fandom: Katekyo Hitman Reborn - Miraculous
Numero Parole: 5.058

La Mafia: la Criminalità Organizzata.
- La Criminalità Organizzata? - domandò Alya, scettica, fissando le diapositive che scorrevano sul computer.
- Avevi un'idea migliore? - ribatté Nino, retorico
- Beh, potevi trovare qualcosa di più originale - rispose lei.
- Le cose semplici sono le più buone! - ricordò il ragazzo, saggiamente, ricevendo in risposta un sopracciglio inarcato.
- Ringrazia che non l'abbia detto con la voce di Banderaz - mormorò Adrien, sporgendosi verso Marinette che ridacchiò.
- Ridete pure voi due - li rimbeccò Nino, sarcastico - Ma a me la voce di Banderaz viene benissimo! -
Alya alzò gli occhi al cielo, scuotendo il capo, per poi tornare a prestare attenzione alla presentazione.
- Ognuno di noi ha la sua parte da esporre, ve l'ho anche stampata a riassunto - illustrò Alya, passando dei fogli ai ragazzi - Comincerò io, poi Adrien, Nino e infine Marinette. Cerchiamo di essere brevi e concisi: la Bustier odia chi parla troppo - ricordò.
- Bene - annuì Marinette, aprendo la sua parte: sperava davvero che andasse tutto liscio, c'era la possibilità che quella presentazione influisse sul voto della verifica.
- Noi siamo il terzo gruppo, dopo quelli di Alix e Chloé. Abbiamo tempo per ripassare - disse Adrien.
- E abbiamo un'ottima presentazione in slide fatta da nientemeno che dal sottoscritto! - si vantò Nino, aggiustandosi il colletto della t-shirt - Andrà tutto alla grande - aggiunse, rilassandosi sulla sedia e portando le mani dietro la testa.
- Che modestia - ribatté Alya, sarcastica, facendo il giro per tornare al proprio posto seguita da Marinette, che iniziò subito il ripasso. La prima ora passò in un lampo, mentre la Bustier entrava in classe e i gruppi di Alix e Chloé si preparavano ed esponevano la loro ricerca; Marinette seguì ben poco delle presantazioni, troppo occupata ad imparare la propria parte a memoria.
Sussultò quando Nino poggiò la propria mano sul banco, esattamente tra loro due.
- Abbiamo perso un sacco di tempo a vedere gli aspetti generali ma non ci siamo preparati su nulla in particolare! - ricordò in un sussurro, agitato.
- Che significa "in particolare"? - domandò Marinette.
- Gli altri gruppi hanno portato un approfondimento sulla storia di un personaggio del crimine - rispose Alya - Secondo te perché Kim era vestito da Jack lo Squartatore? -
- Ehm... - a dirla tutta, Marinette non ci aveva fatto molto caso impegnata com'era a ripassare.
- E adesso che facciamo? - bisbigliò Adrien.
- Qualcuno di voi è incappato in un nome particolare della Mafia? - chiese Nino, disperato.
Marinette guardò tutti, con un groppo in gola.
Parla della Famiglia: ne sai abbastanza e posso aiutarti io.
Parlare della Famiglia? Certo, li avrebbe salvati da un probabile voto basso... ma avrebbe mandato a farsi benedire il segreto: Lal si sarebbe arrabbiata e lei non voleva passare un'altra nottata in bianco a pulire la Villa.
Non temere, per qualunque cosa dai la colpa a me.
Marinette sgranò gli occhi: aveva davvero deciso di prendersi la responsabilità dell'aver gettato nel gabinetto la discrezione?
Sei pur sempre la mia nipotina adorata. Quale altro nonno lo farebbe?
Semmai bis-bis-bis nonno...
Siamo lì.
- Ehm... - ripeté, incerta, fissando l'anello - Forse io... - mormorò.
- Davvero? - chiese Nino, spostando gli occhi sgranati su di lei.
- Ecco, sì, però non so se... - cominciò Marinette, venendo interrotta da Madame Bustier che guardò nella loro direzione.
- Siete pronti, voi? - domandò, facendoli girare verso la lavagna.
- Ahm... sì! - rispose Alya, alzandosi - Sì, siamo pronti! - annuì, più convinta, scendendo le scale seguita dagli altri: si misero in fila davanti la cattedra e Nino inserì la chiavetta nel PC della classe per far partire le slide.
Alya iniziò con la storia, parlando dei primi veri gruppi di criminalità organizzata mai esistiti, mentre Marinette ripassava tutto ciò che aveva appreso sulla Famiglia Vongola in quell'ultimo periodo sperando che bastasse.
Quando venne il suo turno espose la propria parte, impappinandosi leggermente ogni tanto per l'ansia, ma senza troppi danni.
Fu solo dopo che iniziò il vero incubo: se Marinette avesse saputo ciò che sarebbe successo da lì in poi non avrebbe mai pronunciato il nome Vongola di propria spontanea volontà.
- Perfetto, ragazzi - si complimentò l'insegnante - Avete scelto qualche ramo in particolare di cui parlare? - chiese. Alya, Adrien e Nino spostarono lo sguardo su Marinette che si sentì schiacciata sotto il peso di tutta quell'ansia. Prese un profondo respiro e fece appello a tutte le sue forze.
- Sì. Abbiamo scelto di approfondire un'organizzazione mafiosa chiamata... Vongola Famiglia - disse, tutto d'un fiato, pronunciando le ultime due parole in italiano di proposito. Per due secondi tacque, aspettandosi di veder spuntare dal nulla Lal con uno dei suoi micidiali calci volanti, o peggio ancora col fucile carico (e non di Proiettili dell'Ultimo Desiderio)... invece, contro ogni aspettativa, non accadde nulla. Decisamente sollevata si schiarì la gola per andare avanti, anche se non sapeva bene da dove partire.
- Ecco, è una tradizione della Mafia italiana riunirsi sotto uno stesso nome, di solito appartenente al Boss: loro si considerano una Famiglia anche se non hanno alcun legame di sangue e spesso si alleano con altre Famiglie, per un motivo o per un altro - cominciò, ritrovando un po' di fiducia - Abbiamo scelto la Famiglia Vongola perché è un'organizzazione criminale un po'... differente dalle altre - spiegò, attirando l'attenzione dell'insegnante.
- Differente in che senso? - chiese la donna.
- Ehm... beh... tanto per cominciare... - continuò, cercando le parole adatte per spiegarsi, andando nel panico: non stava facendo una bella figura in quanto a esposizione - La Vongola Famiglia fu fondata più di cento18 anni fa da Giotto Vongola, che ne fu il primo capostipe - disse. Fu solo quando le parole le uscirono di bocca che si accorse di averle dette. Sgranò gli occhi.
L'avevo detto che ti avrei aiutata.
Certo, era ovvio.
Ora su che ce la fai: rendi fiero il tuo nonnino!
Marinette sorrise leggermente: dove lo trovava un bis-bis-bis nonno così?
Da nessuno parte, stanne certa.
- Giotto, sebbene avesse creato una vera e propria organizzazione mafiosa adoperava diversamente il proprio "potere" - continuò, frugando nelle informazioni che sentiva scorrere nel cervello come un fiume, sicuramente passatele da Radi - Scelse un territorio che pose sotto la propria protezione e si occupò di mantenerlo al meglio, insieme a tutti coloro che lo abitavano. Purtroppo non siamo riusciti a rimediare molte informazioni, essendo per la maggioranza riservate, ma ci sono fonti attendibili che parlano di traffici di droga e di esseri umani e fitte reti criminali e assassine sventate proprio dalla Famiglia Vongola, sebbene questa abbia sempre cercato di non far arrivare informazioni dove non dovevano arrivare. Ovviamente, facevano anche i mafiosi... - aggiunse, incerta e un po' inorridita, mentre le arrivavano informazioni che era meglio se Radi avesse tenuto per sé - ...ma su per giù siamo lì - finì, cercando di riprendersi - Si sa che la Vongola Famiglia sia ancora in attività, anche se negli ultimi anni se ne sono perse alcune tracce. -
Sei un po' troppo vaga.
Scusate se non voleva sbandierare ai quattro venti i segreti della Famiglia... alcuni dei quali voleva che restassero tali anche per lei.
Hai ancora tante cose da imparare, Marinette.
Su questo non aveva dubbi.
- Una Mafia diversa da quella proposta finora - commentò Madame Bustier.
- Per questo l'abbiamo scelta - rispose la ragazza, con un ampio sorriso - Era una Mafia... nuova. Cioè, nuova nel modo di agire - si corresse - Credevamo fosse un'idea originale e... -
- ...hai appena gettato nell'immondizia anni di duro lavoro - concluse una voce fredda, dietro di lei, facendola gelare sul posto.
Oh, merda.
Radi non avrebbe potuto dirlo meglio. Pregando qualunque Dio e Santo esistente, Marinette si voltò lentamente, già pregustando la sua ultima ora di vita: Lal era in piedi sulla cattedra, esattamente dietro di lei, che la trafiggeva con i suoi occhi rossi.
Ora era davvero nei guai.
- È stata un'idea di Radi - buttò fuori, sudando freddo.
Non hai perso tempo.
- Tale nonno, tale nipote - rispose lei, con gelido sarcasmo.
- Ehm... ci dispiace? - tentò lei.
- Con me non attacca, sappilo - avvisò subito Lal.
Ad interrompere quel dialogo, che sarebbe senza dubbio finito con un omicidio, fu Madame Bustier che si schiarì la gola.
- Ehm... - attirò l'attenzione, cercando di sorridere sebbene la sua incertezza fosse evidente - Esattamente lei... che cosa è? - domandò rivolgendosi a Lal, perplessa.
A Marinette bastò voltare lo sguardo alle sue spalle per vedere tutta la classe che fissava la bambina, curiosa e spaesata... e questo non andava bene. Non andava bene per niente.
- Non è evidente? - rispose Lal - Sono una bambina - lo disse in un tono così ovvio e macabro da far rizzare i capelli a tutti i presenti. Marinette si passò una mano sulla fronte: ma chi mai le avrebbe creduto?!
- Ah - fu tutto ciò che rispose l'insegnante - E... sei un'amica di Marinette? -
- Sono la sua Insegnante Privata. -
Un silenzio attonito seguì quest'affermazione: andavano sempre peggio. Madame Bustier, invece, ridacchiò.
- Oh, e così sei un'insegnante privata? E cosa insegni? - chiese, divertita, evidentemente convinta che lei stesse scherzando o giocando.
Povera illusa.
Lal alzò lo sguardo su di lei, seria oltre ogni immaginazione, e quando parlò un gelo innaturale calo fra i presenti: - Potrei dirglielo... ma dopo dovrei ucciderla. -
Marinette sgranò gli occhi e aprì la bocca, per poi battersi entrambe le mani sul viso: alla faccia della discrezione!
Tutti gli sguardi si spostarono su di lei, che sbirciò con un occhio tra le dita prima di togliere lentamente le mani.
- È più vecchia di quanto possiate credere - rispose, a mo' di spiegazione, facendo alzare parecchi sopraccigli.
Vecchia. Adesso non esageriamo con i termini - disse Lal.
- Sei tu che non vuoi dirmi quanti anni hai - la rimbeccò Marinette.
- Anche se te lo dicessi non mi crederesti - tagliò corto lei.
- Oh, andiamo, Lal: ne ho viste talmente tante da quando ti conosco che potrei credere persino agli Unicorni che volano! - sbottò la ragazza.
Lal? - domandò Alya, sporgendosi oltre i due ragazzi - Quella sarebbe Lal? - chiese, indicando la bambina.
Marinette si voltò a guardarla, sbatté le palpebre e sorrise (anche se in modo decisamente inquietante).
- Potete scusarci solo un momento? - chiese, afferrando la bambina per il cappuccio del mantello e sfrecciando fuori dall'aula sotto lo sguardo stupito di tutti, per poi fiondarsi negli spogliatoi femminili. - Ti rendi conto che ti ha vista tutta la classe?! - esclamò, quando Lal fu saltata sulla panca.
- E allora? -
- Hai minacciato di morte la mia insegnante! -
- Non era una minaccia ma una constatazione - scrollò le spalle lei.
- Lal! - la riprese la ragazza.
- Sei tu che hai parlato della Famiglia Vongola a tutti - le ricordò la bambina, coprendo con la propria voce il fruscio che provenne da fuori la porta.
- Ok, è vero, ma è stata un'idea di Radi... e poi non ci eravamo preparati su niente, mi serviva qualcosa su cui parlare! Dopo tutte le ore che abbiamo passato a studiare un voto basso per una cosa del genere non lo avrei accettato - spiegò, iniziando a camminare per la stanza.
- Marinette, ciò in cui sei coinvolta è più serio di un voto basso a scuola - sospirò Lal - Non puoi davvero paragonare le due cose: sarebbe come mettere sullo stesso piano un attentato terroristico e un giro al luna park - sbottò.
- Stava andando tutto bene, nessuno avrebbe mai sospettato che io...! - iniziò, ma non riuscì a finire.
Sh! - Lal la zittì saltandole addosso: Marinette cadde di schiena sul pavimento, trovandosi la bambina in piedi sul petto che fissava la porta - C'è qualcuno fuori - mormorò.
Marinette alzò lo sguardo, si scambiò un'occhiata con Lal e si alzò, avvicinandosi lentamente. Posò una mano sulla maniglia e, dopo un secondo, spalancò la porta: con un sussulto e qualche strillo, quattro persone caddero sulla moquette. Marinette, dapprima sorpresa, s'indispettì e incrociò le braccia al petto.
- Non è educato origliare le conversazioni altrui - fece notare, mentre i quattro erano gelati sul posto: Nino e Adrien se ne stavano stesi a pancia in sotto sul freddo pavimento con Alya e Chloé addosso.
- Noi non volevamo origliare - rispose subito Nino.
- Volevamo solo parlarti - aggiunse Adrien.
- Ma poi Chloé ha pensato che fosse una buona idea ascoltare la conversazione e... - disse Alya.
- ...e vi siete aggregati anche voi perché la trovavate interessante - finì la bionda acida, guardandola.
- Beh, neanche loro sanno cos'è la privacy... ti troverai benissimo in Famiglia - commentò Lal, seduta sulla panca. Marinette sospirò, portandosi due dita a reggere il ponte del naso.
- Ti prego, Lal, risparmia il tuo sarcasmo per un momento più opportuno - disse.
- Beh? Non ci presenti? - domandò Alya alzandosi, incurante di aver calpestato Nino.
- Non so se sia una buona idea - sospirò Marinette - Più state fuori da questa storia e meglio è - aggiunse.
- Perché? - chiese Nino. Marinette inarcò un sopracciglio.
- Se non vi presento ma poi vi spiego il motivo che senso ha? - chiese.
- Vero - acconsentì lui, tirandosi su.
- Da quando hai un'insegnante privata? - chiese Adrien.
- Un po' - rispose lei, vaga - Lei è... aah, lei è Lal Mirch, un'amica di Dino - si arrese infine - Ragazzi, Lal. Lal, i ragazzi: Alya, Nino, Chloé e... -
- Adrien - l'anticipò lei, annuendo - Ci conosciamo già - tagliò corto. Marinette guardò da Lal, tranquilla, ad Adrien, decisamente nervoso.
- Okay... non lo voglio sapere - decretò, chiudendo la parentesi
- Cosa insegni? - domandò Nino - Se puoi dirmelo, ovviamente... non ci tengo ad essere ucciso - aggiunse, poi, annuendo vigorosamente.
Lal scrollò le spalle: - Ciò che serve - rispose.
- Era con lei che hai studiato, l'altra sera? - chiese Adrien. Marinette represse un brivido di orrore.
- Già - rispose - Una cosa che non vi auguro mai - mormorò poi.
- Ti ho sentita - informò Lal, impassibile. La ragazza strinse gli occhi, colta in fallo, poi si voltò sbattendo le ciglia.
- Ti voglio bene, Lal - disse, dolcemente. In risposta ricevette uno sguardo scettico.
- Piantala, adesso. -
- D'accordo. -
- Perché hai un'insegnante privata? - chiese Chloé.
- Perché Rebo... cioè, Dino ha pensato che potesse servirmi una mano con i compiti, e dato che Lal sarebbe venuta quì a Parigi per un po' la ospito a casa mia e lei mi aiuta a studiare - spiegò, inventando di sana pianta.
Odiava mentire ma non aveva molta scelta, di certo non poteva alzarsi e dire: "Ehi, ragazzi, lei è la mia istruttrice: faceva parte della Milizia Militare una volta. Cosa insegna? Beh, mi addestra a diventare il Braccio Sinistro di un Boss, ovviamente. Ah, non lo sapevate? Faccio parte di una Famiglia Mafiosa e ho anche un bis-bis-bis nonno rinchiuso in un anello! Buffo, vero?"
Suonava assurdo persino alle sue orecchie.
- Forte - fu tutto ciò che disse Nino.
- Sì. Fantastico - rispose lei, con poco entusiasmo.
Sospirò, passandosi una mano nella frangetta: seriamente, era la situazione più assurda in cui si fosse mai ritrovata.
- Beh, almeno l'interrogazione è andata bene - alzò le spalle Lal.
- Già, l'interrogazione... - mormorò, passandosi una mano sul viso, per poi sbarrare gli occhi - Già, l'interrogazione! Me ne sono completamente dimenticata! - esclamò, portandosi le mani al viso in preda al panico.
- E quando mai - commentò Lal, pacata.
- Devo tornare in classe... tu che cosa hai intenzione di fare? - domandò Marinette, abbassando le sguardo su di lei.
- Che domanda stupida: starò con te fino alla fine delle lezioni - rispose lei - È mio dovere come insegnante partecipare alle visite scolastiche - ricordò, tranquillamente.
Marinette la fissò stranita per qualche istante, seguita dagli altri.
- Visite cosa? - chiesero, in coro.
Visite scolastiche: ovvero quando i genitori e gli insegnanti privati assistono alle lezioni dei propri ragazzi - spiegò - Me ne ha parlato Reborn, lo fa spesso con Sawada - aggiunse, a mo' di spiegazione.
La ragazza sbarrò gli occhi, capendo perfettamente a cosa si riferiva: - Ma queste cose si fanno in Giappone... quì siamo in Francia! - ricordò lei.
- E che differenza fa? -
- Non so da dove salti fuori... ma quì in Francia non facciamo queste cose - commentò Nino, perplesso.
- Poco me ne importa - tagliò corto Lal - Ho il diritto e il dovere di presenziare alla lezione, pertanto lo farò - decise, inquietante e minacciosa come sempre.
In quel momento, come poche volte in vita sua, Marinette ebbe davvero voglia di mettersi a piangere per la disperazione.

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