Capitolo 11: figlia di una leggenda.

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~Melanie's Pov

Ashley Blaze. Non potevo credere che quella ragazza e suo padre, che fino a solo qualche anno fa chiamavo simpaticamente 'zio', potessero essersi uniti al Quinto Settore.
Il giorno dopo andai a scuola e le mie lezioni furono monotone e noiose, come sempre.
Quando arrivó il momento di andare al campo interno, saltai come una molla dalla sedia e raggiunsi le altre menager, che avevano finito prima i corsi.

-Buongiorno Melanie.- Jade mi tiró la fascia sulla testa e mi lasció un segno rosso lungo la fronte.
Gli tirai un pugno amichevole sulla spalla e mi massaggiai la testa, guardandola in cagnesco.
Mio padre era già li, cosi andai a salutarlo e lui mi diede un bacio sulla nuca, scompigliandomi i capelli.
Fece l'appello, solo un ragazzo mancava: Victor Blade.

-Pensate che lo abbiano punito perchè ha disobbedito agli ordini?- la voce di Eugene sovrastó quella di tutti gli altri.
Celia fissó mio padre, si scambiarono degli sguardi che neanche io compresi, ma capii fossero preoccupati entrambi.

-Non penso, o la Principessa quando ieri è scesa in campo avrebbe fatto lo stesso sia per Infinity che per lui. Quella ragazza è proprio come il padre...- vidi una scintilla di malinconia negli occhi papà mentre pronunciava quelle parole.

-Quella ragazza è capace di mettermi i brividi è crudele!- Eugene nuovamente sovrastó le voci dei miei compagni, ma questa volta intervenni io.

-Non è vero!- tutti si voltarono verso di me e subito mi innervosii -Penso che la Principessa Ashley non sia poi così cattiva, farà quelle cose perchè obbligata.- Mio padre si voltó e mi sorrise, per poi ordinare alla squadra di incominciare ad allenarsi. Di Victor, neanche l'ombra...

Salutai tutti gli altri alla fine degli allenamenti e prima di tornare a casa, andai in un luogo tanto caro a me quanto a mio padre: la torre.
Era su una piccola collinetta ai margini della città, ma alla sera era veramente un posto tranquillo e dove potevo pensare liberamente, senza nessuno intorno.
Quando fui vicino ai piccoli giardini, notai qualcuno, che a quanto pare aveva avuto la mia stessa idea.
Era seduta sul prato con le ginocchia al petto e portava una giacca bianca e una gonna blu, ma quando si voltó nella mia direzione rimasi sbigottita quanto lei.

-Ashley...-
Si voltó, aveva le guance rosse e gli occhi irritati, aveva pianto.
Mi sedetti di fianco a lei, fissandola e mi morsi un labbro per non sputargli addosso tutto quello che volevo dirgli, visto che già stava piangendo.

-Evans, torna a casa, se ti vedono con me i tuoi compagni potrebbero pensare che lavori per il Quinto Settore.- continuava a guardare un punto fisso nel tramonto, ma con determinazione e i pugni serrati sulle ginocchia.

-Se ci vedono insieme se ne faranno una ragione, siamo amiche.-

-Noi siamo amiche.- si voltó e guardandomi negli occhi, notai che in verità quella ragazza di quella situazione ne stava soffrendo. I capelli le ricadevano sul petto e sul collo, ma si potevano notare alcuni segni rossi.
Quando vide che li guardavo, se li ricoprì istintivamente con alcune ciocche tinte di turchese. -Potresti essere in pericolo se mi parli o anche solo se ti avvicini a me.-

-So chi in realtà tu sia, non mi sono dimenticata.- sgranó gli occhi. -Sei Ashley Blaze, figlia di Axel Blaze, anni fa io e te eravamo amiche e ora sembri esserti scordata ogni cosa!- mentre pronunciavo queste parole si alzó di scatto e prese a camminare per il vialetto, puntualmente la seguii.

-Non voltarmi le spalle, Blaze!-

-IO NON SONO CHI TU VREDI CHE SIA!- mi fissó con denti stretti quanto i pugni e si avvicinó a me. -Sono Ashley Zabel, figlia del Grande Imperatore del Quinto Settore e per te, sono la Principessa. Stammi lontana o finirai nei guai.-
Non potevo permettere che lei se ne andasse, sapevo che dicesse quelle cose soltanto per intimorirmi cosicchè non gli stessi addosso.

-No.- riconoscevo nei suoi occhi la stessa determinazione che anni prima vedevo in quelli del padre. -Vuoi cercare di nascondere l'evidenza eppure menti solo a te stessa.- le presi il polso di scatto e glielo misi davanti agli occhi. Il ciondolo a forma di quadrifoglio tintinnava ad ogni minimo movimento e Ashley mi guardó esterrefatta. -Mi ricordo di questo.- ritrasse il polso con violenza. -È il braccialetto di tua madre, Jocelyn Mane, me ne avevi parlato un giorno con malinconia e pensai che fossi davvero una ragazza forte. E adesso cosa sei?-

-La stessa ragazza. E...- si bloccó e guardó oltre di me. Il sole ormai era calato e il cielo stava cominciando a scurirsi. Fissai il punto dove i suoi occhi erano puntati e notai due figure incappucciate vicino all'imponente monumento di ferro. Ci stavano fissando e il mio sangue si geló quando vidi nelle mani di questi un coltello.

-Corri.- mi diede un colpo sulla spalla e subito dopo ci stavamo dirigendo a tutta velocità verso il centro città mentre quei due uomini correvano dietro di me.

-Chi sono?!- chiesi in affanno dirante la corsa.

-Stai zitta e corri!-

Arrivammo in uno dei giardinetti vicino alla Raimon, dove ci nascondemmo dietro un cespuglio e aspettammo che i delinquenti ci sorspassassero.
Li sentimmo parlare:

-Dove sono andate?!-

-Calmati, a noi serve soltanto la Principessina.-

-Aaashleyy? Dai vieni fuori non vogliamo farti del male!- il tono di quell'uomo era così inquietante che mi provocó dei brividi fino sotto la pianta dei piedi.
Poi i due, dopo qualche minuto, scomparvero nel buio della notte, ma io e Ashley rimanemmo dietro il nascondiglio per un pó.

-Stai bene?- la guardai e la vidi tremare. -Vuoi che ti riporti al Quinto Settore?-

-No!- si alzó in piedi. -Ora sai che pericoli corrono dietro quell'associazione.- si allontanó di qualche passo imboccando un piccolo sentiero negli alberi.

-Ashley...-

-Dammi retta Melanie. Se tieni a te e alla tua famiglia...- si voltó un'ultima volta prima di scomparire nell'oscurità. -Stai lontana da me e dimenticati del nostro incontro. Da questo momento in poi sono soltanto la figlia dell'uomo che sta distruggendo il calcio.-
Sentivo un intenso nodo in gola e stetti lì anche quando la sua sagoma scomparve del tutto e sentii soltanto il rumore dei suoi passi.
Mi alzai in piedi e mi diressi nella sua direzione, fermandomi subito dopo bloccata dalla paura del buio.

-No Ashley! Mi stai chiedendo di odiarti e non lo faró mai!- mi accorsi di aver urlato e mi misi le mani sulle ginocchia, facendo ricadere qualche lacrima al suolo.
Riporteró indietro la mia amica, costi quel che costi.

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora