Capitolo 2: Dea del fuoco Minerva.

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Entrai negli spogliatoi e poggiai la sacca con il logo della squadra su una delle panchine. Come mi immaginavo era totalmente deserto e decisi di sistemare in fretta le mie cose nell'armadietto prima di vestirmi.
Quando richiusi la porticina in ferro sussultai; Victor era a braccia conserte di fianco, appoggiato a uno segli armadietti e mi stava fissando.

-Mi hai spaventata.- dissi con una risatina. Si avvicinó senza dirmi nulla e prendendomi per i fianchi mi fece indietreggiare, andando ad appoggiarmi contro il muro con la schiena.

-Ho sentito dei complimenti su di te dagli altri della squadra...questa cosa non mi piace.-

-Sei geloso?- eravamo a pochi centimetri l'uno dall'altro, potevo sentire il suo respiro sul mio viso e le nostre fronti si sfioravano.
Senza dir parola prima mi bació le labbra, poi sul mio collo lasciandomi un segno violaceo all'altezza dell'incavo.

-Ora sapranno che sei di qualcuno.- poi si corresse. -Che sei mia.-
Lo baciai di nuovo, non avrei mai voluto staccarmi da quelle sue labbra che sapevano di menta e in quel momento erano soltanto di mia proprietà, come io lo ero di lui.
Rise sulle mie labbra e poi ci staccammo, lasciandomi nello spogliatoio con i capelli spettinati e un succhiotto viola che non avrei saputo come coprire.

Arrivai nel campo interno prima di Victor, mentre alcuni degli altri ragazzi si stavano già riscaldando.

-Mister.- passai di fianco a Mark con un sorriso e lui ricambió, scompigliandomi i capelli.
Vidi poi Melanie dall'altra parte della panchina arricciare un sopracciglio e toccarsi il collo con un sorrisino.

-Si vede.- disse avvicinandosi a me.

-Cazzo...-

-È un vampiro quel ragazzo!- disse Melanie cominciando a ridere e zittendola subito.
Mi risistemai il colletto e me lo tirai su, mentre Melanie stette zitta tutto il tempo a fissarmi con la testa di lato. -Che c'è?- chiesi quando dopo un trentina di secondi ancora non aveva detto niente.

-Con la maglia della Raimon e il colletto alzato assomigli a tuo padre.- ammise con un sorriso.
Sorrisi a mia volta e non potetti non pensare che avesse ragione, mi rivedevo molto in lui.
Quando ci fummo tutti, Mark spiegó l'allenamento di quel giorno che si riveló un potenziamento per i nostri spiriti guerrieri.
Ero un pó riluttante, non sapevo se il mio spirito guerriero fosse forte come un tempo dato che non giocavo da giorni.

~Melanie's Pov

Mio padre fece le coppie per l'esercizio da svolgere, che consisteva in uno scontro fra i due giocatori e chi avesse rubato palla per primo e fatto goal, avrebbe superato il test.
Ashley su ritrovó con Riccardo, scatenando la gelosia del suo fidanzato in coppia con Arion.
Mi avvicinai a lui, appoggiato al muro dello stadio interno, senza che nessuno intorno ci desse fastidio.

-Non essere geloso...con quel segno che le hai lasciato sul collo, non penso che il Capitano si avvicinerà.- dissi con uno sguardo beffardo e lui si voltó con le sopracciglia corrucciate. -Ricorda che Ashley mi dice tutto.-

-Sicura?- e a quella domanda non risposi, me ne andai semplicemente.
Non sapevo neanche io, non avevo idea quale fosse il passato di Ashley o la sua vita. Le migliori amiche si dicono tutto, di solito, se necessario persino il loro piatto preferito o il colore della tinta con cui vorrebbero tingersi i capelli un giorno. Io di lei non sapevo neanche la data del suo compleanno, eppure entrambe ci ritenevamo migliori amiche.
Mi ritrovai a pensare fissandola, lei se ne accorse e mi sfoggió un sorriso e ricambiai, scacciando dalla mia mente tutti i problemi e guardandola poi dirigersi verso centrocampo con Riccardo.
Mi incuriosiva vedere il suo spirito guerriero, sarebbe stata una novità per tutta la squadra.
Il primo a evocarlo fu Riccardo, rivelando dietro di sè il Direttore di Orchestra e aspettando che la mia migliore am-...Ashley, facesse lo stesso.
La guardai nuovamente e riuscii a vederla ridere sotto i baffi e rimanendo impassibile, evocó il suo spirito.
Dietro di lei si elevó un'aura blu che poi si trasformo in uno spirito dai tratti femminili, con un vestito rosso e bianco, mentre sui capelli del medesimo colore che si alternavano a ciocche infuocate, portava una grossa corona di diamanti argentei e gialli e nelle mai impugnava uno scettro. Sul viso bianco come il latto spiccavano due occhi rossi come il sangue e naso e bocca erano coperti da una maschera di metallo che proseguiva fino alle tempie.

-Dea del fuoco Minerva!- e poi inizió lo scontro fra i due.
Ondulavano prima a destra e poi a sinistra, in un ciricolo vizioso che duró molto più rispetto a tutti quelli dei compagni prima.
Poi, come se Ashley si fosse innervosita d'un tratto, diede una forte spallata a Riccardo, ma che non era fallo e rubando palla tiró dritta in porta.
Mentre tutti gli altri ragazzi urlarono per complimentarsi, io fissavo attenta Ashley e quando voltó in un leggero movimento la testa mi bloccai. I suoi occhi erano cambiati.
Erano rossi sangue.
Strizzai gli occhi incredula e quando si avvicinó sorridendo, i suoi occhi erano di nuovo castani-verdognoli come sempre.
Qualcuno si avvicinó e soltanto alzando gli occhi vidi fosse mio padre.

-L'hai notato anche tu, vero?- chiesi e riposi nuovamente lo sguardo sulla mia amica.

-Si. I suoi occhi, per un momento, sono cambiati.-

-Che puó essere?-

-Non lo so...ma indagheró. Non dirle nulla, neanche alla squadra fino a che non sapremo qualcosa in più.-
Annuii e dopo che anche l'ultima coppia di giocatori ebbe finito l'allenamento, seguii Ashley negli spogliatoi.

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