Capitolo 11: sei mia.

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Viaggi nel tempo, linee temporali e teorie di Albert Einstein non sono mai state il mio forte neanche a scuola.
I discorsi che Fey e Wonderboat stavano facendo in quel momento alla Raimon, mi sembravano indecifrabili, ma al tempo stesso avevo voglia di scoprire qualcosa di più.
Stavo seduta sulle gambe di Victor dentro alla sala riunioni della Raimon, mentre gli altri giocatori discutevano sulla credibilità delle storie che raccontavano Fey e Arion.

-Ragazzi, calmatevi...- Skie cercó di placare gli animi degli altri ragazzi, che avevano cominciato ad urlare.
In particolare Wanli e Michael cominciarono anche a lanciarsi vari oggetti.
Quando uno di questo arrivó sulla testa di Victor, che fulminó con lo sguardo i due, mi alzai di scatto in piedi e mi affiancai a Fey e Arion.

-Che fai Ashley?- Fey mi si avvicinó mettendomi una mano sul braccio e parlandomi all'orecchio. -Non vorrai mica..-

-Tanto prima o poi lo scopriranno, Fey.- non tolsi lo sguardo da Victor, che nel frattempo mi fissava stranito non capendo cosa stessi facendo.
Picchiai un pugno sulla cattedra e i vari portapenne e fogli tremarono su di essa, mentre nella stanza caló un silenzio totale.
Tutti i ragazzi si voltarono verso di me.

-Tutto quello che Fey, Wonderboat e Arion sono accadute realmente ragazzi, dovete crederci!- dissi non escludendo nessuno dal mio sguardo.

-E come facciamo a saperlo?- esordii Sanbguk.

-Volete una prova?- nessuno rispose alle mie parole. Chiusi gli occhi, lasciando liberta a Minerva.

'Sei forte, Ashley. Cominci a piacermi.' parló dentro di me Minerva.

Quando riaprii gli occhi, vidi i ragazzi fissarmi stupiti e straniti. Victor, schiuse la bocca come per dire qualcosa ma la richiuse subito e mi guardó con un'espressione con saprei spiegare. Stupito, nervoso, arrabbiato. Un insieme di mille emozioni che non sapevo descrivere.

-Bhe, eccola.- esordii. -Ho uno spirito guerriero praticamente incontrollabile dentro di me, ma posso dominarlo, se cosi si puó dire. Quelli dell'El Dorado sicuramente hanno delle risposte, quindi se voi non volete combattere, allora coloro che vogliano unirsi a noi sono i benvenuti, ma gli altri invece possono andarsene che siamo capaci di cavarcela da soli.-

Fey mi ritoccó il braccio e mi sorrise. Con la coda dell'occhio vidi negli occhi di Victor balenare un lampo di gelosia e strinse i pugni poggiati sul tavolo.

-Ashley ha ragione.- una voce fece capolino nella stanza. Le porte scorrevoli della stanza rivelarono Mark e Melanie con alcuni fogli in mano.
Lei si affiancó a me e mi guardó, forse ipnotizzata dagli occhi rosso fuoco o semplicemente per volgermi uno sguardo rassicurante.
Mi ritrovai a sorridere quando lei fece lo stesso.

-Allenatore Evans!- urló con gli occhi sognanti Arion. Quel ragazzo è proprio strano...

-Ciao ragazzi.- fece il suo classico sorriso a 32 denti. -E comunque tutto quello di cui hanno parlato è vero. Ho fatto alcune ricerche e quelli dell'El Dorado hanno intenzione di distruggere il mondo del calcio e farlo cadere ai nostri piedi. Abbiamo già affrontato minacce del genere e...[...]-
Il discorso dell'allenatore continuó forse per minuti, ma non stetti ad ascoltarlo e mi poggiai alla cattedra con una mano. La testa mi stava scoppiando e avevo come l'impressione che Minerva mi stesse divorando da dentro, o per lo meno che volesse uscire a tutti i costi.

-Ashley, controllala.- fu Melanie mi sussurró queste parole e poggió una mano sulla mia. -So che puoi farlo.- i suoi occhi mi rassicurarono. Piano piano, il mal di testa si placó e pensai soltanto a impedire al mio spirito guerriero, se così si puó chiamare, di prendere completamente possesso di me per le ore restanti che rimanemmo alla Raimon.
Quando finalmente la riunione finii, potei uscire da quella stanza e tornare a casa mia.
L'allenatore aveva deciso che saremmo partiti il giorno e saremmo tornati indietro nel tempo per far impedire all'El Dorado di rimpiazzare la nazionale giapponese in una delle partite del campionato, esattamente quella contro la Nazionale Americana e che il giorno prima avevo sentito al telegiornale insieme a mio padre.
Mi morsi il labbro al pensiero che io ne lui ancora non ci fossimo parlati e sinceramente non sapevo cosa dirgli.
Dovevo tenerlo all'oscuro? Forse se gli avessi mentito non avrei fatto che peggiorare il nostro rapporto...
I miei pensieri furono interrotti quando sentii una presa salda sul polso che mi trascinava avanti a passo svelto.

-Ma che..- alzai lo sguardo e Victor mi stava tirando avanti a se. -Victor ma che stai facendo?!-
Non rispose. Arrivammo ad una villetta a pochi metri più avanti, giró in fretta la maniglia e vi entró dentro richiudendosi la porta dietro di se.
Quella casa era deserta, ma dalle innumerevoli foto di Victor e suo fratello insieme ad una coppia dai capelli blu, dedussi fosse casa sua.
Mi lasció quando ormai eravamo nel corridoio che portava alle camere da letto.
Dal suo sguardo potevo intuire fosse incazzato. Avrei dovuto dirgli di Minerva, non diveva scoprirlo in quel modo, ma con tutti i problemi, la sua perdita di memoria e la paura della sua reazione, non gli feci parola.

-Che rapporto c'è tra te e Fey?-
Stai scherzando?

-Come?- inarcai un sopracciglio. Quindi lui era arrabbiato perchè io stessi con Fey e non perchè gli tenessi all'oscuro la storia del mio spirito? Mi stava prendendo per i fondelli?!

-Hai capito.- rispose freddo. Quasi mi scappava da ridere.

-Non c'è niente tra me e Fey.-

-Magari da parte tua, ma lui ti sbava dietro.-

-Se un ragazzo mi fissa non è perchè gli piaccio.-

-Fidati, capisco quando un ragazzo ti stia mangiando con gli occhi e quando ti guarda amichevolmente.- si avvicinó a me e sembró fissare le mie labbra, poi ritornó agli occhi. -Io ti guardo allo stesso modo.- aggiunse in un sussurro.
Fui io la prima a buttarmi sulle sue labbra. Seppure fosse fin troppo geloso, amavo questo lato di lui. Protettivo, Impulsivo, Vulnerabile.
Fece cadere la sua borsa dalle spalle e cadde a terra con un tonfo sordo, poi le sue mani si spostarono sulla mia schiena proseguendo sempre più giù, fino a quando non cominció a stringere le mie natiche. Indietreggió e lo seguii senza mai staccarmi dalle sue labbra, lo sentii aprire la porta di quella che intuii fosse camera sua e la richiuse con non troppa delicatezza con un calcio.
Mi fece stendere sul letto, poi le sue labbra si spostarono sul mio collo, mentre le sue mani cominciarono a sbottonarmi i bottoni della mia camicia.
Non potevo credere a quello che stava per succedere, ma avevo bisogno del mio punto fermo mai come in quell'istante.
Quando anche io cominciai ad armeggiare con la sua cintura, si staccó dal mio collo che ormai era pieno di segni viola, e mi guardó negli occhi.

-Vuoi fermarti? Dimmelo o tra pochi minuti non saró più in grado di farló.- in risposta, posai le labbra sul suo collo, cominciandolo a baciare e poi succhiare. Lo sentii ansimare al mio tocco, ma poi riprese lui le redini della situazione.
Con un colpó solo, mi levó la maglia e la gonna.
I suoi baci proseguirono dalle mie labbra, al mio collo, al mio petto e poi sulla mia pancia, fino a spingersi in un punto che nessuno mai oltre a me aveva baciato.
Rivolsi la testa all'indietro gemendo e Victor sembró fissarmi come sognante.

-Sei mia.- sussuró, prima che io gli togliessi i vestiti di dosso.
Le sue mani giocarono con le spalline del mio reggiseno mentre continuava a baciarmi le labbra, poi le spostó sulla schiena sganciandolo e sfilandomelo, infine lo lanció a terra.
Fecero lo stesso anche con l'ultimo indumento che avevo ed io lo seguii.
Provai dolore quando arrivammo al culmine, ma lui lo affievolì continuando a baciarmi le labbra e il collo.
Cinsi le gambe sulla sua vita agevolando i movimenti e dopo svariato tempo, entrambi ci sentimmo in paradiso.
Si stese sul letto di fianco a me, coprendoci con le lenzuola e cingendo le braccia attorno al mio corpo, che quel giorno aveva marchiato con il suo nome.
Era calata ormai la sera.

-Dormi con me.- imploró lui con la testa tra i miei capelli.

-Non posso, mio padre mi sta aspettando a casa.- sembró rimanerci male, ma poi mugoló qualcosa di indecifrabile e rimanemmo abbracciati.

-Stai con me ancora un po.- lo sentivo piano piano addormentarsi sulle mie spalle, così decisi di rimanere con lui fino a che non si addormentasse completamente. -Ti amo.- mugoló poi con la bocca impastata.

-Ti amo anche io...- e anche se a lui stessi rivolgendo la schiena, mi ritrovai a sorridere.

—-
Ooookay, ragazzi devo rendermi conto di cosa ho appena scritto.
Vado a sprofondare nella vergogna.
Addio.

(Scusate l'assenza ma sapete, per scrivere un capitolo del genere ci vogliono un paio di giorni😅)
Comuuuunque tra poco è Nataleee! Non vedo l'ora😍
Avete già fatto tutti i regali? Io si, e ho anche scoperto dove i miei li nascondono😏
Chiamatemi Sherlock Holmes d'ora in avanti! Ahahah!
Buona serata a tutti e buone feste😘

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora