Capitolo 5: viaggi temporali.

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Quella notte dormii come una bambina, forse per la stanchezza.
Scesi dal letto, notando di essere ancora vestita come la sera prima e rammentai cosa fosse successo. Quel ragazzo, l'incidente di mia madre e mio padre che mi riportava a casa.
Corsi giù per le scale e lo vidi seduto sul divano, torturando quello strano aggeggio che portava al polso.

-Cos'è quello?- indicai il bracciale -E cosa è successo ieri?-
Mio padre diede due pacche sul materasso del divano di fianco a lui.

-Siediti.- lo guardai e riluttante mi sedetti di fianco a lui.
Toccó qualcosa su quel bracciale e davanti a noi comparve un ologramma e quasi sussultai vedendo quella figura incappucciata e coperta dalla testa ai piedi da quello che somigliava un cappotto.

"Blaze, voi non mi conoscete ma io conosco voi. Quello che porti al polso, Axel, è un braccialetto temporale e ti permetterà di viaggiare nel tempo, in qualsiasi era che tu voglia e dove vuoi. L'utilità di questo bracciale lo scoprirai a tempo debito. E tu, Ashley, dovrai stare attenta, il tuo potere è molto più forte di quanto tu possa immaginare e se non riuscirai a placarlo...ti divorerà."

Le sue ultime parole furono come degli spilli nel petto e rimasi letteralmente a bocca aperta, con le gambe al petto, sul divano.
Mio padre non disse nulla e rimase impassibile.

-Che poteri?- pensai ad alta voce.

-Tesoro, adesso non pensiamo a questo e...-

-Non pensiamo a questo?!- mi alzai dal divano e urlai. -Papà quel ragazzo ieri voleva qualcosa da me, quest'uomo che neanche conosciamo parla dei miei poteri e non ci dobbiamo pensare?! Ho visto l'incidente di mamma, papà, e d'ora in avanti ci penseró sempre.- mio padre si morse l'interno della guancia e lo vidi sussultare alle mie parole.

-Mi dispiace che tu abbia visto l'incidente.- mi rifissó poi negli occhi. -Ma il problema è questo.-
Accese il telegiornale sulla televisione e vidi alcune immagini, campi chiusi, persone che bruciavano i palloni, le divise e le sciarpe della proprio squadra...
Il giornalista poi, disse le seguenti parole:

'A seguito delle violenze della squadra giapponese contro quella americana, il presidente della federazione calcistica è stato rimosso dal suo incarico e il calcio vietato in tutto il Giappone. I club calcistici chiusi e le squ...-'

Spense. Rimasi di stucco, nuovamente.

-Ma che cazzo sta succedendo...- di scatto presi il cappotto e mi diressi verso la porta.

-Dove stai andando?- mio padre mi seguii.

-Da Victor. Magari lui sa qualcosa di cosa sia successo, è impossibile che sia accaduto in così poco tempo.-

-Torna presto. Non sappiamo se quel ragazzo tornerà.- annuii e uscii.
Corsi, non mi importava il vento gelido che era pari a quello che mi pungeva il viso quando ero in moto con Victor.
Seppure fosse piena estate, c'era una strana aria gelida, invernale.
Non feci caso a queste piccolezze e passai di fianco al campo al fiume.
Era tutto cintato e persino sorvegliata da agenti di polizia, mi sembrava tutto così strano e insolito.
Vagai tutto il giorno, dimenticandomi di pranzare e continuai a camminare per chilometri, ma Victor non lo trovai da nessuna parte.
Mi sedetti su una panchina, i piedi mi facevano male e incominciai ad essere stanca e quasi sudavo.
Incominció a girarmi la testa e potevo sentire le pulsazioni del mio cuore battere sempre più velocemente, cominciai a boccheggiare.
Non so cosa mi stesse succedendo, poi, per un momento, avevo completamente la vista annebbiata e sentii come dei bisbigli intorno a me.
Mi voltai ma non c'era nessuno.
Presi il telefono e sul riflesso del mio schermo, i miei occhi erano color rubino.
Scossi la testa e mi rifissai, ma i miei occhi erano di nuovo normali e i battiti del mio cuore tornati a battere lentamente.
Devo trovare Victor.
Mi rialzai e andai nella via principale, doveva pur essere da qualche parte.
Quando ormai persi quasi tutte le speranze, notai un mantello viola e dei capelli blu.
Non poteva essere che lui.

-Victor!- gli corsi incontro e si giró, con un sopracciglio inarcato.

-Ciao.- disse.

-Oh finalmente ti ho trovato.- ripresi fiato. -Che sta succedendo? Hai visto i telegiornali qui è tutto così strano, io non ci posso credere!- continuava a guardarmi stranito. Anche io feci lo stesso, sembrava distaccato, freddo.
Poi, quel che disse mi cadde addosso come un macigno pesante tonnellate.

-Scusami, ma tu chi sei?-

Sii Forte. ~Inazuma Eleven Go~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora