•Sei•

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Esco dal negozio in pausa pranzo e mentre mi sto ancora sistemando la sciarpa al collo delle braccia mi circondano una gamba. Abbasso lo sguardo e sorrido "Ehi Chico" mi sorride ed allunga le mani per farsi prendere in braccio "dove hai lasciato la mamma?" Alza le spalle "C'è papà", mi sussurra all'orecchio, indicandomi il ragazzo seduto poco distante da noi su una panchina, sorrido e gli bacio una guancia per poi avvicinarmi a Isco.
"Ehi" mi siedo accanto a lui "Vieni con noi a mangiare?" Lo guardo per rispondergli ma vengo interrotta ancora prima di iniziare "Si! Viene con noi, te l'ho detto io, papà" guardo il bambino seduto sulle mie gambe "E se dovessi andare via?" Abbassa lo sguardo e mette il broncio "Ma mi manchi" sorrido e gli passo una mano tra i capelli "Isco, magari ha da fare, starete assieme un'altra volta" si alza dalla panchina e fa per prendere Francisco dalle mie gambe, ma lo stringo a me ed inizio a baciargli il viso e lui inizia a ridere. "Mi sei mancato anche tu, e stavo scherzando, non ho nulla da fare.. Quindi se al tuo papà va bene potremmo anche andare a mangiare" Mi guarda per poi sorridermi "Non sentirti obbligata" mi alzo dalla panchina lasciando scendere Francisco dalle mie gambe. "Non lo sono affatto, ho solo voglia di passare del tempo con voi due e mangiare" Mi guarda e annuisce per poi prendere per mano Francisco ed avviarci a piedi verso un ristorante.

Siamo seduti al tavolo già da un po', Francisco è seduto tra di noi che mangia il suo piatto di pasta con il pomodoro, mentre noi aspettiamo i nostri piatti.
"Come mai ti sei trasferita qui?" Tolgo lo sguardo da Francisco per poggiarlo su di lui "Non c'è un motivo specifico, avevo voglia di staccare completamente dalla mia vita. Dalla mia famiglia. E la Spagna mi è sempre piaciuta, mi ha sempre affascinata, non so perché. Non è ne così distante ne così vicina a casa mia. Ma mi da il giusto spazio da mettere tra me e loro. Poi per la scelta della città, beh, non lo so, forse per il fatto che non l'avevo ancora mai vista da vicino" Mi guarda " E da quando sei qui, cos'hai visto?" Gli sono grata del fatto che non mi abbia fatto domande sulla mia famiglia, mi guardo attorno, sorrido e poi abbasso lo sguardo "Vediamo, il mio appartamento, il negozio, alcuni locali e basta" inizia a ridere e lo seguo anche io "Vorrà dire che porteremo Adele a visitare la città, tu che dici Isco?" Si volta verso suo figlio e gli pulisce la bocca sporca di pomodoro "Si e poi mangiamo il gelato!" Annuisce e ci sorride contento "Fa freddo per il gelato" guardo Isco allibita "Non fa mai troppo freddo per il gelato" scuote la testa rassegnato mentre io e Francisco ci battiamo il cinque sorridendo.

Siamo nuovamente davanti al negozio, Francisco corre attorno a noi due mentre Isco continua a passarsi una mano tra i capelli. "Sono stata bene con voi" mi si avvicina e mi accarezza una guancia "Anche noi, ora devo portare Isco da sua mamma e poi ho l'allenamento" annuisco, porta le sue mani sulle mie "Lo so che è presto, ma ti andrebbe di vederci anche questa sera?" Sorrido e mi guardo in giro, posando gli occhi su Chico che mi sorride, penso di essere diventata dello stesso colore del suo giubbotto, rosso. "Ehm.." mi schiarisco la voce "Si" mi alza il viso per far incontrare i nostri occhi "Solo se vuoi, non sentirti obbligata" guardo i suoi occhi e poi le sue labbra, su cui compare un accenno di sorriso "Voglio" guardo l'orologio "Devo andare" annuisce e richiama Chico per poi prenderlo in braccio "Chico mi dai un bacio che devo tornare a lavorare?" Annuisce per poi sporgersi verso di me e aggrapparsi al mio collo dandomi dei baci sulla guancia, inevitabilmente sono vicinissima a Isco e inspiro il loro profumo. "Beh allora, io vado. Ci vediamo dopo" mi alzo sulle punte e bacio la guancia di Chico e poi quella di Isco, per poi entrare nel negozio e rilasciare un respiro che non mi ero accorta di star trattenendo.

"Mio dio, ma te lo vuoi togliere quel sorriso da ebete che hai sulla faccia? Mi dai sui nervi. Sembri una psicopatica" guardo Beatriz di traverso "Si può sapere cos'è successo? O è un segreto di stato?" Sbuffo ed abbasso lo sguardo "Mio dio! Riguarda Francisco Román Alarcón Suárez" sorrido e annuisco appoggiandomi al bancone per poi guardarla "Ma la smetti di chiamarlo così? Già ho l'ansia, tu chiamandolo così me ne butti addosso ancora di più!" Chiude il cassetto e poi si gira "Si chiama così" Scuoto la testa, so già che non cambierà idea facilmente. "Tu piuttosto, quando hai intenzione di dirmi cos'è successo all'Opium e oggi?" Scrollo le spalle "Mai?" Le sorrido per poi voltarmi verso la cliente che è appena entrata.

FRANCISCO

Ti vengo a prendere io, fai pure con calma. Mi mandi un messaggio quando sei pronta e vengo a prenderti.

Ho appena finito, tempo di arrivare a casa, farmi una doccia e prepararmi

Tranquilla

Ripongo il telefono in borsa e appoggio la testa al poggiatesta dell'auto. Lo sto facendo davvero? Sto seriamente per uscire con lui?
Accendo la macchina e mi avvio verso casa.

Non è mai troppo tardi - PER TORNARE AD AMARE DAVVERO Where stories live. Discover now