•Trentadue•

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Apro gli occhi quando sento Isco muoversi, sposto i capelli di Adele dal mio viso e mi alzo per vedere cosa sta facendo, continua ad accarezzarle la guancia per poi toccagliela con l'indice "Non svegliarla" mi guarda ed annuisce "Ma adesso torniamo a casa, vero?" mi passo una mano sugli occhi. Non lo so, non so neanche cosa voglia fare Ade. "Non lo so, poi vediamo" - "Ma io voglio che Ade torni a casa" mi avvicino di più al corpo di Adele e accarezzo Isco "Anche io, ma il suo papà sta male e lei deve prendersi cura di lui" sbuffa incrociando le braccia al petto "Ma io non voglio tornare dalla mamma" - "Vuoi stare con Ade?" lo vedo annuire, mentre lei inizia a muoversi girandosi completamente verso di me, premendo il viso sul mio petto "Vedi, anche lei vuole stare con noi" la sento sorridere mentre Isco indica il suo corpo stretto nel mio, sorrido "Vuole stare con me" la sento sospirare mentre Isco si mette in piedi sul letto "Non è vero!" mi indica arrabbiato mentre Adele sussurra un "Non iniziate" con la voce ancora impastata dal sonno, le bacio la fronte e lei si gira verso Isco "Chico, ho bisogno di coccole, perchè tuo papà non le fa bene" mi sorride vittorioso per poi fiondarsi tra le braccia di Ade.
"Che ore sono?" Siamo ancora tutti e tre distesi sul letto abbracciati, allungo il braccio e recupero il telefono dal comodino "Nove e mezza" si alza velocemente dal letto "Devo andare in ospedale" - "Avevano detto che se cambiava qualcosa ti chiamavano, torna qui, pranziamo con mia mamma e poi andiamo in ospedale" si gira e mi guarda "Ma.." - "Non ti hanno chiamato, non è cambiato nulla" si siede sul letto dandomi le spalle "Io.." Isco si avvicina e la abbraccia sedendosi sulle sue gambe, mi avvicino anche io, chiudendoli entrambi tra le mie braccia e le mie gambe "Hai paura, lo so. Ma ci siamo qui noi" appoggia la testa sulla mia spalla e sospira, così le bacio una guancia. "Si, vero" si intromette Isco nella nostra conversazione per lasciarle un bacio sull'altra guancia.

"Ma voglio venire anche io!" - "Resti un po' qui con me e poi tornano!" Isco scuote la testa alle parole di mamma. "Chico, non puoi venire in ospedale con me, stai qui con la nonna e poi arrivo" scuote la testa imbronciato per poi darci le spalle arrabbiato. Adele gli si avvicina e gli sussurra qualcosa all'orecchio per poi farlo girare verso di lei con gli occhi scintillanti.
Devo ancora capire cosa gli fa.
Cosa ci fa.
Isco sorride e poi si siede finendo di mangiare la pasta che ha nel piatto, stringo la mano ad Adele per continuare ad accarezzargliela, sfiorando l'anello che le ho regalato. "Andiamo?" Annuisco per poi alzarmi e baciare Isco e mia madre, metto un braccio sulle spalle di Adele e ci avviamo verso l'uscita "Ma tornate, vero?" Ci giriamo sentendo la voce di Isco "Si, non preoccuparti" - "Te l'ho promesso no?" Isco annuisce per tornare a mangiare tranquillamente.
"Quando non ti ho vista a casa, pensavo di trovare l'anello poggiato da qualche parte.." - "Non l'ho mai tolto" le sorrido mentre appoggia la testa sulla mia spalla, guardando fuori dal finestrino. "Se vuoi potremmo far trasferire tuo papà a Madrid, saresti a casa e potresti andare da lui sempre.." mi stringe la mano "Vedremo"
Appena scendiamo dal taxi le suona il telefono a cui risponde subito "Sono qui fuori" - "Si, mio Dio, arrivo" si agita per poi tirarmi verso l'entrata dell'ospedale, entriamo nell'ascensore e la vedo piangere "Che cos'è successo?" La prendo tra le mie braccia e le asciugo le lacrime "Adele, ti prego" - "Si è svegliato" mi guarda con gli occhi velati di di lacrime mentre le porte dell'ascensore si aprono e lei inizia a trascinarmi tra le corsie del reparto.

Guardo il muro davanti a me, Adele è dentro da un po' e l'ho lasciata sola con suo padre. Prendo il cellulare dalla tasca e scrivo velocemente un messaggio a mamma.

Mamita

Si è svegliato

Come sta?

Non so ancora nulla

E Adele?

È dentro con lui, quando so qualcosa ti dico

Voglio che torni a casa, ma so anche che ha bisogno di stare con suo padre, sospiro e vedo la porta aprirsi davanti a me, Adele esce e viene verso di me lasciando la porta aperta dietro di lei "Vieni?" Prendo la mano che mi porge e gliela stringo, ha gli occhi lucidi e le guance bagnate di lacrime ma è felice, le do un rapido bacio sulle labbra e poi entriamo nella camera. È disteso nel letto, vigile ma con degli ematomi sul viso e sulle braccia. Adele mi lascia la mano e si siede sul letto accanto a lui, mentre io rimango in piedi ai piedi del letto. "Papà, lui è Francisco" Adele sorride guardando prima lui e poi me, le sorrido di rimando e guardo suo padre, che mi fissa con un sopracciglio alzato.
Non so che fare, non so che dire, neanche in spagnolo. Merda.
"Io.." tento di dire qualcosa ma vengo interrotto da un dottore che entra nella stanza ed inizia a parlare con Adele e suo padre, io mi sposto ai lati della stanza e mi siedo su una poltrona vicino al muro. Adele si sposta e viene verso di me per sedersi sulle mie gambe mentre il dottore inizia a visitarlo, le accarezzo la schiena e lei sospira, le bacio una spalla "Papà ci sta fissando" - "Non penso di andargli a genio" mi stringe una mano "È sempre così, non lo fa apposta, non ti ha mai visto e poi gli ho detto di mamma, e mi ha chiesto se ero qui da sola.." guardo suo padre fare una smorfia di dolore e la stringo a me "Portiamolo a Madrid" - "Gliene devo parlare" Annuisco e poi la lascio andare verso il dottore che ha iniziato a farle delle domande, per poi vederlo uscire dopo un po' dalla stanza.
Mi suona il telefono, così li lascio parlare da soli.
"Allora?" Mi chiudo la porta alle spalle e cammino avanti e indietro nel corridoio "Se sapessi parlare l'italiano saprei qualcosa.." sospiro e mi strofino gli occhi.
Maledetto italiano.
"Come l'hai visto?" - "Ha lividi e botte su tutto il corpo" la sento sospirare all'altro capo del telefono. "Penso che gli stia chiedendo di venire a Madrid, perché mamma, lo spero. Non riesco a tenere le cose sotto controllo, non qui. Non capisco niente" la sento ridere "Smettila" - "La ami talmente tanto da non volerla lontana da te, ma sai anche che lei ha bisogno di saperlo al sicuro. E per te, l'unica scelta giusta e razionale in questo momento è tornare a casa, a Madrid" - "Si" mi sento stringere da dietro e sorrido "Mamma, devo andare" chiudo il telefono e lo rimetto in tasca, per poi stringerla a me e baciarle la fronte. "Devo rimanere qui a sistemare le cose, ma poi torno" appoggio la fronte alla sua "No" - "Dobbiamo organizzare un funerale, e poi tu, se riesci, potresti organizzare le cose per portare papà a Madrid, magari con una fiseoterapista che sappia parlare italiano?" Le sorrido "Ok" - "Ora andiamo da Chico?" Annuisco e la stringo baciandole le labbra "Tutto ciò che vuoi" - "Adulatore" le sorrido "Dai, andiamo a salutare tuo padre"




MA LO SCHIFO?

Non è mai troppo tardi - PER TORNARE AD AMARE DAVVERO Where stories live. Discover now