1 - L'INCONTRO

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Da quando Olimpia Tregali aveva messo di nuovo piede in Sicilia, era stata invasa da una grande senso di tranquillità che l'aveva avvolta come un lenzuolo. Sentiva ogni singolo rumore e anche se non riusciva a dimenticare molto di ciò che aveva passato, aveva deciso di tenere i brutti pensieri lontano da quel posto brillante come il paradiso. La dottoressa l'aveva avvisata che non sarebbe stato facile, ma con un po' d'impegno sarebbe tornata a quella che era una volta, e che per il suo caso era necessario staccare un po' la spina. Se da un lato era deliziata di essere tornata di nuovo nella sua terra natìa dopo più di otto anni, dall'altro lato sentiva ancora la soffocante e pesante storia che teneva reclusa alle sue spalle. Sì, perché Olimpia teneva dentro un segreto immenso che più di dieci anni fa ebbe la potenza di devastargli la vita, ma un segreto è tale solo si tiene recluso da tutto e tutti...e questo era quello che aveva fatto dimenticando tutto, o quasi.

Era tornata da soli tre giorni e mentre era seduta al chiosco sulla spiaggia con un cocktail colorato in mano, si godeva il dolce odore della salsedine e la lieve caloria dei piccoli granelli di sabbia fra le dita dei piedi. Era da molto tempo che non sentiva tutte quelle sensazioni insieme. Nonostante la noia e il fatto di essere abituata a fare tante cose contemporaneamente, aveva capito che questa licenza dal servizio militare era proprio ciò di cui lei aveva bisogno. Aveva bisogno di rivedere la sua famiglia, di riabbracciare sua madre, di rivedere il sorriso di suo padre e di essere circondata dagli abbracci di sua sorella e di tutti coloro che teneva nel cuore da quando era partita. Essere in quel luogo per Olimpia era come affrontare una nuova sfida, di questo ne era consapevole. Perché affrontare i suoi demoni da un armadio che teneva da troppo tempo sottochiave, era ciò di cui aveva bisogno in un periodo come quello. Certo, il sole era qualcosa che d'altronde non le mancava di certo, tenendo conto del lavoro che svolgeva, ma il sole che negli ultimi giorni la colpiva in pieno viso le sembrava diverso. Si sentiva stupida per averlo anche solo pensato, ma quel sole, come l'aria che respirava o le stesse strade che percorreva erano diverse da qualsiasi altro luogo perché quelle erano casa. Olimpia Tregali aveva scelto anni fa della sua vita e a testa alta aveva scelto di dimostrare agli altri che nessuno è inferiore e che nessuno deve mai e poi mai rinunciare ai propri sogni, a costo di rinunciare persino alla sua stessa vita. Insomma, nella vita di Olimpia c'era ben altro che il relax, la tranquillità e la serenità, in cuor suo era contenta dei traguardi che aveva raggiunto. Charlie Chaplin diceva: ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa piacere così come sei. Quindi vivi, fai quello che ti dice il cuore. La vita è come un'opera di teatro, ma non ha prove iniziali: canta, balla, ridi e vivi immensamente ogni giorno della tua vita prima che l'opera finisca priva di applausi. Queste sono le parole che Olimpia recitava ogni giorno nella sua mente per ricordare a se stessa chi era realmente e perché era diventata un soldato. Ma Olimpia, nonostante tutto, non vedeva quel posto come casa sua da molto tempo ormai. Lei viveva a Milano, faceva parte delle Forze armate militari, lavorava sodo, viveva della sua stessa libertà. Era passato tanto tempo dai periodi in cui era solo una bambina come le altre e la gente non la guardava più con gli stessi occhi, e lei iniziava a sentirsi in gabbia in un paese che viveva di pregiudizi troppe e. Ed è proprio per questo che all'età di diciotto anni aveva deciso di voler vivere in una casa tutta sua proprio appena fuori Silicute, ma nemmeno questo le era servito, finché non vide all'annuncio sul giornale di un imminente arruolamento. E così, contro il parere di tutti i suoi conoscenti, affrontando gli occhi amari dei suoi stessi compaesani, aveva fatto le valigie; e pronta per la sua nuova avventura, era partita senza mai voltarsi indietro. Aveva studiato e da sempre si era spaccata la schiena pur di raggiungere ciò che voleva davvero. Ma perché allora, continuava a sentirsi una turista?

"Olli, e che cavolo! Ridi un po'!" le disse Marco, il barman del chiosco, nonché suo amico dai tempi del pannolino. Olimpia alzò gli occhi verso quelli del suo amico riconoscendo gli stessi lineamenti di quando erano dei piccoli bambini che giocavano a nascondino. Ma ormai anche quei tempi erano passati. Erano successe così tante cose da quei cari tempi che anche nel guardarlo negli occhi non rivedeva più quel bambino capriccioso, ma un uomo, padre di due bambini con gli occhi stanchi, segnati dai soliti problemi economici. Sarcastica, sorrise mostrando i suoi trentadue denti in un falsissimo sorriso sghembo. "Ecco. Così sei più simpatica!"

L'ANGELO DEL CUOREWhere stories live. Discover now