11 - PRESUNZIONE

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E un altro scatolone era pronto. Uno fra tanti pronti in sala da pranzo. "Figghia mia, quant' è bello!" le disse sua madre con le mani al cuore.

"Mamma, guarda che non sto andando a vivere con Luca perché stiamo insieme. Mi sta costringendo! Non dovresti essere felice! Porca miseria!"

"Gioia, quando una mamma vede andare via la propria figlia è sempre una cosa triste, ma se va a vivere sotto il tetto del padre di suo nipote, sa perfettamente che è la cosa giusta e non solo per suo nipote. Magari n'affaccia n'atru!"

"Mamma, vattene! Vattene, ti prego!" disse e sua madre scoppiò a ridere rumorosamente dandogli delle pacche sulla schiena.

Giulia, da parte sua, non fece nulla per smentire quello che aveva detto sua madre, anzi! Finì col ridere in coro con sua madre e sua sorella nell'altra stanza.

"Dai Olli, è divertente questa cosa".

"Non è divertente! Non è per nulla esilarante! Giulia! Mi sta costringendo a vivere con lui, o mi porterà via il mio bambino!" Olli non sapeva più in che lingua dirlo! "Mi voli purtari via me figghiu!"

"Oh, e finiscila! Olli se avesse voluto portartelo via, non credi che già te l'avrebbe detto? Non credi che ti avrebbe dato un'altra opzione?"

"Ma lui l'ha fatto! Per mettermi in guardia"

"Per convincerti ad andare da lui" la corresse, "Ha sbagliato, okay, su questo non abbiamo dubbi. Ma tesoro, nemmeno tu sei dalla parte della ragione, quindi perché non fare ammenda insieme? Ha avuto un'ottima idea, se poi ci metti che è single e che potrebbe...".

"Smettila!" le disse subito Olli senza farla finire di parlare, "Io non dovevo manco restare qua! Ora mi tocca farmi spedire tutta la mia roba! Non era in programma! Come farò per mantenermi?"

"Per ora non penso sia il caso di pensarci e in ogni caso c'è sempre la mia attività! Sai che io per ora non devo andare in nessun posto e la luna di miele non inizierà prima di qualche mese, quindi potresti benissimo prendere il mio posto e aiutarmi ogni volta che vuoi". Olli era emozionata e mentalmente era così piena di sensazioni che stava facendo un frullato di sentimenti.

"Grazie" disse e poi l'abbracciò forte.

"Posso mettere il resto degli scatoloni in auto?" disse Antonio. Antonio era così diverso dal tipo di uomo che avrebbe visto vicino alla sua amica che le faceva ancora uno strano effetto. Con i capelli scuri e gli occhiali sul naso sembrava uno scienziato, ma era affascinante e, inoltre, trattava sua moglie come una regina.

"Sì. Abbiamo finito". Sua madre la salutò con fazzoletto sugli occhi e le lacrime ovunque. Suo padre sghignazzava e suo figlio li guardava tutti in modo assai curioso.

"Che cosa hanno tutti, mamma? Perché piangono?" gli disse e Olli gli sistemò i capelli.

"Amore, stiamo andando a vivere in un posto bello" certo non era la migliore delle risposte, ma suo figlio non disse nulla. E così si ritrovarono a infrangere tutte le norme della strada con una macchina piena di roba e con tutti gli scatoloni appesi con una corda sul tetto con un'altezza di almeno altri due metri. Era umiliante, ma come avrebbe dovuto portare via tutte le sue cose? E ne doveva arrivare altra!

Si salutarono con il sorriso sulle labbra non appena arrivarono a casa di Luca che era in uno stato di euforia e felicità come mai prima d'ora. Prese Luigi in braccio, ma non disse nulla a Olli. Non che volesse essere salutata, o abbracciata, ma vedere tutto quel cambiamento le aveva messo un peso sullo stomaco. Inoltre il presentimento che le cose stessero cambiando in peggio attanagliava la mente in modo tremendo.

"Grazie per essere venuti" le disse all'improvviso mentre aprivano le scatole che avevano invaso la sua casa non più ordinata.

"Non siamo venuti, ci hai obbligato" puntualizzò Olimpia. Cosa si credeva di fare? Voleva essere gentile?

"Ragazzi! Pensiamo a sistemare questo macello!" s'insinuò Giulia per non farli litigare di nuovo.

In men che non si dica, si ritrovarono a sistemare vestiti e oggetti ridendo nel vedere Luigi entusiasta dei suoi mille giochi sparsi per tutta la casa. Olli, nel vedere la casa di Luca piena della sua roba, ripensò a quel tempo in cui lui gli aveva detto di avere l'intenzione di acquistare una casa e dell'emozione che aveva provato nell'apprendere una notizia così spettacolare. Ma era passato tanto tempo! Ora si ritrovava nella tana del Lupo, ed era il Lupo più bello che avesse mai visto. Sperava solo di non essere morsa dal suo fascino, perché questa volta non sarebbe sopravvissuta indenne. Luca le aveva dato una grande camera in cui dentro avevano montato la culla-lettino di Luigi. Inoltre le aveva spiegato ogni cosa, dalla caldaia al contatore della luce. Insomma, nel giro di poche ore, la casa era un subbuglio. L'idea di casa sistemata e silenziosa era ormai stata cestinata, perché ovunque c'era la roba di Olimpia o di Luigi: dal frigorifero al bagno. Ma di questo Luca non era dispiaciuto, anzi era affascinato da tale cambiamento. Certo, non era una cosa facile far vivere due testardi sotto lo stesso tetto. Era un rischio e Giulia, nel guardarli, sapeva che prima o poi sarebbero scoppiati, se non avessero trovato un accordo, o una soluzione. Sperava solo che anziché un'esplosione di rabbia, fosse scoppiata quella della passione, ma non ci credeva davvero. Tutte le volte che Olli cercava di fare qualcosa Luca la bacchettava con i suoi consigli, senza contare di quando Olli aveva invaso tutto lo specchietto di Luca e lui si era messo a urlare perché "per sbaglio" il suo profumo preferito era caduto a terra insieme al suo rasoio elettrico. Insomma, dovevano lavorarci, ma questi erano dei piccoli dettagli di una convivenza non facile sin dal principio.

Per cena ordinarono una pizza e quando si era fatto tardi e Luigi già dormiva sul divano esausto, anche Giulia e Antonio andarono via. Luca prese suo figlio e sentì il cuore riempirsi di gioia. Vedere il suo piccolo bambino addormentato fra le sue braccia. Era stupendo. Sentire il suo respiro addosso e il suo profumo di bambino era il regalo più grande che la vita avesse mai potuto dargli. Insieme a Olli misero il pigiamino al piccolo, poi Luca gli rimboccò per bene il lenzuolo addosso. Rimase a guardarlo per del tempo interminabile e per la prima volta provò il desiderio di farsi chiamare papà. Senza capirci nulla si era trovato da essere single a padre e quasi "sposato". Vide Olli davanti la porta con le braccia incrociate al braccio e sentì un fremito dentro il suo stomaco. Era rabbio, ne era certo. "Ti serve qualcosa?" aveva detto Luca con voce rauca quando fu nel corridoio proprio di fronte alla madre di suo figlio. Lei scosse la testa. Luca avrebbe voluto dirle mille cose, ma non ci riuscì. Riusciva solo a guardare quegli occhioni verdi bellissimi e allo stesso tempo tristi. Aveva sempre visto quella tristezza, ma non conosceva il motivo. Avrebbe voluto farle mille domande, chiederle mille spiegazioni, ma dalla sua bocca non uscì nulla. "Io domattina devo lavorare. Adesso lavoro all'ospedale, ho ottenuto il posto. Il mio numero e tutti i miei recapiti sono sul frigorifero. Se ti serve qualcosa, mandami un messaggio". Lei annuì e fece per andarsene di sotto. "Olli?" lei si voltò, "non provare ad andartene via. Ti troverò ovunque, questa volta".

"È una minaccia, forse?" chiese lei incrociando di nuovo le braccia al petto.

"No! Certo che no! Ti sto avvisando".

"Questo è sbagliato! È sbagliato sotto vari punti di vista!"

"Di cosa hai paura Olli?". Olli boccheggiò nel cercare una risposta adeguata. "Hai paura per Luigi, o sei tu che hai paura? Io sono pronto a prendermi le responsabilità, e se me l'avessi detto prima, lo sarei stato pure prima! Quindi, di cosa hai paura? Hai paura che mio figlio si affezioni a me?"

"Che cazzata! Certo che no! È tuo figlio, cretino!"

"Allora hai paura di me? Hai paura d'innamorati di me?"

"No! Non oserei mai!" gli disse digrignando i denti.

"Ma ti piacerebbe!"

"Ma vaffanculo! Quanti schiaffi ti darei, credimi!"

Lui sghignazzò, "sarà bello vivere sotto lo stesso tetto".

"Se credi che sia facile, ti sbagli. Sarà divertente renderti la vita un vero e proprio incubo". Così troppo arrabbiata e furiosa, Olli si voltò e scese di sotto. Non sentì cosa le disse Luca, ma sapeva di avere il suo sguardo puntato addosso.


L'ANGELO DEL CUOREWhere stories live. Discover now