15. nightmare

1.8K 115 36
                                    

Haz non ha i capelli lunghi e lou non ha tatuaggi maaa la foto per il resto li rappresenta mentre sono nel letto lol, buona lettura

Mich Xx
———————————————————————


Harry era riuscito ad avere una settimana di licenza da passare con la propria famiglia, con la battaglia d'Inghilterra in corso non era facile che la concedessero, soprattutto a soldati del grado del ragazzo riccio.

Le sue grandi mani tremavano attorno al berretto dell'uniforme che si era tolto dalla testa, il passo era veloce mentre camminava per le famigliari strade di Baker Street, in cerca del palazzo bianco e pittoresco dove i suoi genitori avevano la residenza.
Molte strade erano deserte, ancora piene di macerie dai bombardamenti del giorno precedente, magari anche solo di qualche ora prima che arrivasse lui. Non poteva dirlo con certezza.

Il soldato si ritrovò a passarsi la lingua sulle labbra screpolate per umettarle, faceva parecchio freddo per essere pieno agosto. Harry osservò come molti alberi fossero completamente spogli, alcune case erano crollate e altre avevano finestre e porte chiuse, sprangate con assi di legno.

I suoi piedi scricchiolavano sui vetri rotti di qualche vetrina poco distante, il passo più svelto mentre si portava appresso una sensazione di angoscia che gli faceva accapponare la pelle.
Guardava i numeri impressi sui portoni cambiare, cercava freneticamente il numero che anni prima era solito trovare ogni giorno all'ingresso di casa propria.

Il respiro si era fatto più pesante man mano che si avvicinava, lo sguardo vigile mentre passava accanto ad un gruppo di persone piuttosto numeroso in confronto alla quasi assoluta desolazione che caratterizzava i marciapiedi e le strade in quel momento.
Superò poi una coppia facendo loro un cenno con il capo, in una muta richiesta di spostarsi per farlo passare.

Le persone stavano diventando sempre meno, le macerie sempre di più.
I numeri scorrevano velocemente sotto ai suoi occhi mentre tutto il resto si faceva più scuro.

221

222

223

22- Harry si fermò all'improvviso, i tacchi delle scarpe produssero un rumore sordo a contatto con il cemento. Non c'era più nessun numero 224.
Di fronte a sé vide ciò che da quando era iniziata la guerra aveva sempre sperato di non dover mai affrontare: il palazzo dove vivevano i suoi genitori era crollato, i pezzi di cemento erano ammucchiati tra di loro, accartocciati al suolo. Così come la casa dopo e quella dopo ancora e così via.

Un quartiere completamente distrutto.

Una sottile nebbiolina bianca aleggiava nell'aria, Harry si accorse con orrore del fatto che fosse provocata dall'intonaco delle case, dalla polvere sollevata dal terreno e che ancora galeggiava in aria come fosse in balia delle onde del mare, portate lontane dal vento.

L'impatto non doveva essere successo molte ore prima del suo arrivo.

Il ragazzo poteva ancora sentire nelle proprie orecchie il fischio assordante prodotto dall'esplosione, anche se lui non era lì presente quando tutto ciò era accaduto.

Ben presto una nuova consapevolezza lo colpì in pieno petto, e fu come se un enorme macigno gli fosse stato scagliato addosso, il suo respiro si era mozzato, fatto più pesante. Vedeva rosso, sangue ovunque. Corpi morti, arti tranciati dalle esplosioni.

E nel silenzio un urlo straziato squarciò la quiete creatasi
«MAMMA, PAPÀ!»

Il cappello gli cadde dalle mani, infrangendosi a terra come avevano fatto le bombe su quelle case, sulle metropolitane e sulle piazze gremite di gente.

Overlord ; larry stylinsonWhere stories live. Discover now