17. lazy day

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Normandy, Harry's mansion - 31th December 1946; 6:20 am
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Harry fu il primo a svegliarsi, il suo respiro era pesante a causa di un peso che gli premeva sul il petto, schiacciando la sua cassa toracica e facendogli male ai polmoni quando provava a respirare profondamente.
Aprendo lentamente gli occhi il ragazzo gemette prima di sbadigliare, le sue braccia erano intente a stringere quasi ossessivamente il corpo che si era trovato addormentato addosso a lui, gli facevano male i muscoli per quanto forte stesse stringendo, quasi avesse avuto paura che l'altro se ne sarebbe potuto andare da un momento all'altro.

L'ex soldato sorrise guardando poi verso il basso: la guancia priva di barba di Louis era premuta contro il suo petto tonico, piccoli sbuffi lasciavano le sue labbra schiuse, andando a far alzare un ciuffo di capelli color caramello che gli ricadeva sulla fronte.
Gli occhi erano chiusi, le ciglia posate delicatamente sui i suoi zigomi rosati e pronunciati.
Harry in fine notò le sue braccia: erano piccole ed esili come al solito, la loro presa era molla intorno al collo di Harry, le mani lasciate rilassate tra i suoi capelli scompigliati, le dita intricate tra i suoi ricci ribelli.

Erano entrambi coperti da un lenzuolo dalla vita in giù, una gamba di Louis era piegata contro il fianco di Harry e il suo piccolo piede usciva dalla coperta, probabilmente era ghiacciato e sarebbe finito tra le gambe di Harry non appena Louis si sarebbe svegliato, con l'intento di scaldarlo.
Il ragazzo più grande allentò la presa sul corpo formoso dell'altro, decidendo di carezzargli delicatamente il viso con la mano che ora non stringeva più il suo fianco.

I capelli lisci erano morbidi al tatto, la pelle liscia e calda: dovevano aver dormito avvinghiati tutta la notte, ecco il motivo del male che aveva provato Harry inizialmente.

Il riccio sorrise e si passò una mano sul viso ricordandosi delle coccole che i due si erano fatti la sera prima:

Louis ridacchiò premendo la propria schiena contro il petto di Harry, erano entrambi stanchi dall'atto terminato qualche minuto prima ma nonostante ciò rimasero svegli per carezzarsi e baciarsi.
Le mani di Harry solleticavano la pelle morbida dei fianchi di Louis, prima che queste venissero afferrate dal più piccolo.

Il ragazzo riccio aveva rimesso gli anelli da poco e Louis sorrise osservandoli: gli era sempre piaciuto vedere tutti quei gioielli sulle dita nodose dell'altro.

Harry si ritrovò a stringere delicatamente le mani di Louis tra le proprie, mentre quest'ultimo provvedeva a baciare ognuno degli anelli del riccio, dal più grande al più piccolo.
Le sue labbra erano morbide e umide, ogni traccia del rossetto era scomparsa da un po' quando andò a provare a togliere gli anelli dalle dita affusolate di Harry, riuscendoci poi con grande fatica.

Quando il ragazzo più grande gli sorrise Louis si infilò tutti gli anelli, ridendo per il solletico che i ricci di Harry provocavano sul suo collo mentre questo lo baciava languidamente.
Le piccole mani di Louis non riuscivano a tenere nessun anello sulle dita, ognuno di loro scivolava via quando le portava rivolte verso il basso per vedere se sarebbero rimasti su.

Il piccolo broncio che si era formato sulle sue labbra venne però baciato dolcemente da Harry, che stava raccogliendo nel mentre tutti gli anelli per rimetterseli ed evitare di perderli.

E bastò un «Un giorno ti prometto che avrai l'anello che ti meriti da parte mia, dovessi spendere tutto ciò che ho per regalartelo» sussurrato all'orecchio per far tornare il sorriso timido sulle sue labbra fini.


«Harry?» la voce acuta di Louis risultò graffiata e roca a causa dell'ora a cui si era svegliato, rabbrividendo per alcune carezze ricevute poco prima sul viso, sui capelli, sul corpo nudo.

Overlord ; larry stylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora