Epilogue

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Uhm...sorpresa? :D (THIS IS SHIT GUYSSSSS)
Dedicato a tutte le persone che hanno letto e supportato questa storia, grazie di tutto xx

Forty years later (aiuto)

Tomaž: 40 years old
Adie: 43 years old (aiuto)
Louis: 63 years old
Harry: 65 years old

Denmark - 5th September 1989; 6:40pm
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La sabbia era bianca su quella spiaggia danese, la penisola dello Jutland rasentava la bellezza del paradiso. Non era caldo, non era freddo.
Le lacrime rigavano già il volto sfiorito di Harry, il vento gli pungeva la pelle quasi a volergli ricordare il giorno in cui tutto ebbe inizio.
Non poteva credere che stesse per succedere per davvero.

Le mani gli tremavano, si era ritrovato costretto a stringerle forte tra loro per evitare che gli altri vedessero.
Zayn era la sua ombra, Niall aspettava l'arrivo di Louis.
I suoi figli sorridevano emozionati, mentre il suo, di sorriso, tremava.
Guardando verso il basso le sue guance si svuotarono d'aria sotto un suo sospiro, gli occhi ad osservarsi le scarpe eleganti, i pantaloni neri, i polsini dorati.
Il colletto della camicia gli solleticava con dolcezza la pelle, la giacca nera gli dava un tocco di serietà.

Lo sguardo annoiato del sindaco lo prendeva in giro tacitamente, quasi ad insinuare che non stesse per cambiargli radicalmente la vita.
Era un grosso passo, ed Harry ringraziava quella presa in giro con tutto sé stesso.
Nessuno si era azzardato a fiatare, il rumore delle onde e l'ululare del vento erano gli unici suoni captabili su quella spiaggia. Nessuno schiamazzo, nessun insulto.
Solo loro, il mare ed il vento.

E fu in quel momento che lo vide. Alzò lo sguardo, incontrando con gli occhi la contentezza del ragazzo che aveva amato per più di quarant'anni. Le rughe gli solcavano profondamente il volto tanto era grande il suo sorriso.
La frangia brizzolata gli ricadeva con delicatezza sulla fronte, il suo completo nero a fasciargli perfettamente il corpo.
Avanzava solo, lentamente, velocemente. Harry non riusciva a capirlo. Stava succedendo tutto troppo in fretta e in un attimo non c'era più spazio per l'attesa.

«Lou» fu un sussurro, un singhiozzo.
Il ragazzo gli strinse dolcemente le mani, cercando di fermare il tremare delle sue ossa.
Un sorriso acquoso era dipinto sul suo viso invecchiato, le lacrime iniziarono a rigarlo quando il più grande gli baciò la fronte con tenerezza.

«Siamo pronti per iniziare?» l'uomo aveva un marcato accento danese, in tutt'altra situazione Harry avrebbe riso.

Il tono austero utilizzato dal sindaco non rispecchiava affatto la tenerezza impressa nei suoi occhi, le mani strette davanti allo stomaco in attesa.
Prendendo un grosso respiro Harry riuscì ad annuire, un nodo a bruciargli la gola.

«Oggi 5 settembre 1989, avanti a me, ufficiale dello stato civile del Comune di Esbjerg, sono personalmente comparsi Harry Styles e Louis Tomlinson, i quali - alla presenza dei due testimoni Zayn Malik e Niall Horan - mi dichiarano quanto segue:»

Harry ricordava ancora il momento in cui aveva ricevuto la notizia. Era seduto sul divano, la televisione andava a basso volume mentre lui leggeva il giornale, una vestaglia bordeaux a coprirgli il busto.
La casa era silenziosa da troppi anni per i suoi gusti, e la TV era solamente un modo per creare un lieve brusio, per rimpiazzare le risa dei bambini che non vivevano più lì da tempo.
I suoi pensieri stavano vagando nella la sua testa, non prestava attenzione né a cosa stava leggendo, né a cosa stava ascoltando.

«...di avere formulato a questo ufficio, in data 10 giugno 1989, richiesta di rendere la dichiarazione costitutiva dell'unione civile tra persone dello stesso sesso;»

Dire che non se l'aspettava sarebbe un eufemismo. Il suo sguardo guizzò allo schermo della televisione, il giornale gli cadde di mano. La Danimarca aveva appena legalizzato le unioni civili tra persone dello stesso sesso.
L'uomo non riuscì a trattenersi, e pianse. Pianse con il viso affondato tra le mani, singhiozzò impotente seduto su quel divano.

Non si ricompose quando la porta d'entrata si aprì con uno scatto, non rispose quando l'amato lo salutò.
A Louis quasi venne un colpo, il sorriso gli sparì dal viso, le buste della spesa furono abbandonate sul pavimento. «Amore che succede? Ti senti male?» e corse da lui.

«...di essere consapevoli dei diritti, dei doveri e degli obblighi che derivano dalla costituzione dell'unione civile;»

L'uomo più giovane si inginocchiò a terra, le mani a depositarsi sulle gambe dell'altro. «Harry?» la voce di Louis scivolò dolcemente fuori dalle sue labbra, le sue dita andarono ad accarezzare le guance glabre dell'altro uomo.
Harry gli prese le mani tra le proprie, gli occhi lucidi ad aprirsi.

«Vuoi sposarmi?», la voce tremante.

«C-come? Haz lo sai che non possiamo»

Lui scosse la testa, il viso ad appoggiarsi alle mani dell'amato. «In Danimarca» sussurrò «l'hanno appena legalizzato»

«...di costituire, mediante la presente dichiarazione, l'unione civile tra di loro.»

«Abbiamo aspettato così tanto Lou, ti prego»

«Il presente verbale, al quale allego il verbale della richiesta, viene letto ai dichiaranti i quali, insieme con me ed i testimoni, lo sottoscrivono»

«Va bene, sì. Ti sposerò»

Non firmarono neanche.
Semplicemente, si baciarono. Si baciarono piano, con dolcezza quasi estenuante. Lentamente come solo una coppia sfiorita sapeva fare, toccandosi con cura per evitarsi qualsiasi dolore.

I loro volti invecchiati avevano assunto una pigmentazione rosata, calde lacrime salate scendevano copiose sulla pelle, rigandola.
Ed iniziò a piovere, le gocce a mischiarsi al loro pianto, le nuvole a coprire la lucentezza dei loro sorrisi.

E non importava, perché tutto ciò a cui Harry riusciva a pensare era "Sono riuscito a metterti ufficialmente l'anello che ti avevo promesso".

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C'era un piccolo chalet su quella spiaggia, le mura bianche, i decori in mogano.
Bastava a malapena a contenere i due uomini, l'aria di famigliarità si faceva sentire in modo forte, il calore emanato dal caminetto li faceva sentire al sicuro.
Finita la cerimonia erano tutti andati a ripararsi al suo interno, la sala da pranzo addobbata con oggetti di ogni tipo, dalle stoviglie agli stracci.

E mentre fuori infuriava la tempesta, loro non potevano sentirsi più al caldo di così. La pioggia picchiettava contro le finestre, sul tetto, sulla sabbia. La luce era andata via ed il fuoco ardeva di un rosso vivo.

Il salotto in penombra, due amanti che si stringevano in un ballo. La musica ad uscire armoniosa dallo stereo, le dolci note ad accarezzarli.

You are my sunshine, my only sunshine
You make me happy when skies are gray
You'll never know dear, how much I love you
Please don't take my sunshine away.

Overlord ; larry stylinsonWhere stories live. Discover now