Capitolo ventitré - Truth or Lie?

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"Credo che hai dimenticato qualcosa"
"Davvero, Beatrice? Faccio la valigia praticamente ogni mese, ormai so a memoria cosa portare in viaggio"
Beatrice rise, ma continuava a ritenere che quel bagaglio a mano fosse troppo vuoto. Pensò che, probabilmente, non sarebbe mai bastato per contenere tutti i suoi abiti e il resto degli oggetti di cui una ragazza aveva bisogno.
"Credimi, c'è qualcosa che non va..." insistette lei "ma come fate voi maschi a sopravvivere con così poco?"
Niall scoppiò a ridere "Figurati, se solo fosse possibile, voi ragazze mettereste tutto il mondo in una valigia"
Beatrice gonfiò le guance, offesa, come una bambina testarda alla quale viene vietato qualcosa; poi, diede un piccolo buffetto sulla spalla del ragazzo.
"Perchè l'hai fatto?" La voce di Niall uscì con un tono di voce troppo alto per essere quella di un uomo.
"Perchè te lo meriti!" rispose Beatrice, ridendo.
Qualche secondo più tardi, entrambi placarono le loro risate e tornarono seri. Ancora pochi istanti prima che, finalmente, Beatrice gli ponesse una domanda che si portava dentro ormai da un paio di giorni, esattamente dal momento in cui aveva saputo che Liam non avrebbe raggiunto il resto della band a Vancouver.
"E, quindi, Liam rimarrà qui?"
"Proprio così" rispose Niall, asciutto e diretto, fingendo che quella scelta non lo toccasse affatto. Ma questo teatrino durò ben poco, ovvero fino a quando il ragazzo diede sfogo ai suoi pensieri, nutriti dal sottile silenzio nel quale la conversazione era caduta.
"Ti sembra giusto? È da due mesi che Jeff cerca di mettersi d'accordo con i produttori di quel talent per farci esibire e lui ha spudoratamente rifiutato di partecipare dopo aver riempito la testa di preghiere a quel povero manager di un Azoff."
Beatrice non capiva perché Liam avesse deciso ciò. Quest'ultimo aveva detto di avere un impegno più urgente a Wolverhampton (sua città natale), diceva che sua madre aveva problemi di salute e necessitava del suo aiuto, dato che il padre lavorava tutto il giorno e le sorelle si erano trasferite all'estero qualche mese prima. Eppure, Beatrice non era convinta: sapeva che Liam non avrebbe mai e poi mai rifiutato di partecipare ad un simile evento, soprattutto adesso che anche Zayn li aveva abbandonati. Come avrebbero potuto esibirsi essendo solo 3? Il resto del gruppo aveva bisogno di Liam.
"Ma... come farete?" chiese, preoccupata che potesse essere un vero e proprio fiasco.
"Ad esibirci? Oh, non preoccuparti, Bea. Jeff ha riconosciuto la difficoltà della situazione e ha fatto in modo di procurarci solo qualche intervista" rispose Niall, chiudendo la valigia una volta per tutte e chiudendo i cassetti dell'armadio dove solitamente riponeva le T-shirt estive.
Beatrice, per un attimo, credette di non aver capito bene.
"Mi stai dicendo che avete annullato l'esibizione?" domandò, quindi, incredula.
"Proprio così" il tono di voce di Niall sembrava sconfitto. Evidentemente, lui, più degli altri, teneva a questa esibizione; allo stesso tempo, però, sapeva che Liam non si sarebbe mai tirato indietro di fronte ad un impegno lavorativo se non per un motivo estremamente importante.
D'altra parte, Beatrice non riusciva a darsi pace: avrebbe fatto di tutto per portare a galla la verità.

Intanto, mentre Niall ultimava i preparativi per l'imminente partenza e Beatrice si dava un'aggiustatina ai capelli, al di fuori della stanza, proprio davanti la porta della loro camera, si trovava il giovane Liam Payne, il quale, anche senza volerlo, si era ritrovato ad origliare tutta la conversazione. Era venuto a casa loro per salutare Niall prima che potesse recarsi in aeroporto e, siccome voleva fargli una sorpresa, aveva usato la copia delle chiavi di casa Horan (una volta fondato il gruppo, avevano deciso di conservare ognuno la chiave di casa dell'altro, per ogni sorta di evenienza; bisogna aggiungere che erano sempre state molto utili) per sgattaiolare all'interno della loro residenza. Dopo aver girovagato un po' per la casa alla ricerca dei padroni di casa, aveva capito che sicuramente si trovavano nella loro camera. Inizialmente, Liam si era fermato sulla cima delle scale, pensando che forse avrebbe potuto evitare di avvicinarsi proprio in quel momento: chissà se li avrebbe pescati a fare cose poco consone adesso che stavano cercando di avere un secondo bambino!
Però, proprio quando stava per voltarsi e tornare sui suoi passi, il suo nome rimbombò nel corridoio, fino ad arrivare dentro al suo orecchio ed attirare la sua attenzione. Quello che fece dopo, lo sapete già.
Si rese conto di ciò che stava facendo solo quando si sentì tirare il pantalone da un lato e, volgendo gli occhi verso il basso, vide il piccolo William a fissarlo quasi come se fosse deluso dal suo comportamento. Il bambino, restando sempre in silenzio, assottigliò lo sguardo, porto due dita davanti agli occhi e subito li puntò verso di lui, come a dire "Attento, io ti osservo, proprio come tu stai facendo con mamma e papà". Dopo aver ripetuto il gesto più e più volte velocemente, il piccolo Horan si mise a "braccia conserte", incrociando le braccia al petto. Liam, dapprima pieno di vergogna per essersi fatto beccare con le mani nel sacco da un bambino, non poté fare a meno di sorridere alla vista di quella scena: William era proprio il ritratto del papà, per aspetto e per modi di fare. E non poteva esserne più che felice, poiché aveva sempre ritenuto che Niall fosse il più leale, il più fedele e il più sincero dei cinque amici.

***
"Attenzione, il volo per Vancouver è pronto per la partenza" la voce metallica uscì energica dagli altoparlanti appesi ad ogni angolo dell'aeroporto, mentre Beatrice, William, Niall, Louis e Harry camminavano velocemente lungo i corridoi. Dopo qualche minuto, ecco che di nuovo la stessa voce ripetè la frase precedente.
Beatrice storse il naso: avrebbe dovuto essere abituata ai continui via vai di Niall e degli altri ragazzi, ma non poteva evitare di sentirsi triste e amareggiata ogni volta che il suo ragazzo doveva partire lasciando la sua famiglia completamente da sola. Da qualche anno a questa parte, infatti, Beatrice aveva realizzato di poter contare solo su Niall, su loro figlio e sugli altri 3 ragazzi; purtroppo, con i suoi genitori non era mai andata d'accordo e preferiva che loro stessero in Italia senza infastidirla ulteriormente; invece, Marianne, la sua migliore amica dai tempi del liceo, era ormai troppo indaffarata con il suo locale per passare un pomeriggio tra amiche come in passato.
I bei tempi della giovinezza erano ormai tramontati e, anno dopo anno, Beatrice si rendeva conto di allontanarsi sempre di più da quei giorni ormai lontani. Adesso aveva altre priorità, il figlio veniva prima di chiunque altro e desiderava solo vivere serenamente con la sua piccola famigliola felice.
"Perfetto, siamo arrivati" disse Louis ad un certo punto "forza ragazzi, altrimenti perderemo il volo" continuò.
Louis e Harry, a turno, lasciarono un bacio sulla guancia di Beatrice, prima di consumare William con baci e abbracci molto affettuosi.
Poi, fu il turno di Niall, il quale prese tra le braccia la figura esile di Beatrice e la strinse forte, quasi come se volesse portare una parte di lei con sè.
"Stai attento, per favore. E sii felice come sempre" Beatrice gli accarezzò una guancia accaldata per la - quasi - corsa. Niall capì il riferimento all'assenza di Liam, ma non se ne curò più di tanto: sperava solo che la madre del suo amico si riprendesse presto. Lasciò un bacio sulle labbra della ragazza, poco prima di prendere in braccio il bambino e abbracciarlo forte.
"Lo sai che mi mancherai tantissimo, vero?" gli sussurrò all'orecchio. William annuì dando un pizzicotto sulla sua guancia, gesto che fece sorridere Niall.
"Emh, ho appena parlato con Liam" si intromise Harry, avvicinandosi a Niall e Beatrice "Mi ha detto che sua madre è peggiorata ed è dovuto andare a Wolverhampton immediatamente... questo è il motivo per cui non è qui adesso"
"Capisco" sussurrò Niall, preoccupato "speriamo che Karen non abbia niente di grave"
"Tranquillo, Nì, ci penso io, credo che le telefonerò più tardi per sapere come sta" lo incoraggiò Beatrice "Adesso andate: è tardissimo! Saluta papà e gli zii, Will!"
Niall, Louis e Harry si allontanarono velocemente dal luogo dove si trovavano, mentre William agitava la mano destra in alto sorridendo come solo un bambino è capace di fare.
Beatrice avrebbe tanto voluto che potesse essere capace di urlare "Ciao" al padre che stava per girare l'angolo del lungo corridoio, ma sapeva che non sarebbe stato possibile ancora per molto. In quel momento, più che mai, decise che ce l'avrebbe messa tutta per aiutare suo figlio.

Decision {Sequel Of Responsibility}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora