Capitolo ventisei - I can't lose you.

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Splash.
Beatrice guardava il corpicino di William venir risucchiato dall'acqua della piscina. Aveva perso il conto di quanti tuffi aveva fatto il piccolino, mentre pensava e ripensava a quello che era successo appena due giorni prima. Non avevano più sentito Liam da quella sera. Nè una telefonata, nè un messaggio. Niente di niente. Beatrice era un po' dispiaciuta e si chiedeva se avrebbe dovuto raccontare al compagno, a Harry e a Louis della piccola bugia di Liam.
Splash.
La giovane donna non ricordava di aver visto risalire Will per la centesima volta e aveva dimenticato anche di essere in compagnia.
"Bea! Mi stai ascoltando almeno?" sbraitò Marianne, dopo essersi accorta di quanto l'amica fosse realmente distratta.
"Si, scusami. Stavo guardando William"
"Mi stai mentendo"
"Cosa?" squittì la bionda "Assolutamente no, io stavo solo..."
"Pensi sul serio che non ti conosca meglio delle mie tasche dopo tutto questo tempo?"
Beatrice sbuffò, ormai rassegnata per via delle parole dell'altra.
"Giusto" sussurrò, come se non volesse dargliela vinta nonostante Marianne avesse ormai ottenuto la vittoria con tanto di trofeo e applausi.
Splash.
"Will, adesso basta, sei in acqua da troppo tempo ormai!" urlò Bea, sia perchè desiderava a tutti i costi sviare quella conversazione, sia poiché lo pensava seriamente: per William era arrivato il momento di uscire e di asciugarsi. Ma il bambino non fece una piega: fece finta di non aver sentito la madre e continuò a tuffarsi, nuotare e correre per tornare a buttarsi nuovamente in acqua come se fosse un robot con le batterie sempre cariche.
Ecco un altro motivo per cui Beatrice tornò a sbuffare, spazientita e amareggiata come poche volte nella sua vita.
"Se ci fosse stato suo padre, sarebbe uscito di corsa. Niall stranamente riesce a farsi rispettare più di me in questi casi"
Marianne ridacchiò "Non l'avrei mai detto, dopo tutti questi anni sembra ancora un orsacchiotto, anche se ha la barba"
Bea sorrise quando il viso luminoso di Niall le comparve nelle mente. Era come se ogni volta la stessa immagine venisse riprodotta nella sua testa, al solo sentir pronunciare il nome del suo fidanzato. Beatrice si ritrovò a sperare che quell'immagine non cambiasse mai.
"A proposito... "cominciò l'amica dai capelli ricci "Il tuo ragazzo ha intenzione di rimanere in casa a guardare Toy Story per il resto della sua vita?"
"Si, suppongo" Beatrice non sapeva se ridere o disperarsi. Niall aveva passato tutta la giornata a guardare i film di quel cartone come se fosse la saga più bella che avessero mai ideato. Però, Beatrice sapeva che lo stava facendo solo perchè gli ricordava Liam: quest'ultimo adorava Toy Story, aveva i pupazzi di ogni singolo personaggio e sapeva ormai tutte le battute a memoria. Parecchio imbarazzante.
La ragazza sospirò. Afferrò il cellulare e guardò distrattamente l'orario sullo schermo luminoso.
"Sono già le sei"
"Appunto, è ridicolo che stia ancora lì dentro. Capisco che si senta in colpa per il litigio con Liam, ma deve farsene una ragione: cose del genere accadono ogni giorno, anche a gente normale"
"Hai detto bene Marianne, ma Niall non è una persona normale, non lo è da ormai troppo tempo e lo sai benissimo anche tu" sputò Bea velocemente. Si morse la lingua, accorgendosi di essere stata fin troppo dura con la sua migliore amica e cercò subito di rimediare "Voglio dire... hanno già perso Zayn, non possono permettersi di perdere anche Lee, sarebbe la fine degli One Direction, non credi?"
***
Marianne era ormai andata via da un pezzo e Beatrice aveva già fatto il bagnetto al piccolo William, il quale si era appena appisolato sul divano del salotto. Diede un'altra occhiatina veloce all'orologio che capeggiava sopra al camino e si accorse che erano appena scoccate le otto, il chè stava a significare che di lì a poco il fattorino della pizza avrebbe suonato il campanello. Beatrice, allora, sospirò non ancora sicura di ciò che doveva fare, ma poi decise che era arrivato il momento di recuperare il suo ragazzo. Salì lentamente le scale che portavano al secondo piano della loro grande casa, mentre cercava di immaginare in che stato avrebbe trovato Niall una volta entrata in quella che era la loro camera. Se lo immaginava disteso sul letto a due piazze, sul lato sinistro ovviamente, in quanto odiava dormire sul lato destro; probabilmente aveva gli occhi azzurri, spenti e vuoti, puntati sul televisore a schermo piatto posto di fronte al letto, mentre immagini di giocattoli parlanti guizzavano a destra e a sinistra. Quando Beatrice entrò nella stanza da letto - senza bussare perché era anche camera sua -, aveva immaginato benissimo la scena che avrebbe avuto davanti: il corpo inerme di Niall giaceva tra le lenzuola, nonostante fosse luglio inoltrato e ci fosse veramente troppo caldo; dalla finestra, con le serrande alzate come se fosse ancora mezzogiorno, entrava un leggero venticello rinfrescante che conferiva piacere alla sua pelle dopo aver passato un intero pomeriggio sotto il sole cocente; il televisore stava dando proprio in quel momento i titoli di coda e Beatrice non poté esserne più felice dato che adesso nulla spingeva Niall a lamentarsi della sua presenza come aveva fatto quella stessa mattina, nel momento in cui aveva deciso di rimanere da solo.
Il ragazzo non fece una piega quando Bea si chiuse la porta alle spalle, voltandosi verso il letto; non le rivolse alcuna occhiata e sembrò non averla notata.
"Niall" sussurrò Beatrice: aveva paura di disturbare la quiete e di scatenare la tempesta.
"Dimmi" rispose l'altro. Il suo tono di voce era glaciale.
"La pizza sta per arrivare"
"Puoi portarmi una fetta qui prim..."
"Assolutamente no, Niall!"
Beatrice aveva perso la pazienza. L'altro, finalmente, posò lentamente gli occhi su di lei, incredulo.
La donna si sentì in dovere di dare spiegazioni.
"Non ho intenzione di lasciarti qui ancora, adesso tu mi dai quel telecomando e torni qui dentro solo per dormire. È chiaro?" Beatrice alzò la voce nel momento in cui pronunciò le ultime due parole, come se volesse essere sicura di aver attirato la sua attenzione una volta per tutte.
Niall non rispose, ma in compenso Bea vide un leggero guizzo attraversare quegli occhi blu come lapislazzuli, un guizzo che sciolse la momentanea opacità del suo sguardo.
Capì subito che l'uomo stava per scoppiare.
"Scusami, hai... hai completamente ragione" sospirò Niall, passandosi una mano tra i capelli già abbastanza scompigliati "solo che... mi sento così in colpa, adesso Liam ci abbandonerà, non vorrà più vederci, farà la stessa fine di Zayn e noi... noi non esisteremo più" Solo Niall sapeva quanto gli era costato pronunciare parole simili; la sofferenza era palpabile nell'aria e i suoi occhi trapelavano una tristezza indescrivibile. Beatrice non riuscì a far finta di niente, non poteva rimanere dura ancora per molto; infatti, qualche secondo dopo decise di avvicinarsi nella metà di letto dove Niall continuava a giacere e si accoccolò al suo fianco, in modo da fargli poggiare la testa sul suo petto.
Prese ad accarezzargli i capelli in un gesto quasi involontario "Allora tu non permetterlo" disse Beatrice. Niall capì subito cosa la sua compagna volesse dire, non ci fu bisogno di aggiungere altro affinché si alzasse dal letto e decidesse di prendere la situazione in mano. Una volta per tutte.
***
Niall era letteralmente in ansia. Non riusciva a smettere di toccarsi i capelli in continuazione, mentre le mani non erano capaci di stare ferme per un solo istante. Stava camminando velocemente lungo il vialetto di casa Payne, a qualche isolato da dove abitava insieme a Beatrice, quando si accorse di quanto i suoi denti stessero battendo. E no, non poteva essere di certo il freddo dato che c'erano almeno 26 gradi quella mattina. Una temperatura fin troppo alta per una città come Londra. Niall scosse la testa, ripetendo tra sé e sé che non doveva avere paura, né tantomeno ansia. Suonò velocemente il campanello quasi avesse paura di cambiare idea e fu sul punto di scappare a gambe levate dopo qualche istante. Ma, fortunatamente, il tempismo di Liam lo lasciò impreparato. Quest'ultimo aveva aperto la porta quasi del tutto, facendolo saltare in aria per lo spavento. Non aveva l'aria di uno molto felice, specialmente perchè indossava una tuta davvero bagnata - in realtà completamente fradicia di sudore - e aveva l'affanno, come se avesse appena finito di correre una maratona. Era evidente che lo aveva interrotto nel bel mezzo del suo allenamento mattutino.
"Emh, ciao" balbettò Niall, alzando la mano come segno di saluto. Cominciavano bene, pensò.
Liam non sembrò molto sorpreso, evidentemente era piuttosto sicuro di ricevere una sua visita in quegli stessi giorni. Anzi, sembrava pure piuttosto divertito mentre guardava lo stato dei capelli dell'amico (per la cronaca, avevano un aspetto altamente pietoso, con i ciuffetti biondi sparati in ogni direzione a causa delle dita tremolanti, le quali non smettevano un attimo di torturarli). Il biondo non ci fece troppo caso e andò subito al sodo. "Posso entrare? Avrei bisogno di parlarti"
Liam continuò a non proferire parola. Si limitò a spostarsi di lato in modo da lasciare lo spazio necessario all'altro ragazzo per farsi strada nell'atrio della casa. Una volta entrato, Liam chiuse la porta alle sue spalle e incrociò le braccia assumendo la posa di un vero e proprio genitore severo di fronte al proprio figlio: aspetta di sentire cosa ha da dire per giustificarsi anche se, qualunque cosa dirà il povero ragazzo, il padre finirà comunque per sgridarlo.
"Senti, lo so che ho esagerato, non avrei mai dovuto dire delle cose del genere sul conto di Zayn, ne sono consapevole. Non voglio che la nostra amicizia vada in frantumi solo perché non so tenere a freno la mia stupida lingua"
Liam si crucciò come se stesse riflettendo sulle parole dell'amico. Passò qualche minuto, o forse secondo - Niall non sapeva dirlo con certezza dato che gli sembrava di aver aspettato un'eternità per ricevere una qualsiasi risposta da parte dell'amico. Anche un insulto sarebbe andato bene. Ma siccome la bocca di Liam non sembrava intenzionata ad aprirsi, decise che era arrivato il momento di aggiungere qualcos'altro.
"E, poi, lo sai: non possiamo permetterci di perdere un fusto talmente palestrato come te, la nostra band ne ha bisogno, sai, per l'immagine " ironizzò. Lo sguardo di Payne si addolcì e la risata che seguì fece scoppiare il cuore di Niall di felicità. Gli era mancato sentire quel suono.
"Okay, piccolo Niall, mi hai convinto, sembri davvero pentito. Anche io ti devo delle scuse dato che... é vero, l'ho presa fin troppo sul personale. Solo... lo sai che io mi fido ciecamente di Zayn, capisco che evidentemente aveva bisogno di staccare la spina"
Niall annuì, comprendendo le sue parole. Non poteva dargli torto.
"Io ti odio Payne, ho passato due giorni a crogiolarmi tra i sensi di colpa e i film di Toy Story. Stupido Toy Story"
Liam scoppiò a ridere "Non ci credo che tu l'abbia fatto seriamente" urlò, senza preoccuparsi di sembrare una ragazzina. Dopotutto era a casa sua con uno dei suoi migliori amici.
Niall sorrise, scuotendo la testa in quanto non poteva crederci nemmeno lui.
"Vieni, siediti in salotto, vado a prenderti una bottiglia di birra e qualche cosa da sgranocchiare"
Dopodiché, Liam svanì dietro la parete della cucina. Niall, nel frattempo, gli diede ascolto e si accomodò sul divano. Conosceva quella casa come se fosse sua oramai e stava appunto cercando il telecomando del televisore un po' ovunque quando percepì una vibrazione, simile a quella di un cellulare che riceve un messaggio con il silenzioso. Niall si avvicinò al bracciolo del sofà, da cui pensava provenisse quel suono. E poi lo vide: il cellulare di Liam era sul tavolinetto che affiancava il lato destro del divano ed era illuminato, segno che aveva appena ricevuto un messaggio o comunque una notifica. Ma quello che davvero catturò l'attenzione di Niall fu un nome, più precisamente il nome che capeggiava a lettere maiuscole sullo schermo del telefono:

Da: ZAYN.
Buongiorno Lee! Perciò stasera va bene alle 8 al Cinema Stella? Non vedo l'ora di guardare quel film di cui ti ho parlato l'altro ieri. A più tardi.

Decision {Sequel Of Responsibility}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora