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Quando verso le sette di sera la porta di casa sbatté rumorosamente e intravidi subito la figura di Jimin avvicinarsi a me.
«Non crederai mai chi ho incontrato oggi!» esclamò, alzando le braccia al cielo. «Kim Namjoon. Si, esatto, proprio lui! E ha avuto anche la faccia tosta di salutarmi!» sbuffò, incamminandosi a passo veloce verso il bancone della cucina e versò dentro un bicchiere di vetro, sbattuto un po' troppo forte su quella superficie dura, un'ampia quantità di succo alla pesca.

« 'Ciao, Jiminie! Da quanto tempo, come stai?'» Cercò miserabilmente di imitare la sua voce « Ti rendi conto? Dopo tutti questi anni ad ignorarci, adesso viene e si comporta...» fece una smorfia «...così! Come se niente di tutto quello che abbiamo condiviso non contasse più nulla!»

In quel momento avrei tanto voluto rispondergli che alle volte era proprio quello che succedeva e che io ne ero l'esempio lampante. Tuttavia, continuai ad ascoltarlo, senza dire niente, non volendo interromperlo.
«Dimmi, Tae, merito merito di essere trattat...?»  lasciò che le parole svanissero nell'aria, quando notò i miei occhi rossi e gonfi.

Si affrettò a posare il bicchiere che stava tenendo in mano, rischiando quasi di rovesciare tutto il liquido al suo interno sul pavimento e si avvicinò a me con aria preoccupata.
«Hai pianto?»
Namjoon era passato ormai in secondo piano e ora la sua voce, acida e stizzita di prima, risultava essere più dolce e gentile.
«Che è successo mentre non c'ero? » domandò di nuovo, accarezzandomi i capelli scuri.
Io mi lasciai cullare dal suo tocco, non volendo proferire parola e scossi la testa per farglielo capire.

Ci appoggiammo su quel divano-letto che Hoseok era solito usare nei weekend quando decidevamo di organizzare una serata tranquilla a casa nostra e capendo il mio disagio non disse più nulla.
Continuò a tenermi tra le sue braccia fino a che non ci addormentammo.

Il giorno dopo a colazione riprovò ad aprire il discorso e quella volta decisi di dargli una spiegazione, riposato com'ero, perciò non rifiutai di rispondergli.
«Ieri l'ho chiamato.»
Non c'era bisogno che facessi nomi, sapeva benissimo a chi mi stessi riferendo. Per questo il suo viso si fece improvvisamente triste, ascoltandomi.

«Abbiamo parlato per due ore di fila. È stato...» mi fermai, cercando di trovare le parole giuste «...come tornare ai vecchi tempi.»
Risi amaramente, abbassando lo sguardo. Sapevo cosa stesse pensando, in quel momento, perché era esattamente ciò che mi aveva invaso e tormentato la testa il giorno prima.

Nel silenzio che seguì le mie parole, sembrò celarsi una sola frase. Una frase che mi aveva accompagnato per tutti quegli anni di liceo e università. Una frase che faceva male più del non sapere, perché io ne ero consapevole ma continuavo imperterrito a seguire il mio cuore a pezzi che pregava una sola persona di aiutarlo a guarire dalle ferite.

" Ti stai illudendo di nuovo, non è così?"
Si, forse. Non avrebbe avuto comunque senso, ora. Ti saresti sposato tra pochi mesi e te ne saresti andato per sempre, 'sta volta.

«Taehyung, ascoltami. So di aver appoggiato Hobi la sera in cui abbiamo parlato di lui, okay? E per quanto continui a pensare che abbia ragione, non voglio che questa cosa ti faccia del male più avanti, perché è evidente che ci pensi ancora a lui.» poggiò la forchetta sul piatto ormai vuoto e continuò «Hai sofferto abbastanza per colpa sua. Ora è il momento di darci un taglio, Tae, mi capisci? E lascia perdere quello che dice Hobi, okay? Lui non sa di tutte le notti che abbiamo trascorso insonni perché tu non stavi bene. Hoseok non lo sa, perché non c'era. » si chinò verso di me, appoggiando il busto sul bancone che ci divideva. « Quindi non devi per forza parlagli se non vuoi. Non devi.»
Mi dedicò un sorriso di intesa e con un'alzata di spalle che lasciava trasparire molta più insicurezza di quanto volesse far vedere, continuò « Che si fottano i ragazzi come Jungkook o come Namjoon! Qui il mio unico vero amore sei tu, Tae! » mi accarezzò la guancia con il pollice e io non riuscii a trattenere una risata spontanea, scuotendo la testa divertito, mentre mi godevo il suo tocco delicato. Un gesto di cui avevo un bisogno disperato e che mi fece subito tranquillizzare.
Dopo un momento di silenzio, in cui mi lasciai andare alla sensazione di calore della sua mano tra i miei capelli, lo sentii sussurrare con un sorriso gentile: «Saremo sempre io e te contro la luna, giusto?»
Lo guardai negli occhi e annuii.
«Io e te contro la luna.»

Angolo autrice
Vi sta piacendo la storia?
Io ho ancora qualche dubbio ma mi piace molto come stia proseguendo con racconto.
Non ricordo di averlo detto prima ma, in ogni caso, questa storia è nata come una storia a messaggi.
So cosa starete pensando, perché anche io sono rimasta sorpresa quando iniziai a scrivere il primo capitolo. Volevo che fosse una sorta di prologo che spiegasse un po' la situazione generale, ma credo mi sia sfuggito un po' di mano eheheh.
Detto ciò, volevo solo dirvi che più avanti inserirò dei capitoli molto più corti in cui mi concentrerò interamente sui messaggi. Alternerò, quando sarà possibile, i due stili e spero che la cosa non sia un problema per voi.
Ho ancora tanto da scrivere e sento che sarà davvero difficile, ma spero che il risultato vi piacerà comunque.
Love you all <3

Somebody else || JJ.K & KT.HWhere stories live. Discover now