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Passò una settimana dalla nostra chiamata.
Non che avessi contato i giorni per un motivo preciso, ma in questo modo risultava essere più facile ricordare ancora una volta a me stesso che non fossi più mio perché, se lo fossi ancora stato, non avrei dovuto avere quella immensa paura di sbagliare al pensiero di scriverti.
Non potevo farlo, perché ormai eri di un'altra. Non potevo farlo, perché non era più compito mio.
Lo era mai stato, però?

Nel corso di quella settimana avevo pensato alle parole di Jimin e avevo deciso di dare un taglio a quell'amore tossico che provavo per te.
Sebbene ne avessi bisogno e sapessi quanto mi avrebbe fatto male staccarmi da te e dalla nostra storia, necessitavo di stare bene; per quanto cercassi di convincermi che il mio bene eri tu, sapevo che in fondo non mi avevi fatto altro che male.
Un male tremendo di cui sentivo ancora le ferite bruciare.

Eppure sembrava sapessi cosa mi stesse passando per la testa quella volta o tutte le altre cento volte che mi ritrovavo a pensarti.
Alla fine di tutto sembrava come se ti divertissi a concedermi quella falsa libertà che bramavo da quando ti conoscevo.
Per qualche secondo, minuto, giorno prima di richiamarmi a te come un cagnolino bisognoso del suo padrone.

E mi domandavo perché.
Perché non ti decidevi a lasciarmi andare?
Io lo stavo facendo, nonostante non volessi allontanarti davvero.
Allora perché tu non volevi farlo? Jungkook, ero stanco di camminare sul filo del rasoio.
Ero stanco di non riuscire a pensare a qualcun altro se non a te. Ero stanco, ma stavo provando comunque a darti quella possibilità di vivere la vita che avevi sempre desiderato e che non avresti mai potuto avere con me.

Perché sarei stato disposto a rinunciare a noi, se solo me l'avessi chiesto. Avrei rinunciato a me.
Allora perché continuavi a cercarmi?
Perché? Perché? Perché?
Era forse lo stesso sentimento che ci univa ad impedirti di mollare la presa?
E se era vero, allora perché avevo come il presentimento che, al momento opportuno, mi avresti guardato negli occhi proprio nell'istante in cui io avrei ricambiato lo sguardo, perdendomi tra le tue pozze scure e avresti lasciato la presa osservandomi sprofondare nel più profondo degli abissi?

Eri per me come la Kriptonite era per Superman: letale.
Eppure avrei accettato anche quello, se me l'avessi chiesto. Avrei accettato di farmi uccidere dolcemente da te, se solo avessi deciso di illudermi ancora una volta con i tuoi velenosi baci.

Somebody else || JJ.K & KT.HWhere stories live. Discover now