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Dopo l'accaduto, non risposi neanche più alle chiamate di Jongdae o ai suoi messaggi di scuse. Ero consapevole che non avevo alcun diritto di essere arrabbiato con lui, si era comportato così per proteggermi, ma era più facile dare la colpa a qualcun altro che non fossi io.

Avevo sbagliato ad usarlo per i miei scopi, a pensare che quello stupido piano avrebbe potuto funzionare. Non si dimentica una persona rimpiazzandola con un'altra.
Lui era uscito con me perché lo voleva, io ero uscito con lui non per voglia o desiderio ma semplicemente per disperazione.
Faceva male ammetterlo a me stesso, figuriamoci ammetterlo davanti a lui.

Non mi sentivo più padrone della mia vita da quando tu eri ritornato a farne parte. Ogni mia scelta, gesto, azione finiva sempre per ritorcersi contro di me ed ero stanco.
Ero stanco, Jungkook. Stavo perdendo il controllo dell'unica cosa che sentivo in parte ancora mia e di chi era la colpa, Jungkook? Esatto, sempre mia.

Mi ero lasciato sopraffare dai sentimenti, dalla speranza, dal dolore e adesso mi ritrovavo disteso sul mio letto, completamente solo, con il solo rumore del mio cuore a fare da compagnia.

Jimin non sarebbe tornato per cena. Lo sapevo perché mi aveva avvisato per messaggio qualche ora prima, troppo occupato nella sala registrazioni con il suo nuovo produttore discografico, Min Yoongi, per poter fare anche solo una brevissima pausa.
Questo significava solamente una cosa: sarei rimasto solo per tutta la sera.
L'idea mi spaventava a morte.

Ero triste, arrabbiato, frustato, amareggiato, deluso e sapevo che una birra o due, per quanto odiassi bere, non mi avrebbero aiutato.
Perché il dolore non va via così tanto facilmente, non quando lo senti così vicino al cuore che fa male. Fa così maledettamente male.

Per questo, dopo un lungo e sconsolato momento, il mio sguardo automaticamente si era spostato sulla vecchia tela immacolata vicino la finestra della mia stanza. Avevo trascurato per troppo tempo l'unica cosa che mi rendeva felice ed ero stato un completo idiota a lasciare che i problemi mi accecassero a tal punto da non riuscire più a distinguere cos'era ormai giusto o sbagliato.

Quindi con un sospiro mi alzai dal letto, presi i vecchi pennelli di legno sparsi un po' ovunque sopra la scrivania e bagnandoli con un po' di pittura, li lanciai contro la tela, sporcandola, macchiandola. Continuai così fino a che quest'ultima non fu interamente coperta di colori, che con una lentezza disumana cercavano disperatamente di unirsi tra loro.

Il mio respiro diventò irregolare e iniziai a sentire gli schizzi di pittura sparsi su tutto il mio corpo incominciare ad asciugarsi, ma non mi importava; quando sentii le lacrime bagnare il mio viso e la gola bruciare, guardai un'ultima volta la tela prima di strapparla in due e farla in mille pezzi.

Angolo autrice
Sono tornata prima del previsto, avete visto? Lol
Non ho davvero pensato scrivendo questo capitolo ma mi sono lasciata andare alle emozioni. Ho immaginato quello che avrebbe potuto sentire Taehuyng e questo è il risultato.
Avrei potuto sicuramente descriverlo meglio, ma la mia povera writing skills non me lo permette.
Secondo voi che cosa significa la rottura della tela?👀
Love you all e grazie per le 7 mila views. Non me le merito, davvero❤️

Somebody else || JJ.K & KT.HWhere stories live. Discover now