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Jungkook aprì la busta con titubanza, non sapendo bene cosa aspettarsi e trattenne il fiato vedendo il contenuto al suo interno.
«Che c'è? Non dici niente? Immaginavo.» la voce del padre risultò essere lontana e confusa. Quelle foto erano state come un pugnale conficcato dritto dentro lo stomaco: inaspettate. «Ti piacciono? Devo ammettere che siete una bella coppia voi due. » e c'era del disprezzo nella sua voce. C'era del disgusto nel suo sguardo. C'era dell'odio nelle sue parole.

Jungkook continuava a fissare le foto che ritraevano lui e Taehyung insieme, abbracciati, mentre si baciavano, si tenevano per mano, si amavano e non capiva. Non capiva come tutto questo potesse essere possibile; infondo erano stati prudenti, non si erano mai fatti scoprire. Come? Il moro non faceva che ripeterlo. Come era potuto succedere?

«Il gatto ti ha mangiato la lingua, figliolo?» Domandò il più grande alzandosi dalla sedia e avvicinandosi piano al suo viso. « Nessuna domanda?» continuò poi «Non vuoi sapere come ci si sente nello scoprire che per tutti questi anni tuo figlio è stato uno schifoso, lurido frocio?» calcò e sputò le ultime parole come se fossero veleno. Lo guardava con rabbia e disprezzo mentre Jungkook sopportava e sopportava. Non aveva il coraggio di ricambiare il suo sguardo. Che cosa sarebbe accaduto se l'avesse fatto?

Il moro era abituato a sentirlo parlare così, a sentirsi insultare in quel modo, ma quella frase gli fece comunque male. Così tanto che dovette trattenere un singhiozzo, per non farsi sentire dall'altro. Odiava mostrarsi debole davanti ai suoi occhi, odiava così tanto fargli vedere l'effetto che avesse su di lui.

«Esigo una risposta!» esclamò allora il padre, alzando la voce di qualche ottava. «Ho dovuto scoprirlo attraverso delle foto, Jungkook! Cosa pensi sarebbe potuto succedere se fossero finite nelle mani sbagliate?»
Il moro sembrò farsi sempre più piccolo, specialmente quando provò a cingersi la vita con le sue forti braccia, provando disperatamente di trovare conforto. Non sapeva cosa dire, cosa fare. Voleva solo andare via da lì, al più presto.
«Io-...Io non lo so.» aveva balbettato a voce bassa, talmente bassa che era stato difficile udirla. La vista gli si era appannata e gli occhi si erano fatti lucidi, ma doveva tenere duro. Doveva tenere duro per se stesso, per Taehyung.

Il padre iniziò a ridere, ma sembrò tutto fuorché divertito dalla situazione. Lo prese per il colletto della maglia e iniziò a scuoterlo. «Non lo sai, eh?» Jungkook sentiva il suo fiato sul collo, ma continuava a mantenere lo sguardo basso. Temeva che se l'avesse guardato negli occhi, sarebbe scoppiato a piangere.

Era per questo che aveva aspettato così tanto per parlagliene, che aveva rimandato tutte quelle volte. Non era pronto a vedere quel mostro che gli si era parato davanti. Non era pronto ad affrontare tutto questo. Non era pronto.
« È quasi divertente vederti così. Ti fai talmente schifo che non riesci nemmeno a guardarmi.» Jungkook sentì la sua risata sfiorargli i capelli e dovette combattere con tutto se stesso l'istinto di allontanarsi. Ribellarsi avrebbe peggiorato le cose.

Cadde il silenzio. Il padre non smetteva di sbatterlo contro la sedia su cui era ancora seduto e il moro non faceva niente.
Sopportava, sopportava e sopportava.
Non poteva reagire, non poteva farlo. Se sua madre fosse stata lì in quel momento, avrebbe cercato di fermare suo padre, di supplicarlo di darci un taglio. Ma lei non c'era, non c'era e non sarebbe tornata.
Non poteva contare su nessuno. La sua matrigna lo odiava e Jin non era presente.
Che cosa avrebbe potuto fare? Scappare sembrava la scelta più stupida eppure la più semplice. Non si mosse, comunque. Non aveva il coraggio.

«Avrei dovuto capirlo, sai? Avrei dovuto capirlo dal modo in cui lo guardavi, dal modo in cui me ne parlavi o dal modo in cui sorridevi ogni volta che sentivi qualcuno pronunciare il suo nome. Ti si illuminavano gli occhi e nemmeno te ne accorgevi. Che ingenuo.» Si stava prendendo gioco di lui, lo si capiva dal tono derisorio che aveva assunto e dallo stupido sorrisetto che era apparso a contornargli il viso pieno di rughe. «È tutta colpa sua se ora sei così! Sapevo che uno idiota di campagna non avrebbe fatto altro che male alla tua insulsa testolina piena di sogni e speranze.»

Somebody else || JJ.K & KT.HOù les histoires vivent. Découvrez maintenant