44%

2.2K 237 96
                                    

L'incontro con Park Seojoon mi aveva destabilizzato. Lo aveva fatto al tal punto che non riuscii più a concentrarmi per il resto della serata e anche se Jimin e Hoseok notarono il mio cambiamento d'umore, decisero di non chiedere ed io li ringraziai mentalmente per questo.

Non riuscii a capire il perché mi sentii in quel modo, dopo aver ricevuto la notizia. Ero felice di aver ottenuto quell'opportunità, eppure le mie insicurezze si erano fatte avanti una ad uno, impedendomi di esserlo completamente.
Avevo paura che non ce l'avrei fatta, che non sarei stato all'altezza. Avevo paura di non essere abbastanza.

Quando la mostra si concluse e tutti decisero di tornare a casa, decisi di rimanere ancora un po' immerso tra quelle pennellate e colori vari. Avevo bisogno di pensare, di decidere se sarebbe davvero valsa la pena rischiare tutto per un qualcosa di più grande.
Amavo l'arte, amavo dipingere, amavo creare ma avevo paura di rovinare l'unica cosa bella rimasta nella mia vita.

Se avessi mandato tutto in fumo dopo nemmeno una settimana?
Se avessi perso la passione, il sentimento?
Se gli altri non avessero visto, percepito questo tanto amato dono?
Che cosa avrei fatto?

Avrei percorso un cammino fatto di trappole e, magari anche qualche scorciatoia, ma comunque buio. Un cammino che mi avrebbe portato ad una destinazione a me ignota; la cosa mi terrorizzava. Avrei dovuto abbandonare tutti, ricominciare da zero e non riuscivo a smettere di pensare che forse mi avrebbe davvero fatto bene allontanarmi.

Allontanarmi da Jimin, da Hoseok, da Jongdae, i ragazzi dell'Exon, Minjae, la mia famiglia, te.
Avevo la possibilità di allontanarmi da te, di lasciarti finalmente andare e, anche se mi era difficile ammetterlo, forse era questo di cui avevo più paura.

Ma volevo vivere il mio sogno. Volevo viverlo almeno una volta, volevo fregarmene di tutti e poter rischiare per me stesso e non per le persone accanto a me. Volevo essere felice, ma avevo il terrore del fallimento. Ne ebbi così tanto che non riuscii a prendere una decisione quella sera, almeno non subito. Preferii sfruttare il tempo a mia disposizione per rifletterci su, ancora per un po'.
E mentre ero perso tra i miei pensieri, non mi accorsi di non essere più solo come pensavo.

«Sei davvero migliorato dall'ultima volta.» Sobbalzai appena sentii la tua voce rompere il silenzio e sentii un lungo brivido percorrere tutta la schiena quando mi girai ed ebbi la conferma che fossi proprio lì, davanti a me.
«Ricordo quanto desiderassi poter vedere una delle tue opere in un posto del genere e riuscire a poterle ammirare in carne ed ossa ora, mi rende estremamente orgoglioso di te. Devo ammetterlo.»

«Che- che ci fai qui?» avevo balbettato. Ero sorpreso di vederti perché credevo non ci saremmo più incontrati prima del matrimonio. Non dopo la fine della nostra ultima conversazione, almeno.

«Sono venuto a farti le mie congratulazioni, Tae.» mi avevi semplicemente risposto con un sorriso. Eppure percepivo del disagio nella tua voce, della preoccupazione nel tuo sguardo.
Sembrava fossi venuto di fretta, che avessi corso per arrivare fino a lì, perché i tuoi capelli erano spettinati e gli abiti che indossavi erano stropicciati e messi disordinatamente. Perché l'avevi fatto?

Sentii i tuoi passi farsi sempre più vicini, ma io non mi mossi. Avevo paura che, se mi fossi avvicinato a te in quel momento, dove niente e nessuno poteva impedirci di essere noi stessi, avrei commesso uno sbaglio di cui mi sarei pentito in seguito. Non potevo permettermelo.
«Come hai fatto a sapere di sta sera? Non ricordo di avertelo mai detto in questi ultimi mesi. » ti domandai con voce tremante. Volevo sapere, davvero. Volevo solo sapere come riuscissi sempre a tornare indietro da me, come nonostante tutto non riuscissi a provare rancore. Volevo solo sapere.

«Ho incontrato Hoseok oggi e l'ho sentito parlare al telefono con Jimin di questa sera. Non avrei mai potuto perdermela .» ammettesti, portando un braccio dietro la nuca mentre abbassavi lo sguardo. Sembrava che provassi vergogna di dirmelo guardandomi negli occhi. Era così o era solo un'impressione?
«Non saresti dovuto venire.» ti dissi senza troppi giri di parole. Avrei preferito che ti fossi dimenticato o che non ne fossi venuto a sapere per niente, perché rivederti non mi faceva bene.

«Ma volevo.» affermasti con tono deciso.  Alzasti di scatto la testa e con un sospiro, ti avvicinasti ancora di più.
Il mio cuore perse un battito ma cercai di sembrare composto, come se la tua presenza non mi stesse mandando in tilt il cervello. Dovevo fingere che non sopportassi l'idea di averti lì , ma era difficile. Era dannatamente difficile quando era davvero l'unica cosa che desideravo da più di due anni.

«Bene. Ora che sei venuto, puoi anche andartene.» feci un passo indietro e provai ad allontanarmi da te, perché ormai il tuo profumo era diventato troppo forte da sostenere e fu inevitabile ricordare momenti della quale avrei preferito dimenticare l'esistenza. Odiavo l'effetto che avevi su di me. Odiavo così tanto come mi facevi sentire.

Con la coda dell'occhio, vidi quell'accenno di sorriso sul tuo viso scomparire e per un attimo mi sentii quasi in colpa.
Abbassasti nuovamente lo sguardo e portasti la mano bene in vista, permettendomi di notare che non avessi indossato l'anello di fidanzamento quella sera. Mi domandai perché. Non era un segreto, quindi perché nasconderlo?
«Se io...» ti fermasti, incapace di parlare, e mi guardasti negli occhi come eri solito fare un tempo.

Fu in quel momento che vidi quanto fossi realmente triste. Mi si spezzò il cuore vederti così distrutto. Avresti dovuto essere felice, quindi cosa c'era che non andava?
«Se io non volessi andarmene? » continuasti allora, mormorando quelle parole talmente a bassa voce che per un momento credetti di averle immaginate.
«Devi farlo. » ebbi come l'impressione stessimo parlando di tutt'altro, di qualcosa che solo noi potevamo capire; cercai di misurare il peso delle parole che usai in seguito «È troppo tardi ormai. La mostra è finita da un pezzo, non ha più senso stare qui.»

«Non mi importa.» deglutii a quell'affermazione e, per un attimo, l'aria mi sembrò mancare. «Ho giurato che questa sera sarei venuto. L'ho fatto per me...»

Non volevo credere alle tue parole. Non volevo, perché sapevo non sarebbe servito a niente. Desideravo, tuttavia, una riposta più precisa, più chiara. Ero stanco di leggere tra le righe di un foglio bianco. Volevo la verità, anche se mi avrebbe fatto male.
«Che cosa significa?» balbettai tra una parola e l'altra. Ero nervoso e terrorizzato di quello che avresti potuto rispondere perché sembravi agitato, a disagio e sembravi aver paura esattamente come ne avevo io. Mi fece sperare.

«Significa questo, Taehyung.»
E senza avvisarmi, mi prendesti il viso tra le mani, mi guardasti negli occhi per chiedere il permesso, come se fosse la prima volta, e unisti le tue labbra alle mie come se fossero una bombola d'aria e tu fossi a corto di ossigeno.
Ricambiai quel bacio con la stessa disperazione e lo stesso desiderio e per una sera mi lasciai andare all'amore che entrambi desideravamo da tempo.

Angolo autrice
CIAAAO LMAO

Somebody else || JJ.K & KT.HWhere stories live. Discover now