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Quattro giorni.
Mancavano esattamente quattro giorni alla serata più importante della mia vita. Una serata che avrebbe cambiato il mio destino, il mio futuro. Inutile dire che non stavo più nella pelle.

Avevo lasciato che in quei giorni la mia mente rimanesse concentrata solo su delle tele, qualche colore e un pennello.
Trasformavo la mia voglia di scriverti in una pennellata passata con troppa prepotenza e il mio desiderio di chiarire in qualche colore mischiato ad un altro.

Non potevo permettermi di crollare, non in quel momento. Non un'altra volta.
Volevo disperatamente sapere cosa ti stesse passando per la testa, ma allo stesso tempo volevo disperatamente eliminarti dalla mia vita.

Ero stanco di quella caccia tra preda e predatore che avevamo iniziato da quando ci eravamo lasciati; sapevo benissimo che alla fine ne saresti uscito vincitore, semplicemente perché in questa storia d'amore senza speranza, ero l'unico rimasto ancora in piedi a sperare.

L'avevo visto nel tuo sguardo perso, l'avevo percepito nei tuoi messaggi confusi e enigmatici, l'avevo sentito l'ultima volta che mi avevi sfiorato per dirmi addio, che la nostra storia si sarebbe conclusa con un punto e virgola. Niente spiegazioni, niente domande, niente risposte.

Avrei passato la mia vita con la consapevolezza di quel che eravamo e di ciò che non saremmo mai stati? Forse.
Volevo saperlo, volevo davvero, ma sarebbe servito a qualcosa? Sapere per una volta sarebbe stata la scelta giusta?
Ero stanco di brancolare nel buio, ma avevo anche molta paura.
La verità mi avrebbe fatto male e sebbene stessi già soffrendo a casa tua, ero terrorizzato che quella volta non mi avrebbe lasciato scampo. Mi avrebbe fatto a pezzi il cuore già in frantumi, non dandomi più la possibilità di rimetterlo in sesto. Non lo volevo. Avevo paura.

Avrei preferito rimanere allo scuro, perché sarebbe stato più facile odiarti con la convinzione che fosse stata tutta colpa tua. Sarebbe stato più facile lasciarti andare una volta arrivato il momento.

Lanciai una veloce occhiata al calendario appeso al muro di fronte a me e non riuscii a reprimere il familiare groppo in gola non appena vidi il cerchio rosso, che avevo disegnato su quel foglio molto tempo prima, ad indicare con fierezza il giorno della mostra. Lo sguardo cadde sul numero della fila sotto e mi soffermai a fissarlo. Un triste sorriso si fece spazio sul mio viso ma non lasciai che nessuna lacrima lo bagnasse. Non volevo più piangere.

Era buffo come avrei vissuto la serata più importante della mia vita la settimana prima di vederti all'altare a promettere a qualcun altro il per sempre che avevi promesso a me così tante volte prima di allora.
In quel momento pensai che il destino volesse solo prendermi in giro, che volesse spiattellarmi in faccia ogni mio singolo rimpianto per non aver avuto il coraggio che necessitavo per andare avanti, per stare bene.
Il mio era solo uno scherzo riuscito male.

«Sei uscito dalla tua tana, Batman?» sobbalzai sentendo una voce alle mie spalle e mi allontanai di scatto dal calendario, girandomi verso la fonte della voce come se fossi stato colto sul fatto.
«Oh, ehi Jiminie.» mormorai non appena vidi la figura del biondo incamminarsi verso la cucina, con ancora i capelli bagnati e un asciugamano fradicio tra le mani.

«Ti prego dimmi che questa non è una delle tue solite pause e che hai finalmente finito i tuoi quadri.» Aprí il frigorifero con un gesto quasi meccanico e bevve direttamente dalla bottiglia un sorso abbondante di acqua. «Saranno giorni che non parliamo. Mi manca passare del tempo con il mio migliore amico.» alzò velocemente lo sguardo e finse di asciugarsi una lacrima dal viso paffuto.

Io non potei fare a meno di ridere prima di rispondere con un veloce e stanco «Ho finito, ho finito.» Scossi la testa prima di avvicinarmi a lui e prendergli di mano la bottiglia ancora aperta. «E non addossarmi tutte le colpe. Fino a qualche settimana fa eri troppo impegnato con l'incisione del tuo album.» portai la bottiglia alla bocca ma prima di bere continuai «O forse eri troppo impegnato con il ragazzo con cui l'hai inciso.» Con la coda dell'occhio lo vidi arrossire e quasi non mi strozzai dalle risate non appena lo sentii mormorare un
" Stai zitto, coglione" prima di coprirsi  il volto con le mani, imbarazzato.

«Oh, ma non mi dire, Jimin ha una cotta per qualcuno!» esclamai, sgranando gli occhi. Era passato fin troppo tempo dall'ultima volta che Jimin aveva avuto una cotta per qualcuno. Dopo Namjoon, aveva deciso di dedicarsi a storie di una notte, senza sentimenti e senza interesse. Come me con te, Jimin ne era uscito distrutto dalla rottura con lui e senza più il suo primo grande amore, gli era stato difficile credere di poter ritornare ad essere felice. Aveva trovato conforto nella sua musica ed era riuscito ad andare avanti con più leggerezza grazie a quest'ultima, ma sapevo che ci stava ancora male.
Il tempo non aveva guarito le sue ferite, né le mie, ma aveva aiutato entrambi a sopportare quel dolore più facilmente.

«Mi interessa, contento? » alzò allora le mani in segno di resa. « E credo che per una volta io sia corrisposto, ma non so bene come andrà a finire. Dopotutto è il mio direttore discografico e se non dovesse funzionare, non vorrei mandare in fumo anni di sforzi e sudore per raggiungere i miei obiettivi e sogni.» Mi fece cenno di ridargli la bottiglia ed io acconsentii. La rimise in frigorifero e si appoggiò con le braccia conserte su di esso una volta chiuso. « È una situazione complicata. Ho paura di rovinare tutto e di perdere anche un amico...»

Era complicato.
Quante volte avevo sentito quella frase? Tu l'avevi ripetuta talmente tante. Ma ero stufo di sentirla dire ancora, ancora e ancora. Definivamo l'amore complicato perché avevamo paura, ma l'amore in sé non lo era.
Si ama con la stessa facilità di quando si respira, quindi come potrebbe definirsi complicato una cosa così semplice?

Ero stanco di vedere le persone perdere le loro possibilità a causa della paura, perché ero stato il primo a perdere la propria e non volevo che gli altri facessero lo stesso errore.
Sapevo che il vero motivo di Jimin non era di perdere un direttore discografico o un amico, ma era quello di rimanere ulteriormente ferito. Aveva paura di soffrire ancora, ma se non avesse rischiato, avrebbe perso la sua possibilità di essere felice. Per questo decisi che per una volta mi sarei comportato da bravo amico e l'avrei spinto oltre i suoi limiti.

«Secondo me dovresti provarci.» Alle mie parole Jimin aveva alzato un sopracciglio con sguardo interrogatorio così, senza troppi giri di parole, continuai «Provate a stare insieme. Uscite, conoscetevi, provate ad approfondire questo sentimento. Non puoi abbandonare tutto solo per paura, Chim chim. »

Gli circondai le spalle con un braccio e lo avvicinai a me in modo tale da guardarlo meglio negli occhi. «Rimarrai con il rimpianto di non averci provato e con la consapevolezza che qualcosa, se ti fossi buttato, sarebbe nata prima o poi. Quindi fallo, Chim. Buttati.» sospirai un'ultima volta prima di dire «Buttati anche con la paura che il paracadute non si apra, ma tu fallo e basta. Non c'è niente di peggio di vivere una vita fatta di rimpianti.»
Ed io lo sapevo bene.

Angolo autrice

PERDONATEMI PER LA LUNGA ASSENZA MA SCRIVERE QUESTO CAPITOLO È STATO DAVVERO COMPLICATO( Lol) E haylie-locke  LO SA BENE.
Inoltre sto passando un periodo abbastanza difficile della mia vita e scrivere è l'ultimo dei miei problemi, se così possiamo dire.
Non sono ancora del tutto soddisfatta del capitolo ma sapevo che se non avessi pubblicato oggi, non l'avrei più fatto. Quindi eccolo/eccomi qui.
Scusatemi se il capitolo non è granché o se ci sono degli eventuali errori grammaticali. Proverò a correggere tutto il prima possibile, promesso.
Ci tenevo a ringraziarvi per le quasi 19 mila views e volevo dirvi che siete davvero delle personcine fantastiche. Mi supportate/sopportate sempre e vi ringrazio infinitamente per questo.
Prima di terminare qui volevo farli una domanda: Quale canzone vi viene in mente leggendo questa storia?
Love you all
P.s Quanti stanno sclerando con me in questo momento perché Jungkook è cresciuto troppo in fretta? Il nostro piccolo Golden maknae* sospira*

Somebody else || JJ.K & KT.HOù les histoires vivent. Découvrez maintenant