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Si trovavano in ospedale da diverse ore, ormai.
Dei suoi colleghi, solo Soojin e Yugyeom restarono lì con lui, mentre gli altri tre erano dall'altro lato dell'ospedale a sorvegliare la stanza dove si trovava Bogum.

Il dottore era già uscito ed aveva detto a Jungkook di stare calmo, Taehyung si sarebbe ripreso. Sperava soltanto che non fosse in uno stato di profondo shock, quello sarebbe stato difficile da superare.

Eppure Jungkook non aveva il coraggio di entrare in quella stanza.
Non aveva il coraggio di vederlo.

Non era stato in grado di proteggerlo, come avrebbe potuto reggere il suo sguardo, adesso?

«Dovresti entrare. Dovresti essere lì al suo risveglio» sussurrò Soojin, sedendosi accanto all'amico.

«Ha ragione» confermò Yugyeom, a pochi passi da loro.

Jungkook annuì.
Lo sapeva bene, ma non ne aveva comunque il coraggio.

«Sta ancora dormendo, dovresti entrare adesso» continuò Yugyeom, abbassando lo sguardo sull'amico seduto.

Jungkook sospirò, annuendo ancora una volta prima di riuscire ad alzarsi.

Si avviò alla porta della stanza del minore all'inizio con passo sicuro, e poi sempre più incerto.
Non credeva di potercela fare.

Lanciò uno sguardo all'orologio che aveva al polso, erano già le tre di notte passate, ma voleva comunque avvertire gli amici del più piccolo.
Decise quindi di farlo prima di entrare, così da poter perdere ancora qualche minuto, e magari recuperare anche un po' coraggio.

Prese il cellulare dalla tasca e decise di scrivere un messaggio a Namjoon visto che era l'unico numero di telefono che aveva, tra i vari amici di Taehyung.

Taehyung è in ospedale.
Bogum l'ha aggredito, per ora è stabile.
Avverti gli altri.

- Jungkook

E subito dopo aver mandato il messaggio, tirò l'ennesimo sospiro, facendosi finalmente coraggio.

Aprì la porta, costringendosi a tenere lo sguardo basso fino a quando non si trovò a pochi passi del letto dove giaceva il corpo del suo ragazzo.

La prima cosa che riuscì a vedere fu il suo braccio destro.
La mano era fasciata, un po' di sangue macchiava la garza altrimenti bianca, e un braccialetto con il nome Kim Taehyung era ben posizionato sul polso.

Jungkook, in modo del tutto instintivo, allungò la sua mano ad accarezzare il braccio di Taehyung, in modo estremamente delicato.
Non voleva svegliarlo, anche se dopo tutti i tranquillanti e anestetici che gli avevano iniettato dubitava si svegliasse prima dell'indomani mattina.

«Mi dispiace, Taehyung.
Avrei dovuto essere lì, non credo potrò mai perdonarmelo...» sussurrò, alzando finalmente lo sguardo sul viso del minore.

E bastò solo quello, il solo vedere il corpo di Taehyung attaccato a quelle macchine che procuravano un rumore per lui infernale, a farlo cedere.
Cadde sulle ginocchia, senza riuscire a spostare la mano dal braccio del piccolo, ed iniziò a piangere.

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Capitolo di passaggio.
Bye, polpette. 💜

Dad || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora