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«What do I do when my love is away

(does it worry you to be alone?)

How do you feel by the end of the day,

(are you sad because you're on your own?)

No, I get by with a little help from my friends»

Terzo giorno...

Una particella minuscola rispetto a ciò che ci attende.

La sveglia suona di colpo facendomi cadere dal letto.

Apro gli occhi cautamente, risvegliandomi spiaccicata al tappeto grigio.

-Buongiorno- la voce di Hay proviene dalla scrivania al fianco del mio giaciglio.

-Sei già in piedi?-

-Sì-

-Quale miracolo?- ironizzo strofinandomi gli occhi.

-Niente di che- sorride. -Volevo solo finire un libro e non avevo più sonno-

-Ti sono bastate così poche ore per ricaricare la batteria?-

-Sì, sto bene, sono più riposata di te-

-Questo è sicuro...-

Mi distacco dal pavimento e sposto il peso sull'armadio: la solita patetica domanda si fa strada nel mio cervello come tutte le mattine, nella convinzione che non otterrò mai un abbigliamento adatto. Indosso le prime cose a disposizione: una felpa nera, rinvenuta sulla scrivania, dei leggings neri, più stretti di quanto mi aspettassi, e le scarpe rialzate per supporto morale, niente di complicato in fondo, dato che dovrò partecipare al corso di nuoto in costume. Ho, appunto, raggruppato ieri gli ultime effetti personali necessari all'interno del borsone blu ed attualmente sono pronta a partecipare con tutto il mio impegno, dando il massimo alle selezioni.

Domando alla ragazza letterata l'orario della sua lezione e lei, con fare molto disinvolto, annuncia che si terrà fra più di mezz'ora.

-Mi accompagni a fare colazione?-

-Sì, ovviamente, offri tu?-

-Come al solito-

Con la borsa in spalla, mi inoltro alla volta dei corridoi fin troppo tranquilli nel periodo a venire, non sono abituata a questo tipo di calma e riservatezza. In genere a casa, dalle quattro del mattino si sente lo squisito rumore del martello di John sbattere contro qualche povero chiodo puntato alla parete.

Nella piccola sala comune non c'è nessuno, tranne le bidelle che chiacchierano davanti ad un caffè fumante. Il bar, invece, fuori dai dormitori, avvia la sua piccola impresa accumulando clienti stretti, quelli che non deludono le aspettative dell'azienda. Ordiniamo un cappuccino, una cioccolata calda e due cornetti al cioccolato, cogliendo entrambe il nostro tavolo "privato" sotto l'ombra di uno degli alberi più antichi, appartenenti a codesto istituto. I raggi del sole filtrano attraverso i rametti sottili e le foglie rossastre, danzanti sulle note del vento, non lasciano intendere i loro aforismi bisbigliati di sfuggita: l'uomo non è in grado di comprendere il grande mistero della natura, in tal maniera volle il Creatore, l'Universo generatore. La sola delizia che possiamo concedere a noi stessi è contemplare l'alba da luoghi distanti dall'orizzonte, dove lo spettacolo si schiude in mille piacevoli sfumature.

Hayley esprime in un'affermazione il suo amore verso questo campo, un amore nutrito puntualmente dalla colazione all'aria aperta. Sollevo le labbra con meraviglia, poiché non mi sarei mai aspettata una dichiarazione tanto diretta a proposito di un edificio scolastico. Per la prima volta, dopo il nostro incontro da liceali, assisto interamente alla sua felicità: percepisco la gaiezza che sprigiona il suo volto e la gioia negli occhi di una ragazza soddisfatta della sua vita, appagata dalle giornate che si susseguono, alcune tremende, altre ermeticamente eccezionali.

Storm SoulWhere stories live. Discover now