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Ultimamente le mie distrazioni sono aumentate a tal punto da non rendermi conto di banali sfumature.

-Forse ti è scivolato in acqua- presuppone la mia amica.

-No, sono sicura che era al mio polso fino a quando...- rievoco nella mente tutti i miei passi, tentando di comprendere in quale momento esatto potrebbe essersi slacciato.

-Quando?-

-Quando sono entrata nello spogliatoio maschile e sono scivolata sul pavimento...- rammento ad alta voce, tenendo lo sguardo fisso a terra.

-Cosa?!- sgrana gli occhi a palla. -Sei entrata nello spogliatoio maschile?! Tu sei fuori, amica mia-

-Ho solo sbagliato porta- chiarisco sovrappensiero.

-Sul serio?- vuole altre spiegazioni esaurienti, tuttavia non sono in grado di accontentarla, poiché i miei piedi si trasferiscono da soli sulla strada corretta.

-Possiamo passare dalla piscina prima? Devo riprenderlo, Hayley- supplico, già avviata in quella direzione.

-D'accordo, andiamo...quanta pazienza mi tocca avere con te!- mormora infine, più a sé stessa che a me, stringendo la sua borsa in pelle nera.

I raggi del sole picchiano esattamente perpendicolari al terreno: è quasi Ottobre, bensì sono ancora ardenti come una giornata di Luglio.

Entro in fretta dalla porta principale e mi ritrovo vicino alla segreteria, dove un ragazzo sta parlando animatamente con la dirigente.

Farsi spazio così negli spogliatoi maschili non è una grande idea, in particolare se c'è qualcuno all'interno, tuttavia l'Universo sembra aver sentito questo pensiero, perché il ragazzo finisce il suo colloquio e si gira nella mia direzione, mostrandomi il viso: Collins. Con tutte le persone che esistono in questa scuola, chi poteva mai capitarmi? Per una volta, devo ammettere però di essere contenta di vederlo.

-Ancora qui?- mi interroga con un sorrisetto sulle labbra.

-Sì, ho perso una cosa e devo ritrovarla prima possibile-

-Quella cosa potrebbe essere un bracciale con una nota musicale?-

-Dove l'hai trovato?- erompo nervosa.

-A terra, quando sei caduta-

-Potevi ridarmelo subito, no?-

-Non ci sarebbe stato gusto- sostiene facendo penzolare il bracciale davanti i miei occhi. Provo ad afferrarlo, ma la scena appare solamente ridicola e le mie mani non riescono neppure a sfiorare il piccolo oggetto d'argento che ha tra le sue. -Dimmi, questo bracciale quanto è importante per te?-

-Avanti, cosa vuoi?- sbotto.

-Che ne dici di un patto?-

-Quale?- chiedo seccata. Stringere patti con lui è pericoloso, ne sono sicura.

-Esci con me e te lo restituirò-

-Mi stai chiedendo un appuntamento?- quasi gli scoppio a ridere in faccia, tuttavia lui sembra la serietà fatta in persona.

-Lo sto patteggiando, a te la scelta-

Non posso lasciarlo vincere, non è da me, ciononostante quel bracciale è davvero importante per la sottoscritta, rappresenta l'unica ancora legata al carattere e all'affetto di John: non lo abbandonerò nelle sue mani, è un ricordo prezioso tra i miei cassetti di memoria. Annuisco sconfitta dal mio rivale, pronunciando una sola ripugnante parola: "accetto", quindi mi lancia il mio tesoro fra le mani e se ne va con un'espressione colma di appagamento. Allaccio al polso il piccolo oggetto d'argento ed esco preparandomi alla sfilza di frasi senza senso di Hay, quando le annuncerò le ultime novità.

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