8. Discorsi

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"If you hear a voice within you say:
You cannot paint.
Then by all means paint
And that voice will be silenced"
V.V. Gogh

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-Dopo questo capitolo dovremmo aver finito- afferma Tobias mentre finisce di scrivere gli ultimi appunti sul quaderno.

-Mh...bene- mormoro stanca sdraiandomi sul letto e stirando la schiena.

Era il secondo giorno di fila che veniva a casa mia;
Avevo approfittato del fatto che non rivedessi Daniel per ripassare degli argomenti importanti che stavo facendo in classe e Tobias si era offerto di aiutarmi.

Controllo l'orario sul computer.
Si sta facendo parecchio tardi.

Vedo il mio amico dai capelli rossi sistemare gli ultimi quaderni ed i libri nello zaino, in modo attento.
Mi limito ad osservarlo, con i pensieri in subbuglio.

Chissà cosa starà facendo adesso Daniel...

Si sente solo?
Sta dormendo?
Ma soprattutto,
chissà come sta...

-Senti la mancanza di qualcuno per caso?- domanda il mio amico, riportandomi alla realtà, facendo un leggero sorrisetto.
Sembra avermi letto nel pensiero...

-Come?- sbotto confusa, sistemandomi i capelli e facendo finta di nulla.
Tobias mi sorride, puntando gli occhi nei miei.
-Oh andiamo Alexandra...ti conosco, starai pensando a come sta Daniel- afferma con tono sicuro.
Sarebbe impossibile dargli torto...

-Si perché io mi preoccupo sempre di tutti...- aggiungo con sguardo torvo.
Daniel non è diverso dagli altri.

-Di qualcuno più...di qualcuno meno- dice, però, il mio amico alzando le spalle.

Gli tiro un cuscino e scoppia subito a ridere.
-Cosa stai insinuando Tobias?- domando arrivando al punto.
Sembra che mi stia prendendo in giro...
-Niente, niente- alza le mani, sistemandosi subito dopo i bei capelli rossi con la mano.
-Dico solo che mentiresti, se dicessi che non ti manca almeno un po' il tuo "allievo"- dice sottolineando per bene l'ultima parola.

Distolgo lo sguardo.
In effetti ho pensato molto a lui, forse più del previsto.
Non riesco a darmi pace sapendo che si trova in quella piccola stanza, al buio e da solo.

-Si beh...mi dispiace per lui- dico alzandomi e iniziando a sistemare il letto.
Non riesco a guardarlo negli occhi, al momento.
-Il dispiacere è comprensibile in questi casi...- mi da ragione.
Sono contenta di non dover aggiungere altro, la situazione si stava facendo imbarazzante.

Sento bussare.
La testa di mia zia sbuca dalla porta, accompagnata da un sorriso radioso.
-Ciao ragazzi...- ci saluta e poi sposta lo sguardo su Tobias.
-Rimani a cenare qui?- domanda ma vedo il mio amico scuotere subito la testa.

-Oh no grazie mille...ma i miei genitori vogliono che torni a casa- spiega e noto un certo imbarazzo nella sua voce.

I suoi genitori sono simili ai miei, forse più premurosi.
Si preoccupano più del percorso scolastico del figlio, che della sua felicità.
Tutte le attenzioni si spostano sul rendimento scolastico e la felicità passa in secondo piano.

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Guardo i vari studenti dirigersi nelle loro classi.
C'è talmente tanta gente che una persona rischia seriamente di perdersi in questo liceo.
Salgo le scale, adesso devo andare in laboratorio di scienze.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora