22. Pensieri

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I didn't see her beauty.
I felt it.
As plainly as the sun.
-Atticus

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-E quindi come sta andando Alexandra?- sento la voce assordante di mia madre dall'altra parte del telefono.
Io e mia zia eravamo in cucina, quando è arrivata la chiamata sul suo telefono.
Ha decido di mettere il viva voce per lasciarmi sentire.

Posiziono i piatti nella lavastoviglie mentre le passo un'occhiata veloce.
La vedo girare gli occhi -Lo sai benissimo che tua figlia è sempre stata brava...- risponde mia zia regalandomi un bellissimo sorriso.

Vorrei che i miei genitori capissero che nessuno è perfetto, e che anche io posso avere i miei errori.
Sono umana.

Nella loro testa però la parola perfezione è al centro dei pensieri quando si rivolgono a me.
Ogni minima cosa che faccio, non deve avere difetti.

Quando ero piccola mia madre controllava sempre il mio aspetto prima di uscire.
I capelli dovevano avere una piega perfetta, senza nessuna ciocca fuori posto, perché sarei sembrata disordinata.
I vestiti dovevano essere stirati almeno due volte prima di essere indossati e le scarpe non potevano avere anche solo una traccia di terra.

Ricordo benissimo i suoi rimproveri...non era mai stata una donna che alzava la voce ma riusciva a farsi rispettare con il silenzio.
Quando avevamo delle discussioni smetteva di rivolgermi la parola, che era molto peggio di una semplice litigata.

Mi sentivo come se lei non mi volesse più bene.

Era la peggiore delle punizioni.

Mio padre, a sua volta, non era mai stato un uomo molto affettivo.
Non mi abbracciava, non faceva complimenti.
Si riferiva a me solamente per vantarsi con i suoi colleghi o amici di quanto io fossi brava a scuola e del fantastico futuro che mi troverò davanti.

Se non fosse stato per mia zia, sono sicura che sarei cresciuta come una ragazza molto fredda, apatica.
Ma grazie ai suoi atteggiamenti e incoraggiamenti, ho capito che il comportamento dei miei genitori non deve ricadere su di me.
Perché io sono diversa.
Sono diversa da loro.

Ammetto che spesso risulto sensibile, forse troppo silenziosa, ma cerco sempre di essere gentile con tutti.
Mi piace fare del bene, aiutare chi ne ha bisogno.
So benissimo che a scuola molte persone mi definiscano quasi stupida, perché non rispondo agli insulti e preferisco ignorarli.

-E come sta andando con le ripetizioni al ragazzo che si trova al centro minorile? Lo sta aiutando?...- aggiunge mia madre e sento un colpo di tosse.
-Non è che si sta facendo distrarre troppo, vero?-

Mia zia si affretta a rispondere, la conosco e so benissimo che detesta le supposizioni.
-Linda ascoltami...quel ragazzo sta molto meglio da quando Alexandra lo sta aiutando, e lei non si sta distraendo per niente, è sempre la stessa...- mormora mentre la vedo sedersi sulla sedia.

È sempre la stessa...
È la verità?
Non posso fare a meno di domandarmi...
perché ammetto che sono la prima ad avere dubbi riguardo a questo.

Mi allontana lentamente dalla stanza...sentendo un improvviso senso di vuoto.
Mi fa piacere telefonare con i miei genitori, ma quando iniziano la chiamata con domande di questo genere so benissimo che per almeno un'oretta, non cambieranno argomento.

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