15. Distrazione fissa

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Try a little harder
To be a little better
Unknown

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-Alexandra...-
Sento una leggera voce e una mano premere freneticamente sul mio braccio.
La ignoro, continuando a dormire.
Le coperte sembrano più comode oggi...
-Alexandra...è tardi tesoro...- la voce si fa più distinta, e riconosco benissimo il tono dolce di mia zia.
Tardi?
Per cosa?
Io sto benissimo.

-Vorrei dormire ancora un po' zia...- mormoro scostandomi leggermente dal suo tocco.
-Tesoro...per me va benissimo...volevo solo dirti che sei in ritardo per scuola-

Quelle parole...sono come una doccia fredda.

Mi alzo, guardandola diritta negli occhi -Che ore sono?-
-Le otto e mezza...- mormora lei accarezzandomi i capelli.

Sono senza parole...
Non mi era mai capitato di dormire così tanto...

-Devo sbrigarmi...- mi alzo in tutta fretta, prendendo dall'armadio dei semplici pantaloni della tuta e una felpa.
Non ho tempo per piastrare i capelli quindi mi limito a spazzolarli.
-Se vuoi rimanere a casa...non ci sono problemi- sembra come rassicurarmi mia zia, ma non sono d'accordo.
Eccome se ci sono problemi...
-No, no...- dico vestendomi in tutta fretta, per poi correre in bagno per lavarmi i denti.

Non sono mai stata in ritardo per scuola...
Non riesco quasi a crederci, nonostante ricordo bene di essere andata a letto tardi ieri sera.
Per qualche strana ragione, continuavo a pensare...e a pensare.
Al riformatorio...
A Daniel...
Erano dei pensieri costanti, nella mia mente, che non mi permettevano di chiudere occhio, nonostante gli sforzi continui.

Ho promesso ai miei genitori che questo mio "lavoro" dopo scuola, non avrebbe rovinato tutti i miei progressi scolastici e che sarei rimasta la solita perfetta Alexandra.
Ma qualcosa sembra cambiare...
Ormai durante la giornata non penso più solo a le verifiche, i compiti e le interrogazioni...loro sembrano essere passati in secondo piano.

-Ti ho preparato la colazione...- mormora mia zia, una volta entrata in cucina, indicando una tazza di caffè fumante e un pane ricoperto di marmellata.
Mi siedo sul tavolo.
-Penso che ormai mi convenga entrare alla seconda ora...-
Lei mi sorride.
-Non è successo nulla di grave...- alza le spalle.
-Io alla tua età odiavo la scuola, mi faceva veramente schifo...- aggiunge e alzo lo sguardo nel suo.

-Davvero?- domando, quasi non credendoci.
Lei però annuisce.
-Si...ero tutto l'opposto di tua madre...- abbassa lo sguardo, quasi come a ricordarsi dei vecchi tempi.
-Perciò stai tranquilla...può capitare dormire più del solito...-
prende a sua volta il caffè, aggiungendoci fin troppo zucchero.

Annuisco, anche se non ne sono totalmente convinta.
Quando accendo il telefono noto un paio di messaggi di Tobias, dove mi chiedeva che cosa avevo dato che ho saltato la prima ora.
Mi pento di non averli letti prima, sicuramente anche lui ha trovato strano questa mia assenza.
Mi sbrigo a rispondergli dicendo la verità, ossia che sono rimasta comodamente a dormire.

-Ti accompagno io in macchina...- dice improvvisamente mia zia, catturando la mia attenzione.
-Grazie...- dico alzandomi, sperando che non accada più una cosa del genere.

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Una volta uscita dalla macchina, corro all'interno dell'enorme istituto scolastico.
I corridoi sono quasi vuoti e non è un bel segno perché significa che è appena iniziata anche l'ora successiva e che sono in ritardo.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora