24. Sentimenti

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"Healing doesn't mean
forgetting"

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-Vedo che oggi sei di buon'umore...- dico rivolta verso a Daniel che continua ad osservare con astio i fascicoli che ho in mano.
-Non dirmi che c'è un altro di quei quiz del cazzo...- sbotta.

Sospiro, cercando di trattenere un sorriso.
Stamattina il preside della mia scuola mi ha lasciato delle specie di questionari da completare.
Uno l'ho dovuto fare io stessa, perdendo l'ultima ora delle lezioni, e ammetto che in effetti sono parecchio fastidiosi.

Mi siedo accanto a lui, appoggiando tutto sul tavolo.
-Non è troppo complicato...- mormoro mentre lo guardo.
Ha ancora l'aria infastidita, e so benissimo che odia quando deve rispondere a delle domande.

È come se nonostante quell'atteggiamento scontroso, abbia dei punti debili.
Avevo già notato precedentemente che durante questi momenti risultava più teso.
In ogni caso è un obbligo rispondere, quindi per quanto io possa dispiacermi per lui, non posso fare niente per oppormi.

-Che tipo di domande sono?- chiede poi, avvicinando la sedia alla mia.
Sospiro pesantemente.
Da questa distanza riesco quasi a percepire il calore del suo corpo.
-Un po' generali...- mormoro, cercando di non distrarmi dal lavoro.

Dall'ultima volta che ci siamo visti, al cancello, ammetto che riesco quasi a vederlo con occhi diversi.
È inutile mentire a me stessa e fare finta che i sentimenti non esistano,
se ogni volta che mi sfiora il mio cuore batte a mille.

-Come ti senti da quando hai iniziato il programma di riabilitazione?- leggo la prima domanda, battendo la matita sul foglio, in attesa di una risposta.
-Come sempre...- mormora subito lui con un sorrisetto -Come dovrei sentirmi?- aggiunge poi con un colpo di tosse.

Alzo le spalle -Non so magari...ti senti più predisposto allo studio...- cerco di convincerlo ma noto con rammarico che scoppia a ridere.
-Perché ridi?- domando spostando la sedia nella sua direzione, per guardarlo diritto negli occhi.

-Mi sono già rotto il cazzo...- mi rivela, mentre inizia a fissare la finestra e capisco che non ha la minima intenzione di continuare.

-Prima rispondi...prima finiamo-
Continuo a guardare i fogli, pronta a leggere la prossima domanda.

-Se potessi descrivere il tuo umore, come lo descriveresti adesso?- leggo.
-Di merda-

Sorrido mentre scrivo sul fascicolo "Stabile" perché non penso che le parolacce siano viste di buon occhio.

-Senti...possiamo farlo domani, mi fa malissimo la testa...- sbotta mentre si agita sulla sedia.
Sposto lo sguardo su di lui e noto che si sta stressando parecchio e solo per un questionario.

Sospiro mentre rifletto su cosa fare.
Non voglio spingerlo a fare una cosa che non vuole.
Se tutto ciò è troppo per lui, cercherò un modo per spiegarlo al dirigente e al preside.
-Va bene...- annuisco -Lasciamo perdere questo questionario...-

Lui mi guarda ed i suoi occhi sembrano parecchio sorpresi.
-Davvero?- mormora.

Alzo le spalle -Se non vuoi, perché devo obbligarti...- cerco di parlare a bassa voce, per far sì che capisca che in un certo senso io sono dalla sua parte.
Lui va compreso.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora