16. Incontri

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"The endings won't end you"
K.Tolnoe

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Tornando a casa ho una strana sensazione nello stomaco.
È un emozione forte, che preme ripetutamente e senza mai smettere.
Non riuscirei a spiegarla a parole ma ormai la sento quasi sempre...solo ed esclusivamente quando sono con Daniel.

-Com'è andata?- mi aveva chiesto mia zia, quando ero entrata in auto.
Ed ero arrossita, sbrigandomi a rispondere per non lasciarle strani dubbi.

La realtà è che quel giorno io e Daniel avevamo studiato poco e nulla, perché continuavamo a fissarci e a guardarci negli occhi.
So per certo che nessuna delle due menti era concentrata sui compiti.

Era quasi più forte di me guardarlo, mentre scriveva, con quei suoi occhi scuri come la pece e quei capelli corti arruffati.
Aveva un'aria scontrosa anche da tranquillo, forse era dovuta agli innumerevoli lividi e graffi sul viso.

Sembrava sempre sotto pressione, pronto all'attacco...ma quando stava con me, vedevo chiaramente la sua espressione sciogliersi un pochino, cambiare, accompagnata da un leggero sorriso sincero sul volto.

-Oggi sei di poche parole...- deduce mia zia e mi affretto a tossire, per togliere dalla testa i pensieri che da prima mi impediscono di concentrarmi.
-Sono stanca...- spiego e sotto un certo punto di vista è realmente così, perché non vedo l'ora di stendermi un po' sul divano e pensare solamente a qualche show stupido in televisione.

-Ma stasera Alexandra dovevamo andare a cena fuori...ti ricordi?-

Oh no...
-Oh giusto...- mormoro appoggiando la testa sul finestrino.

Non ho la minima voglia di sedermi in qualche ristorante, mangiare e sentire gli occhi di mia zia addosso per tutta la serata.
Ogni tanto mi piacerebbe solamente rilassarmi con in sottofondo un silenzio assordante.

-Andremo in un bel ristorante...so che mangi poco ma ti giuro che il cibo è talmente buono che ti verrà voglia di ordinare tutto il menù...- sorride e lo faccio anche io automaticamente.

Non posso prendermela con mia zia...lei è semplicemente fantastica.
Organizza queste cene perché pensa che portandomi in un ristorante, con cibo buono, la mia voglia di mangiare e degustare vari piatti aumenti.

Anche se non è così...mi piace lasciarglielo credere.

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-Ed eccoci arrivati...- mia zia ferma l'auto e io mi stringo nella giacca, fa parecchio freddo.
-Guarda che bel posto!- mi indica un'insegna dorata e capisco che probabilmente deve trattarsi di un posto di classe.

Entrati, fortunatamente un'aria calda mi circonda, facendomi sentire subito meglio.
Abbiamo un tavolo al centro della stanza prenotato, e noto con fastidio che ci sono tantissime persone.
Preferisco di gran lunga quando c'è poca gente...

Mi guardo intorno, una volta seduta, notando che si tratta per lo più di anziani.
Ma quando mi volto verso sinistra, la mia attenzione viene catturata dalla ragazza bionda a pochi metri da me.
Bethany...

È seduta ad un tavolo da sola, sta guardando il cellulare e sembra parecchio infastidita.
Starà aspettando qualcuno.
E quel qualcuno è sicuramente in ritardo.
Mi sposto un po' dalla sedia, sperando quasi che non mi veda e cerco di concentrarmi su quello che mi sta dicendo mia zia.

Difficult HeartDove le storie prendono vita. Scoprilo ora