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[Blake]

Da quando mi ero lasciato sfuggire quella frase, io e Kayla non avevamo più parlato, se non in poche occasioni dove eravamo insieme ai ragazzi.

Nel nostro appartamento, dopo che loro se ne erano andati, c'era solo un grande silenzio che trasmetteva tanta tensione da rendermi inquieto anche quando kayla era a lezione. Noi due, da quando ci eravamo conosciuti da ragazzini, avevamo litigato molte volte, arrivando perfino a non parlarci per giorni interi, ma non c'era mai stata un disagio tanto evidente da non permetterci di chiarire il disguido.

Mi ero sentito un verme quando avevo pronunciato quelle parole, ma non era niente in confronto a come mi sentivo in quel momento, dopo aver vissuto per giorni con una persona che non aveva nemmeno il coraggio di guardami negli occhi per non farmi vedere quanto ancora la turbava quello che era successo qualche mese prima.

Ero stato un idiota a pensare di aver totalmente superato lo scherzo di Kimberly, ma lo ero stato ancora di più pensando che kayla non pensasse più al fatto che le sue foto erano finite su internet, dove tutti quanti potevano probabilmente ancora trovarle.

La mia mente, nell'ultimo periodo, si era solamente focalizzato nell'ammirare, immaginare ed amare kayla, dimenticando totalmente quello che era successo per colpa mia, per colpa della mia stupida scommessa, fatta solo per poter ammirare quello che era il corpo della ragazza che ormai sognavo in ogni momento.

Le parole che mi erano sfuggite dalla bocca, controllata da un cervello totalmente in pappa per l'eccitazione che ancora lo annebbiava, erano state forse le più egoistiche che io avessi mai pronunciato nei confronti di Kayla, soprattutto perché, nonostante quello che le foto avevano creato prima, il mio intento era davvero quello di poter ammirare la mia ragazza in ogni momento possibile, anche quando non c'era.

Non ero sicuro di come stesse affrontando lei la cosa, ma l'unica cosa di cui ero certo era il fatto che faceva di tutto pur di evitarmi: rientrava in casa tardissimo, chiudendosi nella sua camera ancor pria che io potessi rivolgerle la parola, e quando rientrava ad orari normali, era sempre in compagnia di Emma, che mi lanciava degli sguardi talmente di fuoco che evitavo anche solo di avvicinarmi alla stanza in cui erano.

I miei amici, nonostante non gli avessi esplicitamente detto quello che era successo, avevano capito che le cose tra di noi non stavano andando bene, tanto che dopo una settimana dall'inizio della mia, meritata, agonia, mi avevano trascinato in un pub subito dopo l'allenamento.

Certo, le mie intenzioni erano sicuramente quelle di sistemare la faccenda il prima possibile ma, fermare il mio cervello dai sensi di colpa per almeno una sera, mi allettava talmente tanto da farmi trascinare in quel posto.

"Pensi di fissare quel bicchiere per tutta la sera o pensi che prima o poi lo berrai?" La voce di Adrian, uno dei ragazzi con cui passavo più tempo dopo lezione, era abbastanza impastata da farmi capire che lui non si era limitato a fissare i bicchieri come stavo facendo io da quasi un'ora. "So che hai pensieri solo per la tua ragazza, ma una serata tra amici dovrebbe essere la tua unica via di fuga da quel mondo di merda che è l'amore."

"Non è così terribile." Ghignai, prendendo finalmente in mano il superalcolico che i miei amici mi avevano posizionato davanti quando eravamo arrivati. Non ero solito bere cose forti, ma per una volta non mi preoccupai delle conseguenze che le mie azioni avrebbero avuto, soprattutto perché sapevo che Kayla non mi avrebbe degnato di uno sguardo fino a quando non avrebbe digerito la mia stupidità e quello che entrambi avevamo ignorato partendo per il college.

"Non sono sicuro che tu la veda nel modo giusto, Blake." Biascicò ancora Adrian, facendo ridere gli altri quattro ragazzi che erano seduti con noi. "Ogni giorno, quando arrivi a lezione, sembra che qualcuno ti abbia ripetutamente preso a calci nelle palle."

Blake's dirty thoughtsМесто, где живут истории. Откройте их для себя