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[Kayla]

Era così bello, così immensamente bello che ancora non mi rendevo conto di come avevo fatto a non notarlo in tutti quegli anni di amicizia. Certo, vedevo che Blake era un bel ragazzo e che aveva una scia infinita di ammiratrici sin da quando si era tolto l'apparecchio a tredici anni e aveva iniziato a vantarsi di doversi radere il viso già due volte a settimana- cosa totalmente falsa, visto che il massimo di barba che avevo visto era un pelo sotto al naso- ma non avevo mai realmente notato quanto fosse attraente il suo sorriso, quanto dolci fossero i suoi occhi e quanto delicate potessero essere le sue labbra mentre mi parlava.

Il fatto che poi, quando mi guardava, sentissi lo stomaco fare una capriola, aiutava tanto a vedere quel viso molto attraente.

Quella sera, mentre parlava con i suoi amici nella cucina di casa nostra, sembrava ancora più bello del solito con quel sorriso a trentadue denti sulle labbra.

Stavano parlando di qualche partita di football con una bottiglia di birra in mano e ridevano tutti di qualcosa che a me sembrava estremamente stupido, ma se avesse significato vedere di nuovo quella scintilla di felicità negli occhi di Blake, sarei stata più che felice di sentirli parlare di quello.

Da quando era saltata fuori la storia delle fotografie, le cose tra noi si erano complicate, ma cercavamo entrambi di non pensarci e di non nominare l'argomento che- specialmente a me- pesava sulle spalle. Sapevo di essere stata stupida a mandargli quelle foto l'anno prima, ma in quel momento era stata quasi una ripicca per aver scelto Kimberly- miss stronza dell'anno- al posto mio... una reazione stupida e da ragazzina, ma oramai non potevo più farci niente.

"Kayla, stai sbavando." Mi arrivò una pallina di carta sul viso non appena quelle parole uscirono dalle labbra di Emma e per poco non mi prese un occhio.

"Quello è il mio quaderno di economia, Em." Ripresi in mano il foglio appallottolato che mi aveva lanciato e lo lanciai a mia volta verso di lei, prima che potesse dire altro. Le probabilità che stessi sbavando realmente erano alte, ma non volevo darle soddisfazione ammettendo che mi ero leggermente persa a fissare Blake.

"Come se tu avessi preso realmente appunti. Lo sappiamo tutti che passi tutte le ore di lezione a scarabocchiare cuoricini con il nome di Blake dentro."

Vero anche quello, ma ammetterlo significava mettere sotto i piedi il mio orgoglio.

"Sei davvero sicura di voler andare alla festa di Jeremy? Quel tipo mi inqueta." Mormorai ripensando agli sguardi che continuava a posare su di me durante i corsi che avevamo in comune.

"Anche a me, ma con quei quattro ragazzoni lì con noi mi sento decisamente più sicura." Replicò, indicando con un cenno della testa i quattro ragazzi in cucina. "E poi non si dice mai di no all'alcol gratis, no? Da quanto mi hai detto, tu e Blake siete sempre stati di questa opinione." Mi fece l'occhiolino e poi si alzò camminando verso camera mia. Senza il mio permesso, naturalmente.

Mi sentii sbuffare mentre la seguivo con passi svogliati e mi bloccai sulla soglia fissando il suo corpo immerso quasi totalmente nel mio armadio. "Cosa fai?"

"Non ti lascerò venire alla festa vestita in quel modo, sembri una ragazza depressa con ottanta gatti per casa." Storse il naso guardando i miei jeans slavati e la mia maglietta a maniche corte.

"Non devo fare colpo su nessuno." Alzai le spalle, riflettendo subito dopo che forse potevo vestirmi bene per Blake o anche solo per me stessa. "Ma se proprio insisti, posso cambiarmi i vestiti, ma le scarpe rimangono queste." Alzai il piede per mostrarle il paio di vans e mi trattenni dal riderle in faccia quando guardò male le scarpe.

Blake's dirty thoughtsWhere stories live. Discover now