Liquor Love.

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Ridley si stava rigirando il cellulare in mano da circa dieci minuti, seduta da sola sulle scale della biblioteca.
Michael non si era presentato nemmeno quel giorno. A scuola non lo aveva visto, ma quello era normale, pensandoci. Quello che non le tornava era il perché non ci fosse mai stato il pomeriggio in biblioteca. Era passata una settimana, ormai, dalla festa.
«Di nuovo sola?» domandò qualcuno davanti a lei. Ridley si scosse all'istante, alzando il viso: avrebbe riconosciuto quella voce ovunque.
«Così sembra...» mormorò, mentre Ashton si sedeva sui gradoni esterni della biblioteca, di fianco a lei. Si strinse nelle spalle, facendosi piccola, in modo che lui le stesse sufficientemente lontano.
«Mi spiace che resti sempre sola» confessò lui, guardandola. Ridley non osava mai alzare lo sguardo su di lui e Ashton adorava il suo imbarazzo.
Ash non aveva mai avuto problemi con le donne, non aveva mai fatto mistero di questo, ma d'altro canto tutti sapevano che era un ragazzo serio e rispettoso. Detestava che qualcuno potesse fraintendere lui non aveva avuto chissà quante ragazze: Ashton, a differenza di molti suoi coetanei, ci sapeva fare con l'altro sesso perché era uno a cui piaceva impegnarsi nei rapporti. Le conquiste facili non avevano mai fatto per lui, che si era sempre messo in gioco per avere le ragazze che gli erano piaciute.
Ed era quello che avrebbe fatto anche con Rid, in particolar modo perché le doveva delle scuse, innanzi tutto.
«Oh, non preoccuparti... Mike avrà i suoi buoni motivi, o qualcosa del genere» replicò la ragazza, senza troppa convinzione. Non gliene importava niente di quello che pensava Michael!
«Beh... ad ogni modo io ho appena finito qui a scuola e... pensavo... se hai bisogno posso riportarti a casa o potremmo andare a mangiarci un gelato insieme, se ti va.» Ridley ci pensò un attimo, confusa. Lo aveva sognato per così tanto tempo che ora non distingueva più i sogni dalla realtà.
«Oh... ehm... sì, un gelato mi andrebbe» disse alla fine, incerta. Ashton sorrise, mettendo in mostra le fossette che tanto le piacevano. Si alzò e le porse la mano, che lei afferrò prontamente, tirandosi su.
La accompagnò in silenzio alla sua auto e solo quando stavano per partire Ridley pensò che forse non doveva fidarsi così tanto. Ma d'altro canto era salita sulla moto di un quasi sconosciuto...
Ashton la portò al parco, dove presero un gelato e si sedettero su una panchina per parlare un po', così aveva detto lui.
«Io... devo chiederti scusa, Ridley.» La ragazza alzò il viso dal cono che stava mangiando, per guardarlo confusa.
«Scusa? Perché?»
«Beh... perché... non ti ho mai... considerata, ecco. Cioè... non mi sono mai accorto di te, prima d'ora. E ora... so che è ridicolo pretendere di poter ricominciare, visto che probabilmente ci sarai spesso rimasta male per il mio comportamento, ma... mi piacerebbe conoscerti. Cioè... conoscerti davvero, intendo.» Ridley sorrise soddisfatta, ringraziando mentalmente Mike. Non gli sarebbe mai stata abbastanza riconoscente.
«Anche a me piacerebbe conoscere te, Ashton.»
«E... quel ragazzo?» chiese.
«Beh... lui ha avuto il merito di scoprirmi prima di te, se è questo che intendi, ma... lui mi conosce quanto te. Al di fuori di quello che avete visto sabato sera, ovviamente» spiegò, senza guardarlo e limitandosi a mangiare il suo gelato con noncuranza .
«Allora ho qualche speranza?»
«Credo proprio di sì.»
Ashton sorrise e le sfiorò la spalla con la sua, avvicinandosi a lei sulla panchina.
Chiacchierarono del più e del meno per il resto del pomeriggio. Ashton era un ragazzo dolcissimo e anche molto simpatico. Parlarono della sua passione per la musica, sin da piccolo aveva suonato la batteria e avrebbe voluto continuare, ma la scuola ogni tanto gli impediva di seguire il suo sogno. Rid gli raccontò di Calum e della sua famiglia. E questo le fece venire in mente che voleva andare da lui, perché era due giorni che non lo vedeva.
«Ti accompagno allora» propose Ashton. Ridley lo ringraziò e si avviarono a casa di Calum, che Ashton conosceva, dato che ci abitava anche Luke. Ridley lo ringraziò e in breve furono da suo fratello.
«Allora... ci sentiamo» mormorò Rid, imbarazzata. Ashton le sollevò il viso e le sorrise dolcemente, cercando di metterla a suo agio.
«Mi sono divertito molto, grazie Ridley.» La ragazza annuì e si lasciò un po' andare. Non ebbe il tempo per replicare, perché Ash si chinò e le sfiorò la guancia con un bacio, vicino alla bocca. Ridley sussultò, ma Ashton non si mosse. Aveva un profumo così buono... voleva restare così in eterno. Sentiva le gambe molli, la testa persa tra milioni di nuvole, come se l'avessero drogata. Si poteva essere così presi da una persona?
«D'accordo... ora devo andare» disse lui, bloccando la magia.
«Oh, certo... ehm... grazie.» Ashton la salutò e la lasciò di fronte all'appartamento di Calum. Proprio allora le arrivò un messaggio che spazzò via parte della sua felicità: 
"Stasera vieni a cena da me, non accetto un no come risposta. Dobbiamo parlare.
Mike."
 
Sbuffò e si limitò a rispondere con un "Okay". Sapeva che Michael alla fine avrebbe vinto. Era inutile opporre resistenza. 

Luke aprì la porta, trovandosi di fronte la piccola Hood piuttosto inquieta. Le sorrise ironico: si sarebbe divertito a metterla in imbarazzo quel pomeriggio.
«Rid! Che bella sorpresa! Come mai qui?»
«Ieri Calum non è venuto a trovarmi e sentivo la sua mancanza!» esclamò a voce volutamente alta. Sapeva che Cal dovesse essere in qualche altra stanza. 
«Sai... tuo fratello ha avuto da fare in questi giorni, con una ragazza!» precisò lui, sempre a voce alta. Rid entrò in casa e diede un bacio sulla guancia a Luke, come faceva sempre.
Conosceva Luke da quando viveva con suo fratello, da circa due anni. Frequentavano la stessa scuola, ma prima di allora non si erano mai parlati.
Calum aveva deciso di lasciare gli studi e trovare un lavoro e allora aveva preso la decisione di essere più autonomo. Aveva trovato un appartamento e Luke, che aveva avuto dei problemi in famiglia, si era offerto di coabitare per dividere le spese.
Quando Rid aveva saputo che il coinquilino di Calum sarebbe stato il miglior amico di Ash, lo aveva pregato di non dire nulla riguardo alla sua cotta e Calum, dal canto suo, era stato ben contento di non farne parola. Dopotutto non sarebbe stato felice di vedere la sua sorellina impegnata con uno come Ashton Irwin, o come Luke Hemmings... beh, o come qualsiasi altro ragazzo.
Luke bloccò Ridley prima che potesse sedersi sul divano. Le sorrise, con un certo divertimento nello sguardo. Ridley lo fissò confusa, ma quando lui le si avvicinò, comprese il suo intento:
«Sabato sera... eri uno schianto con quel vestito» sussurrò. Ridley sgranò gli occhi, preoccupata. Cosa sapeva Calum di tutto quello? Non ebbe tempo per chiederlo a Luke, perché Cal li raggiunse.
Osservò con cura sua sorella, con le guance visibilmente rosse e Luke, con le mani sulle sue spalle.
«Che ci fai qui, Ridley? E... che sta succedendo?» chiese, forse troppo severo.
«Oh, tua sorella mi stava dicendo che lei il sabato sera resta a casa mentre tu sei in giro a spassartela.» Ridley tirò un sospiro di sollievo: era chiaro che Cal non sapesse nulla, ma nonostante questo non era tranquilla.
«Scusa, Rid, ho avuto da fare... prometto che domani vengo a trovarvi. Mi mancate tutti. E... Luke?» Richiamò l'attenzione dell'amico perché non sapeva realmente cosa stesse accadendo, ma tutta quella complicità tra sua sorella e Luke non gli piaceva per niente.
«Che c'è?»
«Leva le mani da mia sorella!» sibilò, scandendo bene ogni parola. Luke lo fece subito, perché ormai conosceva le paranoie di Calum. Ridley corse dal fratello e gli si lanciò letteralmente in braccio.
«Sei un idiota!»
«Forse, ma sai quanto bene ti voglio.» La madre di Calum li aveva lasciati quando lui era molto piccolo, qualche tempo dopo suo padre aveva conosciuto Alicia, si erano frequentati e poi era nata Ridley. Ora stavano insieme e avevano una vita felice. Lui e suo padre avevano ritrovato la felicità grazie ad Alicia e a Ridley perciò lui si era ripromesso di fare altrettanto per loro.
«Resti a cena stasera?» domandò Calum.
«Oh, beh... veramente stasera io avrei da fare» balbettò, sentendo il rumore degli specchi su cui si stava arrampicando.
«Oh... e che devi fare?» 
«Beh... vado a cena da un'amica» mentì, sapendo che Calum non avrebbe indagato oltre.
Fu Luke ad intromettersi e a porre fine alla conversione: «Oh, Calum... mentre eri sotto la doccia ha chiamato il proprietario dell'appartamento. Puoi richiamarlo tu ora? Nel frattempo tua sorella la riporto a casa io se per lei non è un problema. Prometto che non la tocco!» Ridley lo guardò accigliata, cercando di capire da dove arrivasse tutto il suo interesse.
«D'accordo, d'accordo. Ma non farmene pentire!» Luke non aggiunse altro e trascinò Ridley fuori dalla casa.
«Che cazzo ti prende, Hemmings?» sbottò, non appena furono nell'auto di Luke.
«Esci con Clifford stasera, vero?»
«Non si risponde ad una domanda con un'altra domanda!» 
«Guarda che l'ho capito!» Ridley sbuffò, sprofondando nel sedile. Luke la fissò per qualche secondo, muovendo con la lingua quello stupido piercing che aveva sul labbro. Rid odiava quando lo faceva, sembrava psicopatico e le metteva ansia.
«Se lo sai perché me lo chiedi?» Luke sorrise e partì velocemente.
«Voglio solo sapere fino a che punto sei già nei guai.» 
«G-Guai?» balbettò, confusa.
«Senti, Rid... conosco Mike. Anche se è qua da poco siamo amici e lui mi piace, è un ragazzo forte, ma... tu meriti qualcuno di diverso, non credi?»
«Qualcuno tipo?» Luke rimase zitto finché non furono a destinazione.
«Tipo Ashton.» Ridley sgranò ancora di più gli occhi, se possibile.
«Cosa? Ma come...»
«So che non lo conosci e che ti sembrerà strano, ma... credo che tu gli piaccia.» Gli piaceva! Gli piaceva! Lei, proprio lei, piaceva ad Ashton Irwin! Voleva mettersi ad urlare e a saltare per la gioia, ma razionalmente non poté far altro che aprire la portiera, decisa ad uscire.
«Aspetta Rid. Dai... hai capito cosa intendo! Conosci tuo fratello... non la prenderebbe bene se ti vedesse con Michael. Con Ash invece sarebbe diverso, magari.»
«Oh, andiamo! Cal non approvarebbe nemmeno Harry Windsor se mi chiedesse di sposarlo! Mio fratello non fa testo!» Luke rise di gusto, poi sospirò.
«Ti piace Mike?» Ridley roteò gli occhi, esasperata. "Innamorati di me." aveva detto lui. Se doveva fingere tanto valeva farlo bene.
«Sì.» Ma lo disse a bassa voce, come se avesse paura di confessarlo.
«E Ashton?»
«Sì. Dannazione sì!» gridò, sbattendo la portiera. Riuscì a malapena ad entrare in casa prima che a Luke venisse la brillante idea di mandarle un messaggio.
"In tal caso ricordati che Ashton è il mio migliore amico e che io so cosa fai con Mike il sabato sera. A Calum non piacerebbe saperlo! Luke xx"
Maledetto Luke Hemmings!

***

«Buonasera!» esordì Michael, non appena Ridley fu entrata in casa. Si guardò intorno preoccupata: erano soli. Ancora si stava chiedendo per quale assurdo motivo avesse accettato di andare da lui. Davvero si fidava così tanto di Mike?
Beh, d'altro canto lui aveva già avuto innumerevoli occasioni per farle del male e invece... l'aveva baciata così dolcemente...
«Ciao» rispose appena. Aveva paura di quello che sarebbe successo e di quello che si sarebbero detti.
«Ho ordinato cinese, va bene?»
«Oh sì, io amo la cucina cinese!» esclamò euforica. All'improvviso si sentiva già più a suo agio. La sua condizione mutò di nuovo quando Michael la fece accomodare sul divano e si sedette accanto a lei.
«Perfetto. E mentre aspettiamo che arrivi possiamo parlare di quello che è successo l'altra sera.» Ridley si sentì immediatamente avvampare e la sua serenità svanì in un lampo, lasciando posto all'ansia.
«Oh beh... ecco io... non so come...» Michael scoppiò a ridere e se ne andò lasciandola lì interdetta e confusa. Tornò qualche secondo dopo, porgendole una bottiglia di birra.
«Oh no, grazie, non bevo.» Michael alzò le sopracciglia, dubbioso.
«Che stai dicendo? Tutti bevono, Rid. Quella di non riuscire a sopportare l'alcool è solo una tua impressione.» Ridley sbuffò e la prese, titubante. Forse un po' di birra l'avrebbe aiutata ad affrontare la serata.
«Brava piccola. Comunque... io intendevo parlare di quello che era successo con Ashton, ma se tu vuoi parlare del nostro... sfioramento, abbiamo tutta la serata!» Ridley sgranò gli occhi, rizzandosi sullo schienale del divano. 
«Sfioramento?» chiese, confusa. 
«Te l'ho mai detto che sei bellissima quando fai così?» domandò lui, osservando il suo imbarazzo. «Comunque... definirlo bacio mi sembrava eccessivo.» Ridley annuì. Aveva paura che ci fosse rimasto male, ma evidentemente Mike lo aveva preso con leggerezza. Questo la sollevava. 
Mike, per quanto lo riguardava, ci aveva messo una settimana per sbollire la rabbia. Non aveva voluto vederla perché sapeva che non sarebbe riuscito a reggerla dopo una tale umiliazione. Perché in fondo si trattava solo di quello.
Certo, era decisamente attratto da Ridley -per motivi che per altro non riusciva a capire, dato che Rid non era per niente il suo tipo-, ma tutto finiva lì. Riconosceva di essere stato stupido a baciarla: lei meritava di meglio che l'eccitazione di un ragazzino e lui, d'altronde, aveva bisogno di una ragazza diversa da Ridley.
«Ci sei rimasto male, Mikey?» domandò la ragazza. Le ci era voluto un secolo per raccogliere il coraggio necessario a chiederlo. E lui... come poteva essere arrabbiato con lei che era così... così maledettamente dolce?
«Ridley... non pensare nemmeno di colpevolizzarti, okay? Tu non mi piaci, è stato uno sbaglio, va bene?» Ridley sospirò, provando una strana sensazione: un primo momento di sollievo lasciò spazio alla delusione e poi arrivò di nuovo il sollievo. Insomma... Doveva essere felice di non piacergli.
Allora perché aveva provato anche quello strano senso di delusione?
«Okay, perfetto... perché...»
«Non preoccuparti, Rid... piuttosto: com'è che mi hai chiamato prima?» La ragazza abbassò lo sguardo, imbarazzata, mentre ricordava il nomignolo stupido con cui l'aveva chiamato. Doveva essergli sembrata una vera idiota!
«M-Mikey» ripeté sommessamente. Per sua grande fortuna il campanello suonò al momento giusto. Mentre Mike pagava riuscì a raccogliere le idee per dirgli tutto quello che voleva.
«Mikey mi piace!» esordì lui, mettendo il cibo in tavola.
«Cosa? Dici davvero?» Michael annuì, stappando la seconda bottiglia di birra. Ridley sospirò e si rassegnò a fare lo stesso, buttando giù quello che le restava della prima bottiglietta. Dopotutto la birra non era così male, la aiutava ad essere meno agitata, cosa che non faceva mai male dato che si parlava di Michael Clifford.
«D'accordo... allora parlami di Ashton.» Ridley gli spiegò nei dettagli quello che era successo sabato sera e quel pomeriggio, senza nascondere la sua felicità e il suo senso di squilibrio e momentanea ebbrezza quando lui l'aveva baciata. Tuttavia non nascose neppure una certa delusione per come lui l'aveva lasciata, che solo in quel momento coglieva davvero.
«Non mi ha chiesto di uscire o... il mio numero, almeno! Ha detto solo che ci saremmo visti. Niente di niente!» sbottò alla fine, mentre mangiava l'ultimo boccone di pollo. 
«Beh è per questo che ci lavoreremo su ancora... avrà bisogno di tempo. Alcuni ragazzi ci impiegano parecchio per ingranare.» 
«Tu no però!» Michael rise divertito e le porse l'ennesima birra. Sapeva che era solo l'alcool a farla parlare e, finché Rid reggeva e non rifiutava, glielo avrebbe proposto ancora.
«Io no. Ma io non sono un bravo ragazzo.»
«E dici che Ashton lo è?» Mike la condusse in salotto, dove accese un po' di musica e spense le luci per creare un'atmosfera più soft.
«Probabilmente lo è.» Decisero di mischiare alcuni alcolici che Mike aveva in casa e crearono un drink pressoché imbevibile, ma che, ovviamente, entrambi bevvero.
«Che canzone è questa?» chiese ad un tratto Rid, alzandosi e fingendo qualcosa di simile ad un ballo sconnesso, a ritmo di una canzone che obiettivamente non era ballabile. Ma ormai ridevano per qualsiasi cosa e barcollavano anche un po'. Tutti quei tipi di alcool mischiati stavano facendo effetto.
«Fear of the dark, degli Iron Maiden.» Ridley ricordò che Mike aveva una loro maglietta e questo la rese stranamente triste. Insomma... lo osservava sempre, ma Mike era criptico, misterioso. Era l'unica persona al mondo di cui non fosse riuscita a capire nulla. Forse l'alcool l'aveva fatta diventare troppo sensibile, così tanto che, senza nemmeno pensarci, gli si gettò letteralmente tra le braccia.
Michael sgranò gli occhi perplesso, ma non poté far altro che stringerla forte.
«Che stai facendo, Rid?» chiese, preoccupato.
«È così triste, Mikey... se ci pensi io non ti conosco nemmeno un po'!» Michael sorrise e le sfiorò i capelli con le labbra, inspirando il suo profumo: sapeva di rose e birra e questo probabilmente lo avrebbe tenuto sveglio quella notte.
«Io invece scommetto che mi conosci meglio di chiunque altro al mondo» sussurrò. Ne era certo perché Ridley lo ascoltava, lo osservava. Lo capiva, a differenza di tutti gli altri. 
«Uhm... cambi colore ai capelli perché non sai ancora chi sei?» Il ragazzo scoppiò definitivamente in una sonora risata.
«Qualcosa del genere.»
«Secondo me staresti bene col rosa... ci hai mai pensato?»
«Sei ubriaca, Rid!» La ragazza sbuffò, facendo penetrante l'aria calda del suo respiro sotto il sottile tessuto della sua maglietta.
«Non sono ubriaca!» esclamò, stizzita. Ma in fondo doveva ringraziare l'alcool per essere così intraprendente.
Michael le sollevò il viso, guardandola con un misto di simpatia e compassione nello sguardo. Si chinò, avvicinandosi a lei. Ridley chiuse gli occhi e si sporse verso di lui, convinta che volesse baciarlo. Ma Michael, per quanto volesse, non le diede quella soddisfazione. Le schioccò un bacio sulla fronte, poi rise di gusto, lasciandola interdetta e amareggiata. Ridley si allontanò bruscamente, ma non riuscì a reggersi in piedi come aveva sperato. Barcollò un poco, finché Mike non la riprese saldamente e la tirò a sé.
Ridley si appoggiò completamente a lui e sentì il sangue ribollirle nelle vene non appena fu di nuovo a contatto con il corpo del ragazzo.
«Rid... come pensi di fare con Ashton?»
«C-Cosa... cosa intendi?» Michael le sollevò di nuovo il viso, ma quella volta non le fece credere nulla.
«Sono sicuro che non sai baciare, piccola.» Un calore improvviso invase tutto il corpo della ragazza che doveva essere diventata rossa come poche volte prima di allora. Dannazione, ma come gli veniva in mente di dirle una cosa simile?
«Ma che... come...»
«Pensi che non me ne sia accorto? È evidente che non hai mai baciato un ragazzo!» Rid abbassò lo sguardo, ma fu lui a riportarlo di nuovo su di sé.
«Come l'hai capito?»
«Non so... certe cose noi ragazzi le sentiamo. Avresti potuto essere un po' più intraprendente, ad esempio.» Ridley non sapeva cosa avrebbe fatto, ma in quel momento non voleva che dimostrare a Mike quanto si sbagliava. Non era la ragazzina timida ed insicura che lui pensava. O almeno così credeva. Tante volte nella sua vita aveva permesso agli altri di farle fare quello che volevano. Ora era il suo turno di dimostrare qualcosa. A se stessa e a Michael.
Gli prese il viso, più sicura e concentrata che mai. D'altro canto aveva immaginato le sue labbra per così tanto tempo che era certa sarebbe successo di nuovo. Le piaceva Ashton, ma non sapeva resistere a Michael. Non quella sera, almeno.
Forse la colpa fu solo dell'alcool, ma lo baciò, quasi con violenza e con una certa urgenza. All'improvviso non era più solo la necessità di dimostrare qualcosa: lei voleva Michael.
Michael la prese per i fianchi, senza lasciarsi sfuggire l'invito. I suoi sensi si accesero di nuovo non appena sentì le labbra della ragazza. L'aveva sognata quelle notti. Ridley per lui non era che un gioco in fin dei conti, forse un po' pericoloso, ma maledettamente irresistibile. 
Le sfiorò il labbro con la lingua e lei quella volta schiuse le labbra, permettergli di approfondire il bacio. 
Rid non sapeva come si facesse, ma le sembrava tutto naturale, mentre giocava coi capelli scompigliati di Mike, per tenerlo vicino. Seguiva i suoi movimenti ed ogni volta che si toccavano si sentiva invasa da uno strano calore. Era... piacere, non sapeva definirlo altrimenti.
Michael lasciò scivolare le mani sui suoi fianchi e si sedette sul divano, accompagnandola sulle sue gambe. Ridley sentiva l'eccitazione crescere un po' di più ogni volta che Mike stringeva le sue cosce con le mani.
Gemette quando lui le prese il labbro inferiore tra i denti, lo pizzicò, poi lo tirò piano, lasciandola andare.
«Era questo che intendevi?» chiese, confusa. Ora l'adrenalina stava lasciando lentamente posto all'imbarazzo, adesso che lo guardava negli occhi dopo averlo baciato. Forse Mike aveva ragione: era solo una ragazzina impacciata e magari a lui nemmeno era piaciuto.
Mike annuì appena, poi premette le labbra sul suo collo, facendola sussultare. La baciò piano, fino a raggiungere l'orecchio della ragazza, che sfiorò.
«Rid... ti ricordi la quinta regola? Avevamo detto niente baci, giusto? Ma ora tu hai baciato me. Hai disobbedito alle regole, Ridley. E quindi... credo che ti meriti una punizione per questo.» 



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Scusatemi per l’immenso ritardo.
Sono in ritardissimo, lo so. Chiedo venia ragazze ma ho un sacco di cose da fare. Martedì ho l’esame di matematica, giovedì quello di francese e faccio avanti e indietro da una lezione all’altra, in più ho ancora una marea di compiti da fare.. Non fatevi MAI rimandare…
Tornando al capitolo….
Ogni tanto, mi sento una grandissima idiota perché mi sembra di commentare – o meglio, venerare- i ‘miei’ capitoli, e mi sento una che se la tira… Mentre invece, io li trascrivo soltanto, quindi, posso benissimo darmi alla pazza gioia con voi.
Allora, come potete vedere, qui si parla anche di Luke e di Calum, il fratellastro gelosissimo e iperprotettivo (e anche un po’ tonto –scusa Cal-) che subito si preoccupa dell’intesa fra Lukey e Ridley.
E poi ovviamente lei, come avrete già intuito è pazza di Ashton, ma non sa resistere a Mikey    ( beh, come darle torto lol) e alla fine Michael che... si sta solo divertendo tanto con la piccola Ridley che nel frattempo fa le sue "prime esperienze" con lui (E qui aggiungerei un: Beata lei).
Se vi è piaciuto questo ragazze, morirete per il prossimo (da perfetta Michael’s girl, io ho avuto un’infarto ad ogni riga, ho creduto seriamente di morire ahahah) quindi, tenetevi sintonizzate(?) – Sto cominciando a parlare come un telecronista, che cosa oscena, non abbandonatemi per questo, vi prego ahhaha. -
Al prossimo capitolo, Sara.

Disobey.Where stories live. Discover now