The Happy Ending.

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Oggi mi sento particolarmente felice. Arrivo ora dal Games week che diciamo essere stato fruttuoso ahah :)

Sono gli ultimi capitoli, precisamente il penultimo, quindi beh, volevo farvi felice... Chissà, magari domani ci sarà un'altra sorpresa. Scusate in ogni caso l'aggiornamento tardo.

Buona lettura :3

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<< Il volo AK 1945 Y in partenza da Sidney e diretto all'aeroporto Charles De Gaulle di Parigi sta imbarcando al Gate 9. >>

La voce metallica dell'altoparlante fece sobbalzare Ashton, che alzò di scatto la testa. Erano le sei del mattino e, secondo i calcoli, gli ci sarebbero volute circa ventidue ore per arrivare, ma considerando i due scali che era costretto a fare, probabilmente non meno di ventiquattro. Per fortuna gli aerei non gli avevano mai fatto paura, altrimenti sarebbe morto prima ancora di uscire dall'Australia.

L'unico suo timore, a dir la verità, era quello di perdersi da qualche parte del mondo e di non arrivare mai a destinazione. Aveva organizzato quel viaggio nei minimi dettagli, aiutato da quella santa donna di sua madre che non faceva altro che pregare perché il suo bambino ritrovasse Brianna.

Mancava tanto anche a lei e forse persino a suo padre, questo Ash lo sapeva. Quando le aveva confessato di aver capito di essersi innamorato di Brianna, sua mamma aveva fatto i salti di gioia, era uscita di casa e lo aveva detto persino ai vicini, per poco non aveva appeso anche i manifesti in città. E così lo aveva subito aiutato a cercare un albergo in cui stare e un volo a buon prezzo, anche se, data la tratta, parlare di buon prezzo era un eufemismo. Tuttavia i suoi genitori gli avevano detto che per Brianna non avrebbero badato a spese.

E così ora stava per salire su un aereo diretto nel paese della sua amata. Si sentiva tanto il protagonista di uno di quegli odiosi e stupidi filmetti d'amore che Bree lo costringeva a vedere quando non avevano nulla da fare, ma la situazione, a dirla tutta, non gli dispiaceva.

Si imbarcò e dopo pochi minuti era seduto sulla scomoda poltroncina di un aereo che gli avrebbe tenuto compagnia per la prossima intera giornata. Sperava solo di riuscire a dormire, voleva pensare a Brianna, chiudere gli occhi e riaprirli solo quando avesse potuto vederla.

Quando l'aereo fu decollato ed ebbe raggiunto la quota di crociera, mise le cuffie nelle orecchie e chiuse gli occhi senza badare ai pianti isterici dei bambini o alla donna in carriera seduta accanto a lui con la sua ventiquattrore e il portatile sulle ginocchia. Si assopì e pensò a Brianna, pensò alla volta che avevano fatto l'amore e a quanto gli sarebbe piaciuto rifarlo di nuovo. Pensò alle giornate trascorse con lei, alle serate passate a bere e guardare film noiosi e smielati parlando del più e del meno. Poi cominciò ad aver paura e a sperare: ebbe paura che qualcosa, in quei mesi, fosse cambiato e sperò che, invece, tutto fosse rimasto uguale. Sperò che lei non avesse incontrato nessun'altro, che il suo amore per lui fosse rimasto intatto.

Si svegliò, trascinandosi poi come uno zombie per l'aeroporto di qualche paese sconosciuto, riprendendo subito dopo la sua posizione su un altro aereo. Si riaddormentò fuggendo verso di lei con il pensiero, ripetendo tutto in modo meccanico.

Fu solo quando ormai si sentiva senza vita, che, aprendo gli occhi, scoprì di essere in Francia, la terra dell'amore, così gliela avevano descritta.

Ashton non sapeva se lo fosse davvero, ma di una cosa era certo: Brianna era lì da qualche parte, ora non c'era più un oceano a dividerli.

Ashton sistemò la valigia nella stanza d'albergo e si sdraiò qualche minuto per rilassarsi dopo tutte quelle ore di volo. Aveva dormito, ma così male da essere più stanco che se non lo avesse fatto. Tuttavia non aveva voglia di chiudere gli occhi, non ne aveva tempo.

Disobey.Where stories live. Discover now