Save The Last Dance.

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Per Amalia.

Buona lettura :)

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«O forse il lieto fine è questo: sapere che, nonostante le telefonate non ricevute e il cuore infranto, nonostante tutte le figuracce e i segnali male interpretati, nonostante i pianti e gli imbarazzi, non hai mai e poi mai perso la speranza.»

«Di cosa vuoi parlare?» mormorò Ridley, abbassando lo sguardo, la voce stanca e spezzata dalle lacrime.
Michael si sedette sul letto accanto a lei e le circondò la vita con il braccio.

«Mi dispiace tanto, ma non ce la faccio più così, Ridley» confessò, abbandonando il viso nell'incavo del suo collo. Ridley lasciò un bacio tra i suoi capelli e sospirò, respirando il suo profumo.
«Non sei felice, vero?» domandò, cercando di calmarsi. Michael scosse la testa e le prese il viso tra le mani.
«Tra meno di due settimane la scuola sarà finita e io tornerò a casa dai miei, Ridley. Saremo lontani e faremo fatica a vederci. Io non voglio che questo accada, non riuscirei a sopportare di stare così lontano da te per così tanto tempo. Potrei combinare qualsiasi cazzata e tu non saresti lì per fermarmi. E questo è già successo con te qui, figuriamoci se tu non ci fossi! Lo capisci Ridley?» La ragazza scosse la testa. Non pretendeva di trovare un modo per convincerlo a restare insieme, ma, all'improvviso, si sentì in dovere di dire almeno qualcosa, per difendere quella relazione in cui, fino all'ultimo, aveva creduto.
«No Michael! Non capisco! Io... mi fidavo di te! Se tu non avessi tradito la mia fiducia, io non mi sarei mai preoccupata, tutto sarebbe andato bene anche se tu fossi tornato a casa... perché hai fatto tutto questo casino?» gemette, sottraendosi al suo contatto e ranicchiandosi contro la testata del letto, quel letto che avevano condiviso tante volte, quel letto che profumava ancora di sesso e di Michael, quel letto che lei non avrebbe più toccato.
Singhiozzò al pensiero di quanto ogni più piccolo dettaglio le avrebbe sempre ricordato lui.
«Ridley...» Allungò le mani verso di lei, ma la ragazza si ritrasse, evitando il contatto. Michael sospirò, sentendosi a tutti gli effetti un estraneo.
«Hai visto cosa ti faccio? Non vuoi nemmeno più essere toccata da me. Cosa... cosa dovrei fare? È dal giorno in cui ti ho incontrata che... che temo con tutto me stesso di farti soffrire. Eppure, nonostante ogni mia attenzione, continuo a farlo lo stesso e tu continui a piangere. Sei una ragazza stupenda, Ridley, e dio solo sa quanto ti ho voluta, quanto ho sperato di poterti avere mia. Ma ora... ora mi rendo conto che tu sei troppo per me e io non posso essere quello giusto per te. Se ne sono accorti tutti, Rid: tu senza di me sei più felice e per quanto io ti voglia bene... arriverà il giorno in cui combinerò uno sbaglio enorme e non saprò mettere a posto le cose. Non voglio che questo accada. Voglio che entrambi ci godiamo la vita e... così non possiamo farlo. Nè io nè te. Così... così non va bene.» Ridley annuì appena e deglutì nascondendo la testa tra le ginocchia, strette contro il petto.
«Dopo tre mesi sei in grado di dire solo questo?» Michael sospirò, si sentiva un verme ma lo faceva per il suo bene: lui non era il tipo per sostenere una relazione e la consapevolezza di doversi sempre comportare bene per non farle del male lo soffocava, lo opprimeva. E lui, per quanto l'amasse, non poteva sostenere quel peso. Prima o poi, probabilmente, non avrebbe nemmeno più saputo resistere al fascino di qualche altra avvenente ragazza e questo lo tormentava, temeva che sarebbe arrivato persino al punto di tradirla e a questo punto preferiva che non stessero insieme.
«Non voglio più stare con te, Rid, tutto qui. Lo faccio per te, cerca di capirmi: il problema non sei tu, sono solo io. Non... non riesco a portare avanti una relazione e non voglio fingere di farcela, soprattutto non con te perché... perché so quanto vali e so che ti meriti qualcuno che non ti tratti come ti tratto io. Sono solo un miserabile stronzo, lo sai. E continuerò ad esserlo. Perciò... dimenticati di me ora che puoi ancora trovare qualcuno che ti renda felice.» A quelle parole, Ridley decise di non trattenersi più: voleva che Michael la vedesse piangere, che capisse cosa le stava facendo pur sostenendo di farlo nel suo interesse. E poi chi voleva prendere in giro? Lei... chi avrebbe mai amato come amava Michael?
«È per lei, vero?» domandò, la voce ridotta ad un sussurro, per la prima volta ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi. E Michael si sentì morire per quello sguardo, perché faceva più male di una lama nel petto.
«Che... che cosa?»
«È perché provi qualcosa per Alice, vero?» chiese, nonostante tutto sperava in un suo sì.
«Ma che... Ridley, che stai dicendo? No, dannazione! Alice è solo un'amica, lo sai!» Ridley annuì e si alzò in piedi, raccolse le sue cose e si avviò alla porta.
«Portami a casa. Non voglio più vederti. Mai più, hai capito idiota? Non farti più vedere» ordinò. E la sicurezza con cui lo disse, nonostante le lacrime, spiazzò Michael. Si alzò riluttante e la raggiunse.
Quindi la stava perdendo per sempre, in quell'istante ne fu consapevole.
Prese le chiavi e la accompagnò a casa, ma nessuno dei due osò parlare finché non furono a destinazione.
Solo allora Ridley raccolse quelle ultime dosi di coraggio e di sicurezza che aveva, prima di rintanarsi in casa e crollare.
«Siamo diventati due estranei e lo avevo capito quanto te che la nostra relazione era morta e sepolta, ma... avrei preferito se tu mi avessi detto che mi stavi lasciando perché amavi un'altra. Invece sei solo un codardo. Almeno avresti potuto provarci, ma anziché fare lo sforzo di essermi fedele e di essere un bravo ragazzo... preferisci sistemare così la faccenda e lasciarmi sostenendo che sia per il mio bene. Credevo fossi più maturo, Michael. Evidentemente mi sono sbagliata su tutto. E fanculo tutte le tue cazzo di regole!» La sua voce si alzò alla fine della frase, mentre scendeva dall'auto sotto lo sguardo attonito di lui. Ridley aveva ragione e questa era l'unica verità.
«E la sai una cosa, Clifford? Tu mi ami e rimpiangerai questo momento per il resto della tua miserabile vita da solo!» Detto questo, chiuse la portiera con un colpo sordo e quella fu l'ultima immagine che Michael ebbe di lei.

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